Coronavirus, in Veneto via ai tamponi dal medico di famiglia: ecco chi potrà accedere al servizio

Già da oggi, lunedì 9 novembre, si potrà iniziare lo screening per il coronavirus dal medico di famiglia. Ma ci sono delle limitazioni agli accessi. Il segretario regionale della Fimmg Domenico Crisarà spiega chi e quando potrà essere sottoposto al tampone dal proprio medico 

VENEZIA Tamponi rapidi al via già da oggi, lunedì 9 novembre, negli ambulatori dei medici di medicina generale del Veneto. I test stanno arrivando proprio in queste ore ai professionisti, «con le ultime scorte attese per mercoledì» spiega Domenico Crisarà, segretario regionale di Fimmg, il sindacato che ha firmato l’accordo nazionale - che poi ha trovato attuazione anche con un’ordinanza regionale - che obbliga i medici di famiglia a eseguire i tamponi sui soggetti che ne hanno diritto.

«Ma, appunto, solo su chi ne ha diritto. Non è che una persona può svegliarsi una mattina, presentarsi dal suo medico, e chiedere di essere sottoposto al tampone» precisa Crisarà. Come funziona, quindi? «I medici di medicina generale fanno i tamponi, sempre previo appuntamento, ai contatti stretti di un positivo conclamato, trascorsi dieci giorni di isolamento fiduciario.

Facendo un esempio concreto, nel caso in cui un uomo risulti positivo, la moglie convivente dovrà rimanere a casa, in isolamento, per dieci giorni. Terminati i dieci giorni, dopo la segnalazione al Servizio igiene e sanità pubblica, prenderà appuntamento dal suo medico di base per l’esecuzione del tampone.

Un’altra eventualità in cui sarà possibile essere sottoposti al tampone direttamente nell’ambulatorio del proprio medico sarà nel caso in cui quest’ultimo dovesse avere dei sospetti, durante una visita. Ma in nessun caso potranno essere sottoposti al tampone nell'ambulatorio i sintomatici: i sintomatici devono rimanere a casa».

Nonostante l’onere sia stato messo nero su bianco, non si placano le proteste da parte dei tanti professionisti che si dicono contrari all’esecuzione dei tamponi all’interno dei loro studi. Per questo le Usl stanno mettendo a disposizione dei medici, che sostengano di non avere spazi sufficienti, altri luoghi ricavati ad hoc.

Secondo i dati raccolti da Fimmg Venezia, sulla base di un questionario diffuso tra i medici di base, solo il 48% del totale eseguirà i tamponi all’interno dei rispettivi ambulatori, mentre il 42% usufruirà di altri spazi.

Il rimanente 10%, invece, non effettuerà proprio i tamponi, perché fragile o perché convivente con soggetti fragili.

La loro “quota” tamponi sarà comunque eseguita da colleghi medici di base. Per il momento i dati non sono disponibili per le altre province venete, ma si sa che nel Padovano sono già 270 i professionisti che da settimane eseguono i tamponi sui propri pazienti. Più di uno su due. 

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