Corsi di dialetto veneto a scuolaCittadella si muove per prima
Il vicesindaco Pan promette finanziamenti e libri di testo

Massimo Bitonci e Giuseppe Pan
Se il ministro veneto Luca Zaia lancia i sottotitoli dialettali per le fiction, Cittadella rilancia e all’ombra delle mura il Carroccio elabora il progetto «la lingua veneta entra nelle scuole». Il Comune, ovviamente, sarà in prima linea, pronto a finanziare l’insegnamento. L’idea, questa volta, non è dell’onorevole-sindaco Massimo Bitonci, ma del suo vice, Giuseppe Pan, assessore alla cultura e segretario della sezione locale della Lega Nord.
L’annuncio ufficiale arriverà direttamente dal palco della Festa dei veneti, in programma il 4, 5 e 6 settembre. «Si tratta di una tre giorni intensa - osserva Pan - che inizierà venerdì sera con la conferenza dedicata alla storia e cultura veneta. E poi via ai concerti e agli spettacoli legati alla tradizione della tradizione. Ci sarà anche Herman Medrano». «Noi siamo stati i precursori della difesa della lingua veneta - rivendica il vice di Bitonci - le nostre proposte hanno portato la Regione ad inserire nello statuto che la lingua ufficiale del Veneto è appunto quella veneta». Forte anche di questo, Pan ha già in mente una proposta che non mancherà di far discutere: «Incontrerò all’inizio dell’anno scolastico i responsabili delle elementari e medie proponendo loro di inserire all’interno del Pof (piano dell’offerta formativa), ore di lezioni dedicate all’insegnamento della lingua veneta, che finanzieremo come amministrazione. Forniremo anche i testi». Cittadella ha 2.500 studenti, fra bambini delle elementari e ragazzi delle medie. «Si potranno leggere fiabe, fare dettati. C’è tutto un mondo che ruota attorno alla letteratura nostrana. Pan non manca di giocare un colpo ad effetto, il dialetto veneto come «vero» veicolo di integrazione: «Insegnare la lingua veneta a scuola sarà un buon esercizio anche per gli stranieri che sono inseriti nelle classi, visto che vivono in una società che parla veneto, in tutte le realtà». Sia quel che sia, la palla della proposta - destinata a far scuola - passa ora a chi dovrà individuare i programmi per i ragazzi.
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