Da Re: «Su Tosi Berlusconi ha sbagliato»

Il segretario della Lega: le nostre candidature pronte a giorni, a noi 17 collegi, 9 a FI e 2 a FdI

PADOVA. Segretario Toni Da Re, l’accordo raggiunto a Roma per il centrodestra a “quattro gambe” la soddisfa o era meglio il patto a tre Lega-Forza Italia-Fratelli d’Italia?

«Io mi occupo del Veneto, in ogni caso nella “quarta gamba” ci sono dei nomi impresentabili di cui si può fare volentieri a meno proprio per dimostrare che il centrodestra non è l’Arca di Noè pronto a imbarcare chiunque. Certo, un piatto di minestra non si nega a nessuno, ma un seggio in Parlamento è giusto darlo a chi condivide il programma e si impegna a realizzarlo nell’arco dell’intera legislatura e non a chi cambierà casacca appena messo piede a Roma».

Avete alzato un muro contro Flavio Tosi e invece ve lo troverete come alleato a Verona. Il vostro grido di dolore è caduto nel vuoto, ma si tratta di un’avversione personale o politica?

«No, di personale non c’è nulla perché non coltivo rancori. Flavio Tosi è l’emblema della incoerenza assoluta e lavora solo per sé. Ha iniziato nel MSI, è passato nella Lega e ha guidato il partito fino al 2015 cercando di eliminare Luca Zaia. Poi è uscito e ha fondato una lista con il suo nome e nel giugno 2017 ha sfidato la coalizione di centrodestra nella corsa a sindaco di Verona con Patrizia Bisinella. Sei mesi aveva votato e sostenuto il Sì al referendum costituzionale Renzi-Boschi, gli manca solo di passare con Rifondazione Comunista. La coerenza non è certo una sua virtù. Ancora più emblematico è il caso di Enrico Zanetti, sottosegretario dei governi Pd Letta e Renzi per 4 anni. Siccome è rimasto senza partito, per tornare in parlamento si è improvvisamente convertito al centrodestra ed è salito sul carro di Berlusconi dato per sicuro vincitore. Troppo comodo. Solo la Lega è una garanzia assoluta: da noi non ci sono voltagabbana».

Matteo Salvini candiderà Umberto Bossi o siamo alla rottura insanabile?

«Penso che al di là degli screzi personali, Bossi un posto in Parlamento lo troverà perché se lo merita, senza essere candidato da Berlusconi. Lui è il padre della Lega, ha fondato il nostro partito, questa è la sua casa e credo che il corteggiamento di Grande Nord sia destinato a fallire. Umberto non se ne andrà. Ha condiviso la nostra storia fin dalle origini».

Quando chiuderete le liste della Lega?

«Entro lunedì 29 gennaio vanno depositate le liste in Corte d’Appello a Venezia. Oggi abbiamo convocato a Noventa Padovana tutti i candidati di fronte al notaio Roberto Doria per compilare i moduli ed evitare grattacapi con la burocrazia. Ma la scelta definitiva la faremo questa settimana».

I nomi che girano?

«I giornali fanno il loro mestiere e noi il nostro: voi alimentate illusioni, noi seleziamo la classe dirigente».

Qui in Veneto come avete chiuso l’accordo con Forza Italia e FdI?

«Alla Lega spettano 17 collegi uninominali tra Camera e Senato, 9 a Forza Italia e 2 a FdI. La “quarta gamba” non ha ottenuto nulla perché le incompatibilità politiche sono fortissime e rischiano di diventare motivo di tensione, quando invece dobbiamo raccogliere il massimo del consenso. In ogni caso a Fratelli d’Italia spettano i collegi di Schio-Valdagno per la Camera e Rovigo Chioggia al Senato. A Forza Italia vanno 9 collegi: San Donà di Piave, Abano Terme, Vicenza città, Legnago, Villafranca di Verona, Venezia città, Treviso Conegliano Vittorio Veneto, Bassano e al Senato Vicenza Schio. Alla Lega sono stati assegnati 17 collegi perché i sondaggi ci danno ben oltre il trenta per cento, quindi doppieremo Forza Italia, il Pd e anche il M5S: non abbiamo rivali».

Non pensa che sia il caso di candidare Luca Zaia per regalare a Salvini una vittoria ancora più larga in Veneto?

«Il governatore ha rifiutato la candidatura a premier che gli era stata offerta da Berlusconi e non ha nessuna intenzione di candidarsi al Parlamento perché ha un impegno solenne con il popolo veneto: concludere il negoziato con il governo sull’autonomia, portando a casa un risultato storico. Una scuola su base regionale è l’obiettivo più importante per garantire alle nostre famiglie gli stessi risultati di efficienza e qualità registrati con la sanità».

Albino Salmaso



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