Caso Italcementi a Monselicedieci dirigenti del Pd contro Naccarato
Dieci esponenti della Bassa Padovana si dicono sconcertati di fronte alla posizione espressa dal deputato in favore del progetto di revamping del cementificio. Il Pd: "La sua è un’opinione personale". Stigmatizzata l’astensione di Aldrigo al momento del voto in Consiglio comunale

Alessandro Naccarato, deputato padovano del Pd
MONSELICE.
Non è una voce singola ma un coro, quello che si leva dalla Bassa Padovana: dieci esponenti di punta del Pd locale si fanno sentire sul revamping Italcementi. Con "imbarazzo, disorientamento e sconcerto" per aver letto sulla stampa interventi in netto dissenso dalla linea che il partito aveva concordato: a rompere le fila sono stati, nei giorni scorsi, l’onorevole Alessandro Naccarato, dichiaratosi pro revamping, e il consigliere comunale Pietro Antonio Aldrigo, astenutosi in consiglio.
"Desideriamo evidenziare, sempre con maggior decisione, la necessità di un dialogo interno al partito, in particolare riteniamo importante il confronto tra circoli e rappresentanti istituzionali, prima che vengano espressi pareri contrapposti sui mezzi stampa" scrivono Maria Luisa Cagnotto, Federico Bettin, Boris Furlan, Matteo Chiodin, Riccardo Slanzi, Marco De Piccolo, Filippo Melato, Umberto Zampieri, Antonia Maddalosso, Germana Urbani.
"In questo caso specifico gli organismi territoriali del Pd si erano espressi chiaramente contro questa ipotesi di ristrutturazione ed erano rimasti in attesa di un incontro finale per una sintesi condivisa. Questo non si è verificato, al contrario abbiamo dovuto apprendere dalla stampa posizioni che hanno provocato imbarazzo, disorientamento e sconcerto fra attivisti e simpatizzanti e che non tenevano per nulla in conto né le osservazioni sottoscritte da 27 sindaci dei Colli e della Bassa Padovana, nè quelle dei consiglieri del centro-sinistra e tanto meno la delibera approvata in consiglio comunale di Monselice il 21 maggio".
"Quanto accaduto - continuano i dieci esponenti del Pd - si inserisce in una serie di atteggiamenti che talvolta evidenziano la volontà di qualche rappresentante del nostro partito di impegnarsi più a rispondere a logiche interne che ai cittadini-elettori. Tali esternazioni ci inducono a manifestare la nostra preoccupazione sul metodo utilizzato, per nulla rispettoso delle posizioni maggioritarie nel partito e dell’autonomia locale".
E’ proprio il metodo, il nocciolo del problema. Il Pd, in una riunione a livello regionale, aveva deciso a larghissima maggioranza di appoggiare la linea dei sindaci. Poi Naccarato ha scritto l’esatto contrario. "Siamo perfettamente consapevoli che non basta dire dei no - concludono i dieci del Pd - ma siamo anche fermamente convinti che un futuro diverso per il nostro territorio basato su una economia sostenibile sia possibile. Sono necessari buona volontà e un importante lavoro comune per conciliare ambiente e occupazione. Ci vorrà la collaborazione di tutti gli organismi istituzionali (Provincia, Regione, Stato e Comunità Europea) per la formazione e la ricollocazione delle maestranze, e questa non è utopia ma la possibile concretizzazione di una visione che guarda lontano. Abbiamo sempre avuto paura di guardare al futuro, limitandoci sempre a risolvere contingenza, ma questo non fa crescere il nostro territorio e nemmeno il Paese".
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