Che brutta l’elezione del Presidente della Repubblica!

È cominciata la corsa alla carica di Presidente della Repubblica, la seguiamo nei Tg e nei servizi speciali, Mentana le dedica la sua ennesima Maratona, eppure non riusciamo a sentirla come una scelta del popolo: è una scelta dei politici, dei partiti o meglio dei segretari dei partiti, il popolo c’entra poco o nulla. Percorrendo questa strada, alla fine resteremo con un dubbio tremendo: quando avremo un Presidente della Repubblica scelto dai partiti, siamo sicuri che il popolo avrebbe fatto la stessa scelta? Sia chiaro: il modo di procedere dei partiti è previsto dalla Costituzione, ma quello che sto dicendo è che i partiti e i capipartito e le segreterie di partito han trovato mille trucchi per cercare e realizzare gli interessi dei partiti e dei capi corrente e lasciar perdere gli interessi della nazione. Enrico Letta ha il terrore che in uno scrutinio con voto segreto ci possano essere molti parlamentari che votano come vogliono loro, e non come vogliono i partiti. Perciò lancia un avvertimento: «Non fate come i ragazzini di una scuola materna».

C’è questo pericolo? Evidentemente sì. È il pericolo che ogni parlamentare voti seguendo impulsi, richiami, interessi personali, perché ognuno ha legami di partito ma poi ha anche legami, conoscenze, promesse, vincoli che nascono dalle frequentazioni, dagli incontri, dagli scambi tra colleghi, quella ragnatela di vita vissuta che è condizionante per deputati e senatori, e che il popolino ignora.

I giornali ci dicono che in questo momento Forza Italia è fuori dai giochi, non ha il potere di eleggere uno dei suoi. Fino a ieri però il dilemma era se Berlusconi avesse o non avesse la forza di farsi eleggere. La sua potenza economica, e quindi politica, e quindi televisiva, e quindi partitica è enorme. C’era chi prevedeva la sua elezione inevitabile e subito dopo la guerra civile. Una follia. In una consultazione popolare non puoi immaginare il popolo che vota e poi scatena una guerra civile contro il suo stesso voto. Ma se a votare è il Parlamento, il popolo può sentire quel voto come non suo. Cosa c’entriamo noi, popolo, con le ville megagalattiche di Roma nelle quali si prendono gli accordi che scelgono il Capo dello Stato?

Salvini e Meloni hanno un rapporto difficile, perché ognuno ha un progetto di guida del partito e vede nell’altro un ostacolo. Nei Cinquestelle è scoppiato un casino, perché Conte è tagliato fuori dal trio Di Maio, Fico e Grillo i quali sostengono Draghi.

Adesso si vota. Ogni nuova votazione dipenderà dalla votazione precedente: l’esito di quella votazione sposterà gli orientamenti. È come un conclave, alla fine puoi trovarti incastrato su un nome che non avevi previsto. Alla quarta votazione basterà la maggioranza. Avremo una sorpresa. Ma anche una delusione: i candidati son tutti politici. Non c’è nessuno della società civile. Mi permetto di dire che nella società civile ci sono personaggi candidabili molto ma molto migliori. —© RIPRODUZIONE RISERVATA



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