Fiano, ritorno a Ca’ Foscari tra i cori di contestazione proPal: «Il dissenso è sale della democrazia»
L’ex deputato del Pd martedì 4 novembre ospite dell’Università di Venezia per concludere l’intervento sulla crisi in Medio Oriente che nei giorni scorsi era stato interrotto dall’irruzione nella sala di alcuni attivisti. Polizia schierata per garantire la sicurezza. La ministra Bernini: «Mia più il gesto della P38 in una Università»

«Il dissenso è il sale della democrazia, la sua morte è il silenzio. Quando Simone (Rizzo, ndr) e gli altri membri dell’Associazione Futura mi hanno invitato a questo incontro, mi è sembrato un titolo azzeccato. Sono perché nessuno boicotti nessun altro, perché in Italia non ci sia il boicottaggio di Israele. Non sono d’accordo con le politiche del governo Netanyahu ma esempi contemporanei di boicottaggi fatti in questi anni, penso a Iran e Russia, non sono serviti. Bisogna costruire dialoghi di pace, promuovendo conferenze».
Sono le parole di Emanuele Fiano, ex deputato Pd e presidente di Sinistra per Israele, arrivato martedì 4 novembre in aula Baratto a Ca’ Foscari per portare a termine quell’incontro interrotto dagli attivisti pro Pal lunedì 27 ottobre. Applausi per l’ex deputato, preceduto dalla rettrice Tiziana Lippiello, in prima fila la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini. «Che ci sia un dissenso e una contestazione è il sale della democrazia. Voglio rivolgere un appello a chi mi ha contestato», sottolinea Fiano, «Per questi ragazzi, senza che urlino, senza che facciano il gesto della P38, io sarò sempre disponibile a parlare».
All’esterno dell’Università, le contestazioni con il Fronte della gioventù comunista: «Emanuele Fiano non è il benvenuto a Ca’ Foscari».
«Questo è un momento di unione e vorrei esprimere ancora una volta a Fiano la profonda solidarietà per quanto accaduto», le parole della rettrice Lippiello, «L’evento di lunedì scorso è stata un’iniziativa dei nostri studenti, menziono Giulia, studentessa di arabo ed ebraico, e Simone Rizzo presidente dell’associazione. Era un dialogo per la pace con finalità per l’ascolto, quindi abbiamo voluto ricreare le condizioni per concludere il discorso».
Poi prende la parola Simone Rizzo, presidente dell’Associazione studentesca Futura che aveva organizzato il primo incontro. «Non cercavamo l’attenzione dei media, arrivando persino a spostare l’aula dell’incontro e comunicandolo solo ai registrati», sottolinea Rizzo, «Purtroppo quella conferenza non ha potuto compiersi con parole e gesti che pensavamo consegnati al passato. Noi non ce ne siamo andati, ma non abbiamo potuto proseguire. In quell’azione di censura c’erano anche studenti, ma erano solo gruppi esterni, mai nessuno a Ca’ Foscari aveva impedito di tenere una conferenza. Chi studia a Ca’ Foscari crede nella libertà della parola. Fiano lo abbiamo invitato non come rappresentante di una delle due parti in conflitto, ma perché la sua storia e il suo impegno sono a nostro opinabile giudizio un contributo prezioso per la nostra comunità».
La ministra Bernini
La ministra dell’Università Anna Maria Bernini ha parlato a margine, non volendo prendere il microfono dell’aula Baratto ma desiderando ascoltare Fiano.
«Tutti hanno diritto di parlare, altrimenti non è più un’università ma uno stadio. Siamo in un luogo dove l’unico limite è il no alla violenza, mai in un’aula universitaria dovremo di nuovo vedere il gesto della P38», sottolinea Bernini, «Chiunque insulti dentro o fuori è un reato. La rettrice ha scelto di non denunciare, è una sua scelta. Vorrei ringraziare le forze dell’ordine che ci consentono di essere liberi: oggi possiamo essere qui perché qualcuno fuori ce lo sta consentendo».
Le contestazioni
«Emanuele Fiano non è il benvenuto a Ca’ Foscari». A dirlo in Calle larga Ca’ Foscari è Paolo Spena, della segreteria nazionale del Fronte della gioventù comunista.
È arrivato a Venezia perché, dice, il caso è diventato nazionale ed esserci non era un’alternativa ma una necessità: «Siamo qui per ribadire che gli studenti hanno il diritto di contestare un politico che fa la Sinistra per Israele mentre Israele fa un genocidio».
Mentre un cordone di poliziotti separa gli attivisti pro Pal dalla sede centrale di Ca’ Foscari, dove si tiene l’incontro blindato con Emanuele Fiano, si alzano i cori: “Massacrano civili, distraggono ospedali, le bombe di Israele sono criminali” e ancora “Fiano, venduto, non sei il benvenuto”.
Nel mentre, Fiano si accinge ad entrare a Ca’ Foscari per riprendere da dove era stato interrotto, lo scorso 27 ottobre, il suo discorso sulla crisi in Medio Oriente. Allora le urla e le contestazioni degli attivisti pro Pal del collettivo Sumud e del Fronte della Gioventù Comunista gli avevano impedito di terminare il suo discorso.
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