Il Parco Bolasco è il più bello d’Italia Un premio a Padova

CASTELFRANCO
Da ieri anche ufficialmente Parco Bolasco è il parco pubblico più bello d'Italia. Nella splendido Salone delle Feste, Leandro Maestria, presidente del premio giunto alla sua sedicesima edizione, ha consegnato il riconoscimento nelle mani del magnifico rettore dell'Università di Padova Rosario Rizzuto, alla presenza del sindaco Stefano Marcon e del presidente della Regione Luca Zaia. «Oggi partecipiamo alla grande bellezza del territorio», ha detto il rettore Rizzuto, «con un parco che è un sito universitario, come testimonia la presenza del Cirpam, che ospita momenti di formazione internazionali». Parole che in qualche modo vogliono assicurare che è stata rispettata la volontà della famiglia Bolasco nel donare questa area storico-artistica all'ateneo patavino, con lo scopo di farvi alta cultura. E il legame con gli antichi proprietari era testimoniato dalla presenza in sala di Antonia Raselli Bolasco, l'ultima discendente che ben si ricorda quando proprio questo salone era il crocevia dei momenti più importanti della città.
Un traguardo, quello di essere il parco più bello d'Italia, raggiunto in pochi anni, grazie a un sapiente lavoro di restauro del parco (ma, doveroso non dimenticarlo, anche della villa): un lavoro che ha consentito di ricavare un parco romantico da quello che era ormai un bosco selvaggio, dove parevano emergere come reperti archeologici le statue di Orazio Marinali e la splendida Cavallerizza, capriccio del conte Francesco Revedin – colui che affidò a Giambattista Meduna il rifacimento della villa – per allenare i suoi amati cavalli.
Un restauro filologico che ha portato a scoprire perché sono stati piantumati certi tipi di alberi e non altri e dove lo spazio visivo incorniciava un panorama che arrivava fino al Grappa, ora interrotto dai dodici piani dell'ospedale. Un percorso che, una volta iniziato, è proceduto in modo spedito, come ha ricordato il professor Raffaele Cavalli, delegato dell'ateneo del compendio Bolasco. «Un ringraziamento va a tutti coloro che hanno reso possibile questo», ha detto il docente, «persone e istituzioni che hanno collaborato per riportare all'antico splendore questo sito. Quando abbiamo cominciato il restauro, una cosa era fuori discussione: non sarebbe stato un parco pubblico, ma un laboratorio dove si fa ricerca, da considerare alla stessa stregua di una raccolta museale dove gli alberi sono le opere d'arte da ammirare». Ma Cavalli ha anticipato anche un nuovo ruolo che potrebbe avere villa Bolasco: «Una possibilità che al momento è in itinere, ma che vedrebbe Bolasco coordinare un collegamento tra le varie ville presenti nel territorio della Castellana, come ad esempio villa Emo a Fanzolo».
«Un premio che non può che essere motivo di grande soddisfazione», dichiara il sindaco Marcon, «e che suggella l'ottimo rapporto instaurato tra la nostra città e l'università. Un riconoscimento che da oggi fa sì che Castelfranco, oltre che la città di Giorgione, sia anche la città del parco Bolasco. Con valenze diverse: innanzitutto quella turistica, ma anche socio-sanitarie: ricordo infatti che il parco ha potuto essere anche un percorso ricreativo per gli ospiti della casa di riposo».
«In un Paese dove si dice che non funziona nulla», è il plauso del presidente della Regione Luca Zaia, «la vicenda del compendio Bolasco testimonia invece il contrario». —
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