Hub “inflessibili” e quante barriere in casa di riposo
La campagna vaccinale procede con ritmo e diffusioni soddisfacenti ma non mancano, qua e là, gli intoppi puntualmente segnalati dai cittadini. Scrive la signora Farida Bocchese: «Il presidente Zaia aveva promesso flessibilità nella seconda dose, in particolare nella stagione estiva. Martedì mi sono recata in fiera a Vicenza per il vaccino Pfizer, richiamo fissato il 13 luglio. Lavoro in Olanda e ho chiesto di anticipare l’appuntamento di almeno di una settimana, perché il primo del mese devo riprendere servizio, così ho ribadito ai responsabili dell’hub l’impegno di Zaia e loro mi hanno risposto che il presidente non è un medico e i medici hanno deciso così. Risultato? Dovrò ritardare il mio ritorno al lavoro di quindici giorni». Lagnanze anche sul versante delle case di riposo. «Ci sono istituti che disattendono le condizioni fissate per le visite, il decreto del governo e le disposizioni regionali consentono l’accesso a chi esibisca la certificazione vaccinale della prima dose ma ci sono alcune Rsa, come quella di Caldogno, che esigono anche il richiamo, limitando così il contatto con i nostri cari alla gran parte dei familiari, visto che quasi tutti abbiamo fatto la prima dose e al richiamo mancano chi 20, chi 30, chi 40 giorni», è la protesta di Silvano Laghetto, “rappresentante di reparto” nel paese natale di Roby Baggio.
E c’è chi va oltre: «Molte case di riposo, nonostante l’ordinanza del ministero della Salute dell’8 maggio, e nonostante ospiti e familiari siano vaccinati con la seconda dose, non hanno modificato le modalità di visita agli ospiti: si può effettuare una visita la settimana, se al chiuso con la parete di plexiglass, all’aperto mantenendo le distanze e senza possibilità alcuna di abbracci», lamenta Goretta Calearo; «Quando potremo riabbracciare i nostri genitori, vederli più di una volta la settimana? Si dovrà aspettare la scadenza dell’ordinanza vale a dire il primo agosto?». Domande legittime, che attendono risposta. —
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova