Insetticida negato: nessuna difesa dalla cimice asiatica

PADOVA. Armi spuntate contro la cimice asiatica. Nella lotta all’insetto alieno che nelle campagne venete ha già fatto danni per 100 milioni di euro gli agricoltori fanno i conti con i tempi lunghi per l’introduzione di nemici naturali come la tanto invocata vespa samurai, con l’incertezza dei risultati di interventi costosi come l’installazione delle reti anti-insetto e ora anche con le decisioni dell’Unione Europea che limitano i trattamenti sulle coltivazioni sotto attacco.
Perfino il ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova definisce «un grave errore dell’UE la mancata autorizzazione all’uso del chlorpyrifos-methyl, al momento l’unico rimedio contro la cimice asiatica» al punto da aprire con Bruxelles una trattativa per negoziare al più presto una deroga.
Il nome di questo prodotto, impronunciabile per i più, in realtà è ben conosciuto fra gli agricoltori ma anche fra chi si occupa di trattamenti contro altri insetti problematici, a partire dalla zanzara tigre. Questo composto è uno dei principi attivi più utilizzati in agricoltura per i trattamenti fitosanitari.
È presente anche in numerosi insetticidi ad ampio spettro usati in ambito domestico, oppure in ospedali e giardini pubblici, nel trattamento larvicida per la zanzara tigre. In agricoltura è impiegato sia per controllare numerosi insetti sulle coltivazioni più svariate, dagli ortaggi al mais, barbabietola, girasole, dai vigneti alle coltivazioni di piante e fiori. In questi anni ha dimostrato la sua efficacia anche contro la cimice asiatica e viene usato dagli agricoltori come prodotto complementare per la difesa delle coltivazioni, sopratutto i frutteti.
Gli addetti ai lavori spiegano che non vi è un uso esclusivo di questo prodotto, il quale viene affiancato agli altri interventi in campo per ridurre l’impatto devastante della cimice asiatica. Gli insetticidi infatti non sono considerati un rimedio e nemmeno lo potrebbero essere, visto anche il loro impatto sull’ambiente e la pericolosità per gli altri insetti utili, a partire dalle api, le più esposte e vulnerabili. In una agricoltura sempre più orientata al biologico e alla sostenibilità c’è sempre meno spazio per la chimica ma, ricordano ricercatori ed esperti, contro la cimice asiatica in questo momento è necessario muoversi su più fronti.
Mentre dunque le ricerche e le risorse si concentrano da una parte sulla sperimentazione degli insetti antagonisti come la vespa samurai, in grado di parassitare con successo le uova delle cimici riducendone drasticamente la diffusione, dall’altra a sostegno delle aziende agricole per l’installazione di reti anti-insetto e a ristoro dei danni subiti, in questo frangente i trattamenti fitosanitari rappresentano un ulteriore tentativo per limitare i danni.
Da qui la difesa della ministra Bellanova: «So bene come per i nostri produttori e per l’intera filiera sia importante disporre di efficaci mezzi di difesa fitosanitaria per il controllo dell’emergenza, almeno fino a quando non saranno disponibili misure alternative. Per questo serve con urgenza una deroga nazionale sulla quale dovremo lavorare con il ministero della Salute».
Sul caso interviene anche Alleanza Cooperative Alimentari esprimendo «profonda delusione per la mancata ri-autorizzazione da parte della Commissione UE all’utilizzo del chlorpyrifos-methyl, che auspicavamo fosse finalizzata alla difesa delle produzioni ortofrutticole dalla cimice asiatica». Il coordinatore del settore ortofrutticolo Davide Vernocchi aggiunge che «ancora una volta a pagare è il mondo agricolo, che non ha alcuna responsabilità rispetto all’invasione di insetti patogeni come la cimice, sempre provenienti da Paesi extra-Ue».
LA ZANZARA COREANA
Da qualche anno è presente in Italia la Zanzara Coreana (Aedes Koreicus), appena più grande della zanzara tigre e che rappresenta una nuova minaccia per la salute umana e animale. Questo insetto è infatti capace di trasmettere anche il virus dell’encefalite giapponese e la filariosi, pericolosi per l’uomo e gli animali.
Il primo avvistamento di questa specie invasiva di origine asiatica è stato nel 2011 nella provincia di Belluno e ad oggi, in Italia, è presente in almeno 5 regioni: Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Veneto, Lombardia e Liguria. Questo perché la zanzara coreana ha una diffusione molto rapida e, a differenze della zanzara tigre, è in grado di sopravvivere a temperature molto basse e altitudini maggiori.
«La zanzara coreana si differenzia dalla zanzara tigre, oltre che per le dimensioni maggiori, per la mancanza della linea bianca sul dorso e per la sua attività prevalentemente diurna» dice Ester Papa, Technical Manager di Rentokil Italia «Per difendersi da questa specie, valgono gli stessi rimedi utilizzati per le altre. D’inverno non bisogna abbassare la guardia, poiché sia le uova sia le zanzare adulte possono entrare in diapausa, uno stato di ibernazione che le rende inattive fino al loro risveglio nel periodo più caldo».
IL WWF
«Questa sostanza chimica è pericolosa»: il Wwf condanna l’iniziativa del ministro Bellanova ricordando quali sono i danni che il chlorpyrifos-methyl può provocare. «L’esposizione, anche a basse dosi, è nociva» ha dichiarato Franco Ferroni, responsabile agricoltura di Wwf Italia «ed è e stata associata a disturbi dello sviluppo neurologico dei bambini. Inoltre potrebbe danneggiare il Dna e come il clorpirifos contiene la stessa evidenzia epidemiologica di tossicità per lo sviluppo neurologico».
Da qui la netta presa di posizione: «è criminale chiedere una deroga al divieto d’uso di queste sostanze, mettendo in pericolo la salute pubblica per tutelare gli interessi economici della nostra agricoltura». Ferroni ricorda a questo proposito la raccolta firme a favore dell’iniziativa dei cittadini europei per chiedere una agricoltura libera da pesticidi: «La salute non ha prezzo e la vita dei nostri bambini vale molto di più di un raccolto».
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