Il turismo ebraico, una nicchia sempre più interessante

Lo studio di JFC per la Giornata della Memoria: molti studenti, ma non solo. Accoglienza punto dolente
Uno scatto di Stefano Girgenti nel ghetto di Padova, concorso Padova Meraviglia
Uno scatto di Stefano Girgenti nel ghetto di Padova, concorso Padova Meraviglia

Non solo Musei e Sinagoghe ma anche cimiteri, memoriali, palazzi ed altri luoghi che sono in grado di racchiudere e raccontare un pezzo drammatico della storia ebraica: qui è viva la capacità di coinvolgere il visitatore e di farlo immergere nella storia senza retorica, miscelando valori storici, cultura e spiritualità. Ma tutto ciò, oggi, è anche turismo.

In Italia vi sono 21 Comunità ebraiche di dimensioni molto diverse tra loro, con propri rabbini o ministri di culto, con una o più sinagoghe, scuole e servizi a disposizione della comunità (cimiteriali, attività culturali ed educative, etc.). Ed è nelle città dove esistono tali Comunità che si trovano i principali luoghi di visita e conoscenza della cultura ebraica: dal Piemonte (con il Complesso Museale Ebraico di Casale Monferrato, la Sinagoga e la Mostra Permanente di Carmagnola, la Sinagoga ed il Museo Ebraico di Asti) al Veneto (con il Museo Ebraico di Venezia ed il Museo della Padova Ebraica di Padova), dal Lazio (con il Museo Ebraico di Roma ed il Sacrario delle Fosse Ardeatine) alla Toscana (con il Museo Ebraico di Firenze, quello di Pitigliano e quello di Livorno, la Sinagoga di Siena), dall’Emilia Romagna (col MEB di Bologna, il Museo Ebraico di Soragna, il MEIS di Ferrara, il Museo ed il Campo di Fossoli di Carpi) al Friuli Venezia Giulia (con il Museo Ebraico e la Risiera San Sabba di Trieste, il Museo della Sinagoga di Gorizia), dalla Lombardia (con il Museo e la Sinagoga di Sabbioneta ed il Memoriale Shoah Binario 21) sino al Museo Sinagoga S. Anna di Trani, il Museo Ebraico di Merano ed il percorso della Lecce Ebraica Medievale e Palazzo Taurino, l’Italia è disseminata di storia ebraica, tutta da scoprire.

Tutto questo enorme patrimonio si sta sempre più aprendo a turisti ed escursionisti, che non si accontentano di visitare solo il Museo o la Sinagoga ma che, al contrario, sono interessati a “vivere” un’esperienza più completa della cultura ebraica sotto forma di itinerario e di incontro con le Comunità ebraiche, di visita del ghetto, di conoscenza delle tradizioni e della cultura ebraica.

Ed è anche per questo motivo che, ad esempio le Sinagoghe, si stanno sempre più aprendo a mostre, esposizioni d’arte, workshop, presentazioni, incontri, etc., sebbene venga richiesto il rispetto per la fede ebraica, ad esempio non effettuando visite di sabato e durante le festività ebraiche, l’obbligo di indossare le kippot per i maschi e vestiti non troppo scollati per le signore.

Un fenomeno, quello del “turismo ebraico”, che all’estero funziona molto bene: anche senza considerare i 200mila ingressi che registra ogni anno il Beit Hatfutsot Museum di Tel Aviv, i più vicini mahJ di Parigi ed il Museo de Historia de los Judìos di Girona in Spagna registrano cadauno circa 90mila visitatori annui, con l’ingresso inserito nei “museum pass” e con visitatori provenienti dall’America del Nord, del Sud, dall’Asia, dall’Africa, dal Medio Oriente e dall’Oceania, oltre che dall’Europa, registrando tassi di crescita costanti variabili tra il 7% ed il 15% annui.

In Italia, l’identità culturale ebraica si esprime in oltre 20 musei ed esposizioni permanenti, 60 sinagoghe e circa 100 cimiteri; tra questi, sono meno di una trentina i luoghi che generano forte interesse turistico per tutto ciò che sanno rappresentare in termini storici, culturali ed emozionali.

“Complessivamente, nel 2017 – afferma Massimo Feruzzi, Amministratore Unico di JFC e responsabile della Ricerca – i 25 luoghi più rappresentativi della cultura ebraica in Italia hanno attirato 711.210 visitatori, con un incremento del +12,1% rispetto all’anno precedente. Si tratta di ospiti provenienti da diversi Paesi, con una quota di internazionalizzazione pari al 36,7% e con una forte concentrazione di studenti italiani, che rappresentano oltre il 50% dei visitatori nazionali. Un comparto turistico, questo legato alla cultura ebraica, che nel 2017 ha generato un valore complessivo pari a 45 Milioni 750mila Euro e che crescerà nel 2018 del 24,5%.

Il “cuore pulsante” di questa offerta sono naturalmente i luoghi della cultura ebraica: nei 25 valutati in Italia come quelli capaci di generare interesse per una visita “dedicata”, i 711.210 visitatori del 2017 hanno garantito un fatturato pari a 2 Milioni 687mila Euro con il solo biglietto di ingresso (valore medio pari a 4,2 Euro).

Oltre a questi incassi, tali luoghi – in prevalenza Musei – hanno incassato una cifra quantificabile in ulteriori 1,3 Milioni di Euro per attività extra, che vanno dai laboratori alle vendite di libri ed oggettistica, dalle vendite di prodotti tipici e kosher, etc.

Vi è poi il valore aggiunto che tali visitatori generano sul territorio, al di fuori della spesa sostenuta per la visita al sito di interesse. Sul totale di coloro che visitano questi luoghi, è interessante notare come il 78,3% siano escursionisti (557.174 visitatori), che quindi non soggiornano in strutture ricettive del territorio.

Visitatori che hanno comunque speso sul territorio – non solo per l’ingresso al sito culturale – in bar, ristoranti, nell’acquisto di souvenir e servizi, etc.:

Per quanto riguarda gli escursionisti italiani:
•    la loro spesa media si è assestata a 25,10 Euro;
•    il fatturato complessivo generato per l’economia turistica è stato pari a 9 Milioni 157mila Euro.

Per quanto riguarda gli escursionisti stranieri:
•    la loro spesa media sale a 43,20 Euro al giorno;
•    il fatturato complessivo generato per l’economia turistica da questi ospiti è stato pari a 8 Milioni 307mila Euro;

per un valore complessivo del solo “escursionismo” legato ai luoghi della cultura ebraica pari a 17 Milioni 465mila Euro.

Al contrario, i restanti 154.036 visitatori (pari al 21,7%) sono turisti, quindi soggiornano; a questo proposito è interessante considerare che è più alta la quota degli ospiti stranieri rispetto a quella dei nostri connazionali, in quanto rispettivamente il 19% dei visitatori italiani ed il 26,3% dei visitatori stranieri soggiorna nell’ambito della località per almeno una notte, più precisamente il soggiorno medio degli italiani è pari a 1,2 notti, mentre gli stranieri hanno una permanenza maggiore, pari a 1,9 notti.

In sostanza, nel 2017 in Italia gli arrivi si turisti – quindi coloro che hanno soggiornato almeno una notte sul territorio con la principale motivazione di una visita ad un luogo della cultura ebraica – sono stati rispettivamente 85.582 per quanto riguarda gli italiani (generando 102.699 presenze) e 68.454 quelli stranieri (per 130.063 presenze). Un numero sicuramente limitato rispetto alle reali potenzialità del segmento.

Questi ospiti, quindi, hanno dormito in strutture ricettive (ed in questo caso i clienti stranieri preferiscono strutture di alto livello qualitativo), pranzano in ristoranti (preferibilmente kosher), visitano ovviamente Musei, Sinagoghe, Monumenti, etc. ma sono fortemente interessati anche a tutti gli ulteriori aspetti culturali del territorio, oltre ad acquistare souvenir e prodotti tipici.

Per quanto riguarda i turisti italiani:
•    la loro spesa media si è assestata a 104,20 Euro al giorno;
•    il fatturato complessivo generato per l’economia turistica è stato pari a 10 Milioni 701mila Euro;
•    di questo valore, il 46,5% è stato speso nel sistema ospitale ed il resto in ristorazione, caffetteria, trasporti interni, servizi, ingressi, etc.

Per quanto riguarda i turisti stranieri:
•    la loro spesa media sale a 135,20 Euro al giorno;
•    il fatturato complessivo generato per l’economia turistica da questi ospiti è stato pari a 17 Milioni 584mila Euro;
•    di questo valore, il 54,7% è stato speso nel sistema ospitale ed il resto in ristorazione, caffetteria, trasporti interni, servizi, ingressi, etc.; per un valore complessivo del solo “turismo” legato ai luoghi della cultura ebraica pari a 28 Milioni 285mila Euro.

Per quanto riguarda il target dei visitatori, la quota maggiore è data dagli “studenti, di ogni ordine e grado” (soprattutto scuole superiori), che rappresentano circa la metà dei visitatori: il 50,6% del totale. Seguono poi le “famiglie con bambini” (8,8%) ed i  “gruppi di organizzazioni religiose” (8,4%).

Altri visitatori sono gli “appassionati di storia, religione e cultura ebraica” (7,9%), i “pensionati” (7,4%), le “persone che sono in vacanza in zona o crocieristi” (7%), come pure “cral ed associazioni culturali” (5,6%) ed altri.

Queste visite si concentrano soprattutto in alcuni mesi dell’anno: emerge infatti che le maggiori quote di visite si hanno nel periodo aprile/settembre con il 78,1% delle visite complessive, con il mese di settembre – mese in cui si svolge la giornata della cultura ebraica – che risulta essere quello con la maggiore quota (14,5%), seguito da giugno (14,1%) e da maggio (13,9%). Interessante altresì notare come il mese di gennaio raccolga l’8,3% dei visitatori complessivi, e ciò è dovuto alla Giornata della Memoria (27 gennaio).

Ma da dove provengono questi visitatori?

Si è già detto che i visitatori stranieri sono complessivamente – tra turisti ed escursionisti – 260.777: di questi, la maggior parte proviene dagli Stati Uniti (18%), seguiti dai residenti in Germania ed Austria (17,6%), dai residenti in Francia (15,9%) ed in Israele (10,4%).

Oltre a questi, vi è una quota pari al 9% di visitatori provenienti dalla Gran Bretagna, dall’Australia (4,8%), dalla Slovenia (3,9%), dalla Russia (3%), dall’Olanda (2,8%), dal Brasile (2,5%) ed, in misura minore al 2%, da altri Paesi.

I visitatori italiani sono invece – sempre complessivamente tra turisti ed escursionisti – 450.433: di questi, la maggior parte è residente in Lombardia (16,4%), seguita dal Veneto (12,5%), dal Piemonte (11,4%) e dal Lazio (10%). Quote di visitatori inferiori al 10% si hanno dall’Emilia Romagna (8,1%), dalla Toscana (7,4%), dal Friuli Venezia Giulia (7,4%), dalle Marche (4,7%), dalla Liguria (4%), etc.

“Ampliare questa offerta culturale – continua Massimo Feruzzi –  è un’opportunità più che un’esigenza storico-culturale. Nel 2018 si stima una crescita di visitatori con questo interesse primario del +24,5%, raggiungendo in tal modo nell’anno appena iniziato quota 885mila visitatori, anche grazie alla recente apertura del MEIS di Ferrara. Ma ciò rappresenta solo un incipit per le Amministrazioni e le società di gestione e promozione di tali beni a sviluppare percorsi ed itinerari culturali, come pure al sistema ospitale e ristorativo, che deve sapere esattamente con quali servizi rispondere alle esigenze di questi ospiti. Il potenziale mercato è infatti molto più ampio di quello attuale, pari a 11 Milioni 803mila clienti ebrei solo in Israele e negli USA, mentre si calcola che in tutto il mondo gli ebrei siano oltre 100 Milioni”.

In Italia sono infatti ancora pochissime le strutture in grado di ospitare clienti di religione ebraica, offrendo non solo ristorazione kosher ma garantendo molti altri servizi: la presenza del mashgiach (un controllore per il rispetto delle regole ebraiche per la preparazione del cibo); la presenza di chiavi tradizionali, dell’ascensore che si muove in automatico e di luci che si spengono/accendono anch’esse in automatico (in quanto durante le festività non è permesso agli ebrei di usare l’elettricità); bollitore d’acqua automatico per la preparazione del thé; candele a disposizione durante lo Shabbat; etc.

Tra le strutture riconosciute tali in Italia vi sono il My Kosher Hotel & Spa di Canazei, l’Olympic Kosher Holidays di Sirmione e l’Hotel Kosher Giardino dei Melograni di Venezia.

Su questo ambito stanno già lavorando diversi Tour Operator internazionali, mentre sono ancora pochissimi i TO italiani che hanno al proprio attivo una specializzazione in questo ambito e che, allo stato attuale, gestiscono flussi molto limitati.  Le loro proposte, sempre costruite “su misura”, si sviluppano in prevalenza attraverso itinerari di una giornata.

I Tour Operator esteri organizzano invece itinerari complessi, che vanno dai 3 ai 15 giorni, unendo sempre al percorso ebraico la scoperta dei principali luoghi della cultura italiana, e raggiungendo quote di partecipazione di 4.500,00 Euro a persona (viaggio aereo escluso).

Si prevede che il 27 gennaio – Giorno della Memoria – saranno oltre 78mila gli italiani che si recheranno in uno dei circa 180 luoghi dell’identità culturale ebraica presenti in Italia.
 

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