Elezioni: Zaia impone un patto sull’autonomia al centrodestra di Salvini, Berlusconi e Meloni

Il testo scritto dal governatore sul tavolo del negoziato per il voto in Veneto, Marche, Liguria, Campania, Puglia e Toscana 

lo scenario



Autonomia: è questa la parola chiave nel patto tra Salvini, Berlusconi e Meloni che stanno trattando per siglare l’intesa sulle sei regioni chiamate al voto a settembre. Il copyright è di Luca Zaia che ha scritto il testo base su delega di Salvini, per posare la pietra miliare con cui il centrodestra pensa di tornare a Palazzo Chigi. Impresa difficile. Perché il governo Conte ha rinsaldato l’alleanza con l’emergenza Covid e anche se i sondaggi danno in netto vantaggio Lega, FI e FdI, non sarà facile sfrattare il premier. L’unico leader che può oscurare la scena al “Professore” si chiama Luca Zaia, che ha però giurato fedeltà al suo Veneto. Un solo cruccio inquieta il Doge Serenissimo: non poter votare a luglio e dare in diretta sul tg web i risultati del suo trionfo, annunciato come un plebiscito. I sondaggi gli attestano un gradimento del 75 per cento grazie alla gestione perfetta dell’emergenza Covid. Un feeling che si è offuscato solo durante la polemica con il professor Crisanti sull’operazione dei tamponi di massa, ma il trionfo non è mai stato in discussione.

Il “disastro” Lombardia ha invece mandato a picco le quotazioni di Attilio Fontana e quindi nella Lega si sta preparando il simbolico passaggio di consegne sulla leadership: il Veneto diventa la regione leader, il modello da replicare in tutta la Penisola. Non solo nel Carroccio ma nel centrodestra, così riottoso a dialogare con il governo sugli Stati Generali dell’economia, mentre i presidenti delle venti regioni esercitano un perfetto gioco di squadra con Palazzo Chigi, grazie alla mediazione del ministro Boccia. La libertà di manovra sulle ordinanze che “correggono” i Dpcm Conte è la prova della perfetta intesa istituzionale, con Bonaccini in cabina di regia.

I sondaggi dicono che Zaia può vincere con il 70% e la sua lista da sola vale il 40%, con Forza Italia e FdI residuali, ma Berlusconi e Meloni hanno ribadito che la squadra si deve presentare unita in tutte e sei le regioni. In Liguria si punta alla riconferma di Toti, anche se non sarà una passeggiata. In Puglia, Fitto è convinto di battere Emiliano mentre in Campania l’emergenza Covid sta dando una grande mano a De Luca. Qui Forza Italia dovrebbe fare mezzo passo indietro e candidare un civico gradito anche a Salvini, che esprimerà il candidato presidente in Toscana mentre nelle Marche l’accordo prevede che sia Fratelli d’Italia a tentare l’assalto alla poltrona del Pd.

Cosa unisce questo voto? L’eterna sfida del federalismo. Con la riforma dell’autonomia differenziata, cavallo di battaglia di Zaia che dopo il referendum di tre anni fa ha vinto la sfida con il centralismo romano proprio sulla gestione della pandemia Covid. Fontana invece ne esce ridimensionato e il “modello Lombardia” per il momento finisce in soffitta, in attesa di tempi migliori e magari dopo aver rivisto il rapporto tra pubblico e privato nella sanità.

Il testo base sull’autonomia vergato da Zaia si snoda in 23 capitoli, che sono le 23 materie previste dalla Costituzione, da tre anni al centro del negoziato con Roma. Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna vogliono tagliare il traguardo entro l’anno, ma la “legge quadro” scritta da Boccia arriverà in consiglio dei ministri appena calerà il sipario sull’emergenza Covid. Se ne riparla ad ottobre. Ecco perché Luca Zaia pretende fin da oggi che il patto del centrodestra sulle regioni alle urne, abbia una sola pietra miliare: l’autonomia. La “madre di tutte le battaglie”. Il patto firmato da Salvini, Berlusconi e Meloni diventerà quindi la chiave di lettura per la formazione delle nuove giunte regionali. Fratelli d’Italia, così legata all’idea di unità nazionale, sarà pronta al grande passo? —

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