Regionali, ecco le 10 priorità della Cisl per il Veneto del futuro
Il segretario generale Paglini: «Siamo di fronte a una regione che ormai da tempo vede stagnare la propria produttività, un Pil in crescita volatile e oscillante, una forza lavoro sempre meno giovane e un potere d'acquisto dei cittadini in evidente discesa. Serve una svolta decisa»

Qualità e sicurezza del lavoro, formazione, partecipazione e democrazia economica, transizioni digitale ed ecologica, crisi demografica e ricambio generazionale, sanità e welfare, politiche abitative, giustizia retributiva, mobilità sostenibile, attrattività e coesione territoriale.
Sono questi i grandi temi del Manifesto programmatico che Cisl Veneto ha presentato oggi, primo ottobre, nella sua sede regionale a Mestre, in vista delle prossime elezioni regionali: «Siamo di fronte a un Veneto che ormai da tempo vede stagnare la propria produttività (anche frenata dai limiti dimensionali delle aziende), un PIL in crescita volatile e oscillante, una forza lavoro sempre meno giovane e un potere d'acquisto dei cittadini in evidente discesa. A questo corso è urgente e irrimandabile imprimere una svolta decisa, per garantire a un territorio in quiescenza ed evidente sofferenza un futuro sostenibile e inclusivo, equo e prospero per tutti e tutte» ha esordito il segretario generale regionale Massimiliano Paglini illustrando il manifesto che ora sarà trasmesso a tutte le forze politiche e ai candidati via via formalmente indicati.
Dal titolo "Per il Veneto del futuro. Un patto per lo Sviluppo, il Lavoro, lo Stato sociale", il documento costituisce la piattaforma programmatica di Cisl Veneto per la politica regionale, mettendo in fila idee e proposte concrete del sindacato finalizzate alla costruzione di un nuovo modello di sviluppo per il territorio, che consolidi per il Veneto centralità economica e sociale, valorizzi le sue specificità, coniughi solidarietà e libero mercato e rigeneri quell'attrattività progressivamente opacizzatasi negli ultimi anni.
«Chiediamo alla politica un patto sociale che metta al centro lo sviluppo, il lavoro, l'innovazione e la partecipazione, per trasformare la resilienza in crescita inclusiva e di qualità» ha affermato ancora Paglini. «È urgente rigenerare un dialogo sociale costruttivo, per questo la nostra prima proposta alla politica regionale, trasversale e a cappello di tutte, è di istituire un tavolo permanente di consultazione, un "Consiglio regionale dell'economia" che funga da cabina di regia e di programmazione per tenere saldate insieme, guardando alle criticità nella loro globalità, le politiche dei diversi ambiti strettamente interconnessi tra loro. Non più una partecipazione dei diversi attori sociali solo formale e non agita in profondità, dunque, ma una reale coprogettazione e coprogrammazione, che sappia sfruttare appieno il fondamentale contributo dei diversi protagonisti, le loro competenze, la capacità di leggere e interpretare i cambiamenti, il loro portato di idee e proposte. Solo questo potrà fare davvero la differenza e riattivare la forte caratterizzazione del Veneto quale regione innovatrice e avanguardista. Questa per noi è la chiave di volta su cui poggiare la crescita e lo sviluppo del Veneto di domani, facendo riemergere e riattivando tutte le sue potenzialità e le migliori energie».
Antenna sul territorio e osservatorio dei bisogni di lavoratori, pensionati e cittadini attraverso la propria quotidiana azione di rappresentanza e la capillare rete di servizi, Cisl Veneto ha raccolto ed elaborato nel suo manifesto le richieste e le questioni preminenti su cui serve impegnarsi e lavorare.
Frutto di un grande sforzo elaborativo generato in seno all'organizzazione a partire dalla fase congressuale della scorsa primavera, il documento si articola intorno a dieci priorità: partecipazione e democrazia economica come leva di sviluppo; Governance e transizioni (digitale, ecologica e demografica); Il lavoro come fattore abilitante dell'essere comunità: un'agenda per la qualità, la salute e la sicurezza e la giustizia retributiva; Formazione permanente, its e politiche attive integrate; Ricambio generazionale e politiche per la natalità; Sanità, welfare di prossimità e governance partecipata; politiche abitative e diritto alla casa; infrastrutture e mobilità sostenibile per un Veneto interconnesso; un Veneto attrattivo, inclusivo e innovativo; autonomia responsabile, governance partecipata e coesione.
Per ciascun punto, accanto alle criticità in buona parte ben note, la formulazione di alcune proposte concrete: oltre al "Consiglio regionale dell'economia", la creazione di un Osservatorio sulla partecipazione, la promulgazione della legge per i caregiver, l'incremento degli investimenti in ricerca e sviluppo al 3% del Pil regionale, e ancora un Polo universitario politecnico veneto e l'istituzione di un soggetto pubblico-privato per affrontare l'emergenza abitativa.
Le priorità
I dieci punti del manifesto programmatico sono:
- Partecipazione e Democrazia Economica
- Governance e Transizioni (Digitale, Ecologica, Demografica)
- Qualità, Salute, Sicurezza e Giustizia Retributiva del Lavoro
- Formazione Permanente, ITS e Politiche Attive
- Ricambio Generazionale e Politiche per la Natalità
- Sanità, Welfare di Prossimità e Governance Partecipata
- Politiche Abitative e Diritto alla Casa
- Infrastrutture e Mobilità Sostenibile
- Veneto Attrattivo, Inclusivo e Innovativo
- Autonomia Responsabile, Governance Partecipata e Coesione
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova