Elezioni regionali, le imprese: «Stallo folle. Non si aspetti le Marche per il candidato»

Pozza (Camera di Commercio Treviso /Belluno) : «Il centrodestra ci dica cosa vuole fare». Bertin (Confcommercio): «Gli incontri tutti inutili». Salvan (Coldiretti): «Si fissi la data». Pavin: «Paradossale nella regione dell’Autonomia»

Laura Berlinghieri
Chi succederà a Zaia a Palazzo Balbi? Gli imprenditori chiedo al centrodestra di non aspettare le Marche per la scelta del candidato
Chi succederà a Zaia a Palazzo Balbi? Gli imprenditori chiedo al centrodestra di non aspettare le Marche per la scelta del candidato

C’è una battuta che circola nel mondo dell’imprenditoria locale: il Veneto che chiede l’Autonomia deve aspettare l’esito del voto nelle Marche per conoscere il nome di centrodestra del suo candidato presidente.

Cosa pensano gli imprenditori

«Effettivamente, sì, lo diciamo un po’ tutti: sarebbe paradossale» ammette il padovano Massimo Pavin, a capo del gruppo Sirmax: azienda chimica dei polimeri termoplastici, da 850 dipendenti e 420 milioni di fatturato nel 2024.

Massimo Pavin
Massimo Pavin

Un primo stabilimento inaugurato negli Usa nel 2015 e un secondo nel 2020, gli affari di “casa nostra” probabilmente gli interessano meno rispetto ai grandi equilibri internazionali. Ma sa bene che qualsiasi contatto su larga scala ha bisogno di un gancio stabile. «E invece non si sa quasi nulla: noi non sappiamo chi sarà il candidato alla presidenza e i consiglieri regionali, che rappresentano i territori, non sanno nemmeno se si potranno ricandidare» dice.

Eppure, gli imprenditori veneti e i volti delle categorie continuano a essere tirati per la giacchetta a destra e a manca. «Ci continuano a chiedere incontri, appuntamenti. Ma cosa ascoltiamo a fare, se nemmeno sappiamo chi sarà il candidato di centrodestra?» si scalda Patrizio Bertin, a capo della Confcommercio veneta.

Patrizio Bertin
Patrizio Bertin

Venerdì 5 settembre, reduce da una tre giorni veneziana, lo ha ammesso persino il vicepremier Matteo Salvini: «Ho incontrato tanti imprenditori, tante associazioni, tanti cittadini che non vedono l'ora di scendere in campo e di vincere». Lo ripete, ma sono impulsi ai quali la premier non sembra particolarmente sensibile.

Dopo 15 anni di Zaia

Ma comunque, prima di preoccuparsi di vincere, conclusi quindici anni di amministrazione Zaia, gli imprenditori vogliono capire quale sarà il loro probabile interlocutore, nel quinquennio a venire: orfani del nome del candidato, ma persino della data delle elezioni. «Sì, confidiamo che si compongano presto le liste e sia fissata la data, per avviare gli incontri e approfondire i temi che ci sono cari: cambiamenti climatici, fauna selvatica, gestione del rischio in agricoltura». Carlo Salvan, presidente dellacpreferisce i toni morbidi. Morbidi, ma che non nascondono la chiarezza del messaggio: il mondo produttivo veneto chiede risposte, non accettando di essere ostaggio della politica nazionale, che ragiona con la logica dello scacchiere.

«Le Marche non c’entrano nulla con il Veneto» taglia corto Roberto Boschetto, a capo di Confartigianato, «Chi verrà ad amministrare il Veneto sarà al governo di un territorio che ha le sue peculiarità e i suoi bisogni. Aspettare di capire se sarà Acquaroli o Ricci il prossimo presidente marchigiano, per individuare il candidato del centrodestra dalle nostre parti, sarebbe assurdo». E invece l’assurdo potrebbe essere la più prossima trama della politica veneta, che rischia altri venti giorni – e oltre – di stallo.

«Servono certezze»

«Ma, tra dazi di Trump, guerre e costi dell’energia che restano alle stelle, il mondo dell’economia ha bisogno di una programmazione seria» richiama all’ordine Mario Pozza, presidente della Camera di Commercio Treviso-Belluno, «Il centrodestra ci deve dire, una volta per tutte, che cosa propone per questo territorio. Una regione importante come il Veneto ha bisogno di certezze e di non arrivare agli appuntamenti all’ultimo momento».

Il presidente Mario Pozza
Il presidente Mario Pozza

E a dipingere una simile preoccupazione, anche se a microfoni spenti, sono anche i confindustriali della regione, che pure in questa fase preferiscono non esporsi, confidando in un rapido scatto di reni della coalizione di governo. «Sono certo che i partiti troveranno una sintesi» commenta, ecumenico, Vincenzo Marinese, vicepresidente nazionale di Confindustria per l’organizzazione e i rapporti con territori e categorie.

E invece il nuovo vertice di coalizione, probabilmente in programma giovedì  11 settembre, rischia di rivelarsi l’ennesimo appuntamento interlocutorio. Ancora troppe le questioni da dirimere nella partita veneta, a partire dal ruolo di Luca Zaia e di una sua lista. «Non ci sono veti, ci ragioneremo su. Secondo me è un valore aggiunto, perché ci sono tanti sindaci che vorrebbero correre, anche senza casacche di partito» ha rilanciato il 5 ottobre Salvini. Ma sono ragioni alle quali Meloni e Tajani continuano a sembrare sordi. Servirà trovare una sintesi: sì, ma quando? —

 

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova