Elisoccorso Leone 1, 640 missioni in un anno: «Così salviamo vite dove nessun altro può arrivare»

Dal 2020 la referente è Giovanna Zilio, volto del Suem 118 di Treviso. Con il suo team vola tra montagne, boschi, ghiacciai e isole per portare cure in scenari estremi, anche di notte grazie ai visori speciali.

Lorenza Raffaello

Istanti infiniti dove il tempismo e il sangue freddo decretano il successo o il fallimento dell’operazione. Poco importa se sia per un arto rotto o per un trauma gravissimo: quando l’incidente avviene in zone ostili, tutti i pazienti hanno la stessa urgenza e devono essere raggiunti. Terreni scoscesi, boschi, pareti di roccia, ma anche isolette della laguna. Dove nessun altro mezzo può, Leone 1, l’elisoccorso del Suem 118, riesce ad arrivare e a salvare vite. Soprattutto in montagna.

Ed è allora che si apre il portellone e dalla cabina si calano il medico e il tecnico del soccorso alpino, con l’unico aiuto di un verricello, di una barella e di uno zaino con il kit di primo intervento. Nonostante l’altezza, nonostante il dislivello, nonostante il freddo e il caldo, la pioggia o la neve, 24 ore su 24, 7 giorni su 7. La priorità di ogni missione è caricare il ferito a bordo e trasportarlo in ospedale nelle migliori condizioni possibili. Missioni in cui spesso, a rischiare la vita, sono anche i soccorritori. Soprattutto in questi giorni in cui le Dolomiti sono prese da assalto da turisti, spesso inesperti e impreparati alla montagna.

Leone 1, ecco tutti i segreti dell'elicottero che salva le vite: il video

Leone 1 

Leone 1 (si chiama così per un omaggio a quello alato della Serenissima) è il nome dell’elisoccorso che ha come base Treviso, ma che serve oltre alla Marca anche la provincia di Venezia e quella di Vicenza, soprattutto il territorio montano. Inoltre, supporta gli altri elicotteri della Regione Veneto, intervenendo in caso di necessità.

Si tratta dell’Aw169, un elicottero di nuova generazione progettato da Leonardo, il gruppo high-tech attivo nello sviluppo di tecnologie per la sicurezza globale e di proprietà di Avincis, la compagnia aerea.

La base di Treviso, in particolare, ha la capacità di operare in territori complessi, missioni rese possibili grazie alla presenza del verricello e alla disponibilità costante di un tecnico del Cnsas (Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico), una figura chiave per garantire interventi sicuri ed efficaci anche nei contesti più difficili. Un’ambulanza volante, che permette di eseguire trattamenti intensivi già durante le fasi di volo e continuità assistenziale nella fase pre-ospedaliera, anche a motori spenti.
 

Giovanna Zilio, il volto dell’elisoccorso Leone 1: «Così portiamo aiuto dove nessuno può arrivare»

Le missioni

Nel 2024 la base di Treviso ha effettuato 640 missioni, suddivise in 496 interventi primari, vale a dire sul luogo dell’incidente o del malore, e 154 trasporti sanitari tra strutture ospedaliere. Tra i primari, 154 sono stati svolti in orario notturno e 120 hanno riguardato interventi in ambiente montano per incidenti di escursionisti e di volo libero come parapendio e deltaplano. Leone 1 è operativo anche sul litorale, 15 interventi sono stati effettuati in spiaggia, con sbarco su battigia tramite verricello, un trend in aumento: quest’anno, nel solo periodo tra maggio e oggi, sono già stati superati i 20 interventi.

Il volo notturno

Dal 2021, nella base 118 di Treviso è attivo il servizio notturno. Ad oggi è possibile portare a termine le missioni su siti non censiti e non illuminati grazie all’impiego dei visori notturni (Nvg). «Si tratta di una tecnologia di derivazione militare che permette di aumentare la visione», spiega il pilota Michele Cibin,

«Utilizziamo le sorgenti di luce presenti in cielo per intensificare ciò che riusciamo a vedere e così identifichiamo tutta l’orografia circostante. Per avere una visione completa, poi, guardiamo al di fuori delle lenti per crearci uno schema mentale dell’ambito esterno».

«La cabina di pilotaggio è completamente digitale, con grandi schermi, tecnologia touchscreen e un’ottima visibilità esterna: elementi fondamentali per avere sempre sotto controllo ciò che accade attorno», aggiunge Riccardo Ronchini, del marketing di prodotto per l’Aw169 nella Divisione Elicotteri. «L’avionica integra sistemi di assistenza che segnalano ostacoli e pericoli, la presenza di velivoli e una visualizzazione tridimensionale dell’ambiente esterno».

La squadra

L’equipaggio è composto da due piloti (uno solo di giorno in estate), un tecnico aeronautico, un medico anestesista-rianimatore, un infermiere e il tecnico del soccorso alpino, questi ultimi formati per poter calarsi con il verricello.

L’affiatamento della squadra è direttamente proporzionale all’efficacia dell’intervento. Ogni componente è iper specializzato nelle operazioni che lo riguarda e, durante la missione, tra tutti i membri c’è estrema fiducia. Quando si ha poco tempo non c’è la possibilità di mettere in dubbio l’altro, si esegue il comando dello specialista. Ognuno fa del suo meglio e solo insieme si possono salvare le vite. Anche nel più ostile dei territori. 

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