VENEZIA. In Veneto prosegue la chiusura delle scuole superiori fino al 31 gennnaio. Lo ha annunciato ai giornalisti il presidente regionale Luca Zaia, che ha firmato un'ordinanza in questo senso.
«Non ci sembra prudente - ha aggiunto Zaia - in una situazione epidemiologica in Italia riaprire le scuole. Questo è ciò che dobbiamo fare per il bene della comunità oggi»
«La Regione - ha proseguito Zaia - può intervenire con ordinanze sul rischio sanitario, non è in contraddizione con le norme nazionali. Non mi sorprende che la ministra Azzolina si batta per la riapertura, perché è il ministro dell'Istruzione, ma in questo momento non è prudente. Quando abbiamo portato l'accordo delle Regioni sui protocolli per la riapertura non eravamo arrivati a questa situazione. La situazione sta degenerando - ha concluso - e bisogna rispondere con misure ad hoc».
Ecco il testo integrale dell'ordinanza
Preoccupati anche i sindacati della scuola. "Viste le attuali condizioni sanitarie dovute all'andamento della curva epidemiologica e alle misure insufficienti adottate finora, prima fra tutte il sistema di tracciamento dei contagi che è andato in tilt in numerose zone d'Italia, riteniamo che il ritorno in classe il 7 gennaio rappresenti un azzardo". A dichiararlo è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti.
Tuttavia l'Istituto superiore di sanità non punta il dito sulle scuole quali detonatori del contagio. Tra il 31 agosto e il 27 dicembre 2020, «il sistema di monitoraggio ha rilevato 3.173 focolai in ambito scolastico, che rappresentano il 2% del totale dei focolai segnalati a livello nazionale».
È uno dei dati che emerge dal Rapporto Iss «Apertura delle scuole e andamento dei casi confermati di Sars-CoV-: la situazione in Italia».
Se si considera l’andamento settimanale, osservano gli autori del documento, «c’è stato un progressivo aumento dei focolai con un picco nelle settimane dal 5 al 25 ottobre, una graduale diminuzione fino al 22 novembre e un nuovo aumento fino al 13 dicembre seguito da una stabilizzazione nella seconda metà del mese».
La «notevole variabilità» riscontrata nel numero di focolai riportati settimanalmente, appare ascrivibile «sia ai diversi criteri di classificazione dei focolai scolastici adottati a livello regionale che alla ridotta capacità di tracciamento dei contatti». In sostanza, avverte l’Iss, «il numero di focolai scolastici è sottostimato e alcune regioni (Basilicata, Campania, Liguria, Molise, Sardegna, Valle d’Aosta) non sono state in grado di riportare l’informazione relativa al setting in cui si sono verificati i focolai»