Agricoltori veneti in massa a Bruxelles: «No ai tagli alla Pac, a rischio il futuro del settore»
Oltre 500 veneti tra i diecimila agricoltori che hanno protestato a Bruxelles contro i tagli alla Pac, stimati fino al 23%. Timori per un settore già sotto pressione tra costi crescenti e concorrenza internazionale. Coldiretti, Cia e Confagricoltura unite nella mobilitazione

Aprono la marcia i trattori. Sono almeno cinquecento, arrivati soprattutto dalle aree agricole delle periferie di Bruxelles. Quasi diecimila i manifestanti che hanno aderito all’appello della Copa-Cogeca (associazione che riunisce le voci degli agricoltori dell’Ue) una marea che ha sfilato fin sotto i palazzi del potere europeo. Non senza tensioni con le forze di polizia. E almeno cinquecento sono i delegati arrivati da tutto il Veneto per la protesta: la richiesta? Semplice: «Vogliamo più tutele nel mondo dell’agricoltura», afferma il presidente di Coldiretti Veneto, Carlo Salvan, presente alla storica giornata di mobilitazione.
Il mondo del primario si è così radunato ieri mattina a Bruxelles per manifestare contro i tagli al budget del Pac, il piano di Politica agricola comune, annunciati dalla Commissione europea e stimati tra il 22 e il 23% rispetto all’attuale piano pluriennale. Parlando con numeri più concreti, si tratta di una riduzione di circa novanta miliardi a partire dal 2028. Secondo stime della Cia – la Confederazione italiana agricoltori – il Veneto perderebbe intorno ai 400 milioni di finanziamenti sul periodo 2028-2032.
«Qualora venisse confermata», commenta il presidente di Cia Veneto, Gianmichele Passarini, «questa revisione della Pac manderebbe gambe all’aria centinaia di attività agricole nella nostra Regione».
Anche per questo la rappresentanza veneta contro i piani della Von der Leyen è stata tanto numerosa, quanto compatta. Oltre cinquanta gli imprenditori iscritti alla Cia Veneto presenti, più di cento quelli di Confagricoltura, e quattrocento (di cui duecento giovani) i rappresentanti di Coldiretti.
Sintomo che il tema dei tagli è legato non tanto agli effetti nel breve-medio termine, quanto piuttosto al futuro di un intero settore già in crisi.
«È chiaro che non si può parlare dei tagli al Pac senza citare i crescenti costi nell’agricoltura», spiega il padovano Matteo Vergerio, vice delegato di Coldiretti giovani. «A fronte di un aumento sui costi di produzione, che viaggiano a diverse velocità tra i vari Paesi dell’Unione», aggiunge il delegato florvivaistico, «l’Italia e in particolare il Veneto, si trovano in netto svantaggio. Questo perché non siamo competitivi rispetto agli altri mercati, soprattutto per gli alti costi della manodopera, di produzione e per le regole stringenti in materia di fitosanitari».
A definire meglio il problema è anche il delegato provinciale di della confederazione dei coltivatori diretti di Padova, Roberto Lorin.
«Il nostro obiettivo è quello di portare negli scaffali prodotti di qualità», chiarisce, «ma l’accordo Mercosur è destinato a penalizzare il settore e i cittadini europei».
Prosegue il presidente regionale Salvan: «È chiaro che i prodotti a basso costo che secondo questo protocollo arriveranno a quintali dai mercati del Sud America hanno standard produttivi più bassi, a causa dell’uso di prodotti chimici che in Europa sarebbero banditi. Per contro, sarebbero penalizzati i prodotti italiani, che hanno tra gli standard più alti nel mondo».
Non solo. Emerge anche il tema ecologista. «Purtroppo il tema della deforestazione dell’Amazzonia per creare aree produttive», riflette ancora Lorin, «va contro i nostri principi. E prendendo in considerazione questi accordi, l’Unione Europea si sta dimostrando miope». Lorin, infine, riflette: «Con questi tagli il settore produttivo è destinato ad essere fortemente penalizzato. A Bruxelles la popolazione ha capito le nostre ragioni e ci ha sostenuto, ora la battaglia continua in Italia».
Pessimismo sui tagli anche dalla Cia. «Un nostro studio dimostra che senza una Pac solida, il reddito agricolo crollerebbe, portando a un aumento dei prezzi al consumo», riflette ancora Passarini. «Occorre quindi rafforzare il sostegno al reddito degli agricoltori», prosegue, «differenziando i pagamenti Pac in base alle reali esigenze economiche, territoriali e sociali. L’agricoltura non chiede privilegi, pretende rispetto».
Chiudendo con una riflessione, parla anche il presidente di Confagricoltura Veneto, Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi. «La mobilitazione di oggi ha riportato al centro una domanda fondamentale: che Europa vogliamo costruire nei prossimi anni e quale ruolo intendiamo assegnare alla nostra agricoltura».
Un interrogativo che naturalmente potrà trovare una risposta solo negli uffici della Commissione, che i prossimi giorni aprirà il tavolo di trattative sui tagli che potrebbero essere applicati dal piano che vedrà la luce tra due anni. «Ridurre le risorse della Pac», conclude, «e frammentare ulteriormente le politiche, significa indebolire un comparto che oggi offre certezze ai cittadini e stabilità ai territori».
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