Gambato: «Mai interrogato né perquisito»

La verità del presidente degli industriali di Rovigo: perché tanto accanimento contro di me? Le inchieste finiranno in nulla
Di Renzo Mazzaro
Gianmichele Gambato e Galan davanti al nuovo treno Nuovo Treno Piove di Sacco..BELLUCO
Gianmichele Gambato e Galan davanti al nuovo treno Nuovo Treno Piove di Sacco..BELLUCO

VENEZIA

E’ seccatissimo ma non ha niente da dire. Vuole essere lasciato in pace. Vorrebbe tornare a lavorare dimenticato da tutti. Magari tutti no, perché resta un uomo di potere, confortato - sostiene - da tanti che si stupiscono di tutto il cancan creato attorno al suo nome. Dopo che ha fatto guadagnare 24,1 milioni di euro a Grandi Stazioni, con la vendita del palazzo delle Ferrovie. Dopo che la Regione Veneto grazie a lui ha concentrato in un’unica sede 600 dipendenti, con un’operazione di cui tutti parlano bene.

Magari tutti no, visto che due procure se ne occupano. «Ma non c’è niente di nuovo da due anni a questa parte - risponde perentorio Gian Michele Gambato, presidente e direttore generale di Sistemi Territoriali spa, società regionale, che ha incassato (lui non la spa) la famosa parcella di 1,6 milioni di euro nella compravendita del palazzo compartimentale delle Ferrovie –. Faccio fatica a capire tanto accanimento mediatico in mancanza di novità».

Magari non saranno molte, ma due novità ci sono: la Corte dei Conti ha aperto un’indagine sulla congruità del prezzo pagato e il Consiglio regionale del Veneto sta varando una commissione d’inchiesta sulla compravendita. «Questi fatti riguardano altri e non me», replica il presidente.

Stiamo facendo un’intervista? «No, niente interviste, sono stanco di finire sui giornali», la pianta dura Gambato. Ma continua a puntualizzare, a rettificare, in una conversazione che va avanti per un’ora. Alla fine è inevitabile sintetizzare la sua verità.

Inchieste giudiziarie. Gambato sostiene di non essere mai stato interrogato in due anni e che i suoi uffici non sono mai stati sottoposti a perquisizione. Dell’inchiesta di Venezia per concussione ha saputo dai giornali nel 2010 ed è convinto che non potrà essere che chiusa, non essendo mai stata chiesta una proroga dei termini. Dell’inchiesta di Roma per truffa in concorso con altri, avviata su denuncia di Grandi Stazioni, il suo avvocato ha chiesto un accesso agli atti senza ottenerlo. Gli risultano tre proroghe, l’ultima concessa in novembre, ma chieste da tre pm diversi. Il che equivale, a suo parere, a dire che le indagini sono rimaste a zero. Di questo passo, quando anche l’inchiesta romana scadrà, sarà inevitabile la prescrizione. Gambato invece vuole uscire con un processo e un’assoluzione, non con una prescrizione, come ha fatto Berlusconi (questo lo aggiungiamo noi).

L’accusa di truffa. Dov’è stata pagata la consulenza di 1,6 milioni di euro? Dagli atti giudiziari si potrebbe desumere a Roma. Invece no, Gambato precisa che il conquibus è stato versato con un bonifico su un conto bancario a Rovigo. A suo parere è qui che il reato sarebbe stato consumato: ne consegue che il foro competente avrebbe dovuto essere quello di Rovigo. Nel merito dell’accusa di truffa, il presidente di Sistemi Territoriali vorrebbe tanto vedere con quali argomenti l’amministratore delegato di Grandi Stazioni Fabio Battaggia sosterrà l’ipotesi in tribunale.

La concussione. Gambato predica l’insostenibilità di questa accusa: primo, perché nel 2001, quando nasce la consulenza con Grandi Stazioni che vende alla Regione, non era ancora diventato presidente di Sistemi Territoriali, società regionale; secondo, perché anche da presidente di Sistemi Territoriali non può essere considerato un dirigente regionale, trattandosi di una società per azioni.

Rapporti con Caputi. Sostiene Gambato che nel 2001 l’ex amministratore delegato di Grandi Stazioni Massimo Caputi, che contatta Giancarlo Galan per valutarne l’interesse al palazzo, era già uscito da Proger Spa, la società di ingegneria di Pescara ereditata dal padre. Gambato lavorava per la Proger quando il titolare era Massimo Caputi e oggi è ancora componente del comitato esecutivo della società: ma questo non può stabilire collegamento con gli affari di Caputi, che manca da dieci anni. Al contrario, andrebbe apprezzata la sua disponibilità di competere su tanti fronti nell’interesse di Sistemi Territoriali: che altri modi ci sono per crescere? (sic)

Le presidenze. “L’argomento Caputi” appena citato serve a Gambato per giustificare la presenza in numerosi Cda di società pubbliche. Di due partecipate da Sistemi Territoriali (Veneto Logistica e Nordest Logistica) non val la pena parlare per l’eseguità del compenso, 9.000 e 10.000 euro lordi l’anno, che denotano lo spirito caritativo più che manageriale del nostro; nelle stesse condizioni Attiva spa, 21.000 euro e grattacapi a non finire. Ma anche Unindustria di Rovigo è vista come una missione da compiere: «Mia moglie mi dice sempre dimettiti, che fai meglio».

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