Canaletto e Venezia, ecco la mostra da non perdere nel 2019

VENEZIA. Antonio Canal detto Canaletto (1697 - 1768) è oggi l'artista più celebre del Settecento veneziano, il vedutista che più di ogni altro ha codificato l'aspetto di Venezia nella forma che è tuttora nell'immaginario collettivo mondiale. Non per caso: le sue vedute la esaltano come città d'acqua e celebrano il suo manifestarsi spettacolare, rendendolo, se possibile, ancora più grandioso e scenografico.
Nelle sue opere Canaletto non presenta una semplice successione di monumenti ma ci conduce attraverso una vera e propria esperienza visiva grazie a una capacità tecnica straordinaria, ‘illuminista’ nella scientifica definizione delle immagini, ed è la città stessa a divenire opera d'arte a sé stante.
LA MOSTRA
Venezia in quello stesso secolo è attraversata da contraddizioni complesse e sorprendenti: è uno dei centri più cosmopoliti al mondo, vissuta e attraversata da colti mercanti e raffinati collezionisti e viaggiatori stranieri, la Repubblica di Venezia è ancora lo stato più importante della Penisola, ma già si mostrano al contempo i segnali della decadenza che predice la caduta (1797).
Commercio e manifatture languono e gli artisti cercano e ottengono commissioni più remunerative altrove, mentre le famiglie nobili dispongono di imponenti ricchezze in grado di rivaleggiare con quelle dei regnanti europei. In questo contesto si sviluppa a Venezia l'ultima grande stagione dell'arte italiana che abbia raggiunto la fama internazionale e l'eccellenza in ogni genere artistico: la veduta appunto, ma anche il ritratto, il paesaggio, la scultura, le arti decorative, la grande pittura di storia.
Per questa esposizione a Palazzo Ducale si è preferito mettere in relazione le opere di Canaletto con quelle degli altri maestri della scuola veneziana, e il suo percorso individuale con i fatti che hanno scandito la storia dell'arte in laguna durante tutto il secolo di cui è protagonista.
L'orizzonte viene così ampliato tanto in termini cronologici, temporali, quanto di genere, affiancando alla grande pittura il disegno, l'incisione, le arti decorative, le porcellane. Con Canaletto a Palazzo Ducale va quindi in mostra la storia di un maestro che svetta fra i maestri dell'arte veneziana, caratterizzata dal confronto fra i due poli dialettici dell'immaginazione e dell'osservazione, non antitetici bensì di reciproca attrazione, fra la fantasia dei suoi decoratori e lo sguardo sulla realtà dei vedutisti.
Il vedutismo nasce nei primi anni del Secolo, con la pubblicazione nel 1703 della raccolta di oltre 100 incisioni intitolata “Le fabbriche e vedute di Venezia disegnate, poste in prospettiva et intagliate da Luca Carlevarijs”, l'artista che in seguito Canaletto insidiò e scalzò nel mondo della committenza. In questo primo decennio fiorisce a Venezia una stagione creativa di grande vitalità, che accoglie la giovinezza di Canaletto e del suo
coetaneo Giambattista Tiepolo.

Proprio Tiepolo è l'autore della tela che accoglie il visitatore nella prima sala e rappresenta il Nettuno che offre i doni del mare all'allegoria di Venezia. Accanto al Ridotto di Francesco Guardi, che all'immagine mitologica della città dominatrice dei mari contrappone lo sguardo del viaggiatore straniero, più interessato e vulnerabile alla rappresentazione della città godereccia e carnevalesca. Come sintesi delle due visioni, nel centro della sala sta il modello del Bucintoro, la galea delle feste dei dogi, imbarcazione che galleggia ma non naviga, interamente dorata, simbolo perfetto di una Venezia che sfarzosamente e inutilmente si autocelebra.
Qui comincia l'arte di Canaletto, che ventenne segue a Roma il padre scenografo e tornato a Venezia si dedica alla sola pittura, producendo i capolavori che per sempre hanno marcato l'immagine di Venezia e la storia della rappresentazione delle grandi vedute. Nel 1737, Francesco Algarotti pubblica Il Newtonianismo per le Dame, ovvero dialoghi sopra la luce e i colori, opera divulgativa delle teorie sulla luce di Newton.
La luce di Canaletto si raffredda, si fa cristallina e conferisce un’efficace verità ottica ai dipinti e ai soggetti, con una nitida enciclopedia dei tipi di attività nella città lagunare. Canaletto supera in fama e abilità Carlevarijs e Sebastiano Ricci, affiancato da una schiera di artisti che stanno innovando il linguaggio della pittura storica, di ritratto, di interni e occasioni sociali. Che lavorano nelle grandi città europee, come il coetaneo Tiepolo, alle corti reali, dove Rosalba Carriera disegna ritratti a pastello che sovvertono i canoni celebrativi, e nella laguna, come la ricamatrice e pittrice Giulia Lana, così apprezzata da Giambattista Piazzetta.
Fenomeno squisitamente veneziano è Pietro Longhi, che nel 1741 inaugura un nuovo genere, la pittura di costume, che ritrae personaggi del patriziato veneziano nelle loro occupazioni quotidiane. Simile attenzione per gli aspetti più domestici e meno imperiali si ritrova in certo vedutismo, anche in Canaletto, come nello straordinario Il cortile dello scalpellino, eccezionale prestito della National Gallery di Londra, dove si assiste al
sorgere di un palazzo veneziano, nell'ansa del Canal Grande dove in futuro sorgerà il ponte di legno dell'Accademia, da un punto di vista non consueto nelle rappresentazioni di Venezia.
A Palazzo Ducale sono esposte 25 opere di Canaletto, con alcuni pezzi mai visti a Venezia e prestiti di grande valore da parte di prestigiose collezioni private inglesi. Attorno a queste, un intenso allestimento in 11 sale comprende altri 80 quadri e venti sculture, oltre a una corposa presenza di incisioni e disegni e alla straordinaria esposizione di porcellane, per un totale di oltre 270 pezzi.
La porcellana è stata un segreto della Cina per molto tempo, ma proprio nel Settecento viene riprodotta in Europa, e di quel secolo bene esprime lo spirito del rococò con le sue linee aeree, agili, impossibili con altri materiali. Terza manifattura in Europa, la veneziana Vezzi dovette chiudere a pochi anni dall'apertura, lasciando pochi e rarissimi pezzi, qui in mostra accanto alla sala che ospita una formidabile collezione di porcellane Meissen.
Il secolo volge al termine, e con lui lo splendore della Serenissima, mentre Francesco Guardi compone vedute corrose dalla luce lontano dalle solari certezze geometriche di Canaletto, e Tiepolo rientrato dalla Spagna compone la sua opera seriale dei Pulcinella. A Venezia nasce finalmente l'Accademia, in sintonia con Roma e il resto d'Europa, e nell'arte si staglia la figura di Antonio Canova: chiude l'ultima sala a Palazzo Ducale il suo bozzetto per il monumento commemorativo a Francesco Pesaro, con l'allegoria di Venezia in lacrime.
LA BIOGRAFIA

Giovanni Antonio Canal detto Canaletto (Venezia 1697 – 1768) proviene da una famiglia di artisti. Il padre Bernardo e il fratello Cristoforo erano pittori di scenografie, con loro nei teatri veneziani fa le sue prime esperienze con colori e scenari, con il padre va a Roma. Nato nel 1697, Canaletto ha vent'anni quando decide di dedicarsi solamente alla pittura, proprio a Roma, dove in quel periodo opera anche Gaspar van Wittel, conosciuto in Italia come Gaspare Vanvitelli. Tornato in laguna Canaletto inizia un'intensa attività artistica. Produce, già in gran numero, quelle Venezie che lo hanno reso celebre. Il successo gli porta importanti commissioni.
Risale attorno al 1730 l'incontro di Canaletto con Joseph Smith. Banchiere, mercante cosmopolita, collezionista di alto lignaggio e importante punto di riferimento per la comunità inglese a Venezia, dove è anche console, stabilisce con il giovane artista un sodalizio che durerà una vita, e che lancerà definitivamente Canaletto nel panorama artistico internazionale.
Smith diventa intermediario praticamente esclusivo del lavoro di Canaletto, che è uomo dal temperamento difficile. Le poche informazioni disponibili sono su questo concordi, e raccontano un pittore assillato di commissioni e sempre pronto a discutere sul prezzo, quando non avido. Un artista per il quale il lavoro deve aver contato più di ogni cosa, che l'accordo con Smith forse ha liberato dall'onere delle contrattazioni.
Nella corte di Joseph Smith, e quindi di Canaletto, gravitano diverse personalità che trattano di palladianesimo internazionale, di battaglie illuministe, di filosofia sperimentale (ovvero di fisica). Tra questi c'è Francesco Algarotti (1712 – 1764) poligrafo, mercante antiquario e collezionista, pieno di charme e intelligenza e autore di un’opera divulgativa quale il Newtonianismo per le dame (1737). E Antonio Visentini (1688-1782), pittore, incisore, architetto e teorico dell’architettura e braccio destro di Smith, che incarica proprio Visentini di riprodurre le dodici vedute del Canal Grande che tiene esposte nel suo palazzo ai Santi Apostoli, e altri due grandi tele, a formare il Prospectus Magni Canalis Venetiarum nel 1735. Edizione replicata dopo sette anni con l'aggiunta di altre ventiquattro incisioni di Visentini da altri dipinti di Canaletto.
Nel maggio del 1746, a quarantanove anni, con alcune lettere di raccomandazione del console, Canaletto va a Londra. Non ha sempre vita facile, nell'aggressiva rivalità dei pittori inglesi, ma incassa numerose commissioni, del periodo restano una cinquantina di grandi vedute. Rimane in Inghilterra fino al 1755, ritornando una prima volta a Venezia per otto mesi alla fine del 1750, per investire il denaro guadagnato.
Un secondo rientro più breve è documentato da Pietro Gradenigo, che in data 28 luglio 1753 scrive: "Antonio Canaletto Veneziano celebre Pittore da Vedute ritorna in da Inghilterra in Patria”. Dopo il 1760 è a Venezia, dove muore nel 1768.
LA SCHEDA

Venezia, Palazzo Ducale - Appartamento del Doge - Venezia, San Marco 1
Apertura al pubblico: 23 febbraio – 9 giugno 2019
Orario fino al 31 marzo 2019 → 8.30 - 17.30 (ultimo ingresso ore 16.30), dal 1° aprile al 9 giugno 2019 → 8.30 – 19.00 (ingresso consentito fino alle 18.00)
Biglietti Intero € 13.00 Ridotto € 11,00 euro * Ragazzi da 6 a 14 anni, studenti dai 15 ai 25 anni, cittadini over 65, personale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, Titolari di Carta Rolling Venice, titolari Carta Giovani, membri Icom, Clienti Trenitalia (viaggiatori Frecciargento e Frecciabianca con destinazione Venezia, viaggiatori in possesso di biglietto internazionale con destinazione Italia, dipendenti del Gruppo FS e i possessori di Carta Freccia), Soci Touring Club Italia, titolari di ISIC – International Student Identity Card, titolari Carta Servizi Cinema Più. Ridotto Gruppi (minimo 10 persone) € 11,00 euro. Ridotto speciale possessori MUVE Friend Card: € 8,00. Ridotto speciale vendita abbinata biglietto San Marco o Museum Pass, possessori Pass
incluso VE Unica Pack: € 4,00. Ridotto Scuole € 5.00 (la scuola deve presentare lista su carta intestata dell’istituto). Entrata gratuita * Bambini dai 0 ai 5 anni, portatori di handicap con accompagnatore, guide autorizzate, interpreti turistici che accompagnino gruppi, docenti accompagnatori di gruppi scolastici, fino ad un massimo di 2 per gruppo, Accompagnatori (max. 1) di gruppi di adulti, partner ordinari MUVE
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