Tumori, in Veneto cala il rischio di ammalarsi: screening e diagnosi precoce fanno la differenza
Stabili le nuove diagnosi, in calo incidenza e mortalità. La Regione investe su screening, ricerca e integrazione tra sanità, ambiente e imprese

Nel 2025 in Veneto si stimano circa 34.120 nuove diagnosi di tumore, un numero che appare sostanzialmente stabile rispetto agli anni precedenti ma che, letto in profondità, restituisce segnali incoraggianti.
Il rischio di ammalarsi, infatti, misurato attraverso i tassi standardizzati di incidenza, è in progressiva diminuzione.
Nella nostra regione si è passati dai 607 casi per 100 mila abitanti del 2014 ai 563 del 2021, con un calo particolarmente evidente nella popolazione maschile, dove il tasso è sceso da 725 a 644 casi per 100 mila abitanti.
Un andamento positivo che trova conferma anche sul fronte della mortalità. In Italia, negli ultimi dieci anni, i decessi per tumore sono diminuiti del 9 per cento, con risultati più marcati per alcune delle neoplasie più diffuse, come il tumore del polmone e quello del colon-retto.
Anche il Veneto si colloca su questi standard: nel 2024 i decessi registrati sono stati 13.889. I dati emergono dal volume “I numeri del Cancro in Italia” e sono stati studiati ed elaborati dal Registro Tumori regionale di Azienda Zero.
Numeri che appaiono confortanti, ma che non devono indurre a facili ottimismi. A sottolinearlo è il neo assessore regionale alla Sanità Gino Gerosa, secondo il quale «il tumore resta una patologia ben lontana dall’essere definitivamente sconfitta. I progressi della scienza, della medicina e della chirurgia sono importanti e continui, ma non ancora sufficienti. Da qui la necessità di rafforzare in modo deciso la prevenzione, ambito nel quale il Veneto si conferma ai vertici nazionali, con una copertura del 66 per cento per la mammografia, del 59 per cento per il test del sangue occulto fecale e del 67 per cento per pap test e test Hpv nello screening cervicale».
La diagnosi precoce resta infatti uno degli strumenti più efficaci nella lotta ai tumori, perché intercettare la malattia nelle fasi iniziali aumenta sensibilmente le possibilità di cura e guarigione. Accanto alla prevenzione, però, è fondamentale continuare a investire nella ricerca scientifica, nelle terapie mirate, nella chirurgia quando necessaria e in una solida organizzazione della rete di cura. In questo contesto il Veneto può contare anche su una realtà di eccellenza come lo Iov, Irccs di livello nazionale con sedi a Padova e Castelfranco.
Un ulteriore elemento di attenzione riguarda la popolazione anziana, indicata dallo studio come la fascia più esposta al rischio di ammalarsi di tumore. Un tema che rientra tra le priorità della nuova Giunta regionale e che richiederà strategie mirate, in grado di rispondere a una società sempre più longeva.
Più in generale, l’assessore Gerosa richiama una visione ampia della sanità, che tenga insieme salute umana e ambiente secondo il principio di “In Universum Salus”, ripreso dalla Carta di Padova.
L’obiettivo è quello di alzare ulteriormente l’asticella degli screening e di coinvolgere in modo sempre più attivo scuole e imprese, chiamate a integrare il tema della salute nelle politiche di sostenibilità.
In quest’ottica, accanto ai fattori ambientali, sociali e di governance, diventa centrale anche il fattore salute, con progetti in fase di elaborazione per rafforzare il legame tra mondo produttivo e sistema sanitario, a beneficio dell’intera collettività.
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