Coronavirus Veneto, parla la Signora dei Tamponi: "Trend positivo, ma non abbassiamo la guardia o torneranno i morti"

VENEZIA. A che punto è il Veneto nella lotta all’emergenza coronavirus?
Davvero abbiamo raggiunto il contagio zero, come annunciato dal professor Crisanti, diventato un volto-simbolo della battaglia contro il virus?
Nella sua quotidiana conferenza, Il presidente Zaia questa volta passa la parola alla Signora dei Tamponi e del piano sanitario di Igiene pubblica della Regione Veneto, la dottoressa Francesca Russo, direttrice del Servizio di prevenzione. Per intendersi: il professor Crisanti dirige il laboratorio di microbiologia di Padova, la dottoressa Russo è la responsabile dell’intero piano-tamponi veneto e che – tra l’altro – supervisiona i 14 laboratori veneti che stanno esaminando i test: sinora ne sono stati fatti oltre 580 mila scoprendo 19 mila positività.
E’ lei, infatti, ad aver redatto il piano tamponi, dopo che Zaia – forzando la legge – aveva deciso di effettuare i tamponi su tutta la popolazione di Vò. Ma fu all’inizio dell’emergenza: e oggi a che punto siamo?
Incalzata dalle domande dei giornalisti, la dirigente della regione Veneto ha chiarito punti importanti.
1) Il professor Cristanti ha annunciato che il Veneto non ha più nuovi contagiati: è così? C’è una discrasia rispetto ai dati di oggi che indicano 21 nuovi positivi…
“Il professor Crisanti ha visto che, ieri, il bollettino della mattina e quello del pomeriggio riportano che nessun tampone era risultato positivo e ha correttamente detto “contagi zero”. Ma è la fotografia di un giorno, in un trend in positivo discesa. Dico, però, attenzione ai media a non far passare il messaggio che non abbiamo più contagiati, perché così non si aiuta a contenere l’epidemia. Ci vuole un trand positivo nel tempo di contagi zero”.
"Il rapproto con Crisanti è ottimo", interviene il presidente Zaia, "fa parte della squadra del Veneto, ognuno con il suo ruolo. Russo è punto di riferimento insostituibile: la strategia ce l’ha in testa lei. Crisanti è il nostro laboratorio di riferimento, il più grosso, ma abbiamo una rete di 14"
“Non è momento allentare, ma stringere. Non vogliamo tornare ai morti e alla sofferenza. Manterrei molto, molto alta l’attenzione . Massima allerta, chiaro che il comportamento popolazione non è disgiunto da queste”.
2) Come si calcola il trend di uscita (o meno) dall’epidemia?
Abbiamo un monitoraggio regionale e nazionale, molto specifico sull’andamento dell’epidemia. Gli indicatori sono:
a) il numero casi riportati ultimi 14 giorni,
b) R con t, che è il tasso di contagiosità e colloca le regioni che sono sotto l’1 in fascia bassa contagiosità. In base ai nostri casi, il ministero calcola Rt e ci dice che ora il Veneto è a un Rt 0,41, indicatori principale che identifica Veneto come contagiosità bassa;
c) il calcolo del trend settimanale;
d) altro indicatore molto importante è il numero dei focolai, quelli correlati tra loro w che dobbiamo tenere sotto controllo. Il ministero vuole sapere quanti focolai ha la regione, ne studia contagiosità e la capacità della Regione di prendere in carico i focolai e la loro localizzazione.
L’aumento di focolai e casi oltre i 14 giorni potrebbe portare queste zone, o l’intera regione, da Fase 2 a Fase 1.
3) Ci sono nuovi focolai. Se sì, dove e quanti?
Il ministero della Salute stabilisce l‘esistenza di un focolaio, quando ci sono 2 casi correlati tra loro in una stessa area geografica, e non spegne il focolaio finché entrambi non sono negativi. Abbiamo focolai piccoli in alcune case di riposo e intra-familiare. Non è un dato del tutto positivo, ma il trend è in diminuzione nel numero dei focolai, che sono localizzati e possiamo seguirli
Abbiamo dato indicazioni alle Usl per una valutazione quotidiana di questi focolati, per un’ulteriore responsabilità nella vigilanza territoriale
4) I ricoveri, però, continuano a diminuire: è importante?
L’indicatore "ricoveri" è fondamentale, tanto quanto i focolai, che potrebbero essere asintomatici. Il dato va valutato nel complesso: non è una singola notizia in sé a determinare lo stato della situazione
5) Dunque, come sta in salute il Veneto, rispetto al coronavirus?
Tasso di contagio Rt è 0.41: siamo la regione in miglior posizione rispetto a quelle che hanno avuto molti casi, la migliore tra Friuli-Venezia Giulia, Marche, Lazio, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna.
6) Quando non si effettueranno più tamponi?
Non si può dire ora. Dal 21 febbraio- quando il presidente Zaia ha deciso di sottoporre a tampone tutta la popolazione di Vò, contrariamente alle linee guida ministeriali – il servizio di Igiene pubblica di Padova si è subito attrezzato. La campagna su Vò ci ha permesso di strutturare un piano per inviduare nuovi casi, stabilendo altri la necessità di avere due tamponi negativi per decretare la guarigione. E abbiamo anche individuato le categorie che abbiamo identificato come maggiormente a rischio e per le quali è stato deciso di effettuare screening a tappeto: gli operatori sanitari (reparti a rischio e gli altri) e poi abbiamo inserito le Rsa, per operatori e ospiti. Poi tamponi per chiunque vada al pronto soccorso e tutti i ricoverati.
Vorrei fosse chiaro che l’esecuzione tamponi non è un programma lasciato all’individualità indifferenziata, ma risponde allobietttivo di identificare categorie a rischio per contenere le epidemia.
In tutta la regione abbiamo 14 laboratori microbiologici, oltre a quello Padovano diretto dal professor Crisanti.
7) Dunque, quando l'ultimo tampone?
Non c’è una data, meglio non premere su un termine, perché implicherebbe nell’opinione pubblicaun messaggio del titpo “basta tamponi, basta controlli, basta sorveglianza”. Invece ho mandato alle Usl una lettera per seguire e rafforzare: abbiamo esteso da 14 a 21 giorni la quarantena per glia sintomatici.
I Numeri. I tamponi eseguiti sinota sono 560.868, 12.500 in più da ieri.19.059 positivi (21 in più rispetto a ieri) dall'inizio dell'epidemia, meno del 2 per mille.
3132 persone in isolamento (-78). I ricoverati sono 541 in area non critica (-25), scendono ora meno lentamente, perché restano i casi più complicati. Bel dato dalle terapie intensive, con 40 pazienti (-7, 12 positivi). 3.254 le persone guarite e dimesse (25). 1342 le persone morte in ospedale su 1854 totali.
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