«Io, Nussio, leghista a tutto tondo»
Lo scrive nel curriculum candidandosi a un cda

L’assessore Marino Finozzi
VENEZIA.
Nussio vobis gaudium magnum: abbiamo il curriculum di un «leghista a tutto tondo». Lo scrive lui stesso, Nussio per l'appunto, Luca all'anagrafe, nato a Camposampiero e residente a Saonara, candidato in corsa per rappresentare il Veneto nel consiglio di amministrazione del Ciset, Centro internazionale di studi sull'economia turistica, promosso dall'Università di Venezia. Nussio leghista a tutto tondo è uno dei titoli di merito elencati dal candidato Luca nella domanda di ammissione, dopo il titolo di studio (perito elettronico industriale), le esperienze professionali (assistente responsabile alla costruzione di impianti per telecomunicazioni mobili), conoscenza di lingue straniere (inglese scritto e parlato a livello scolastico). «Sono sempre stato simpatizzante del Carroccio - scrive nel capitoletto intitolato percorso politico -. Sono leghista a tutto tondo e convinto sostenitore di uno stato federalista. Nella sezione rivesto l'incarico di responsabile della comunicazione ecc.» La pratica arrivata ieri in prima commissione è di competenza del dipartimento turismo, è stata istruita dal dirigente e trasmessa dall'assessore Marino Finozzi, casualmente leghista, oseremmo dire di maggior tutto tondo di Nussio, pur non avendolo mai visto. E' allegata ad una delibera, approvata da tutta la giunta assente solo Elena Donazzan, in cui si spiega l'iter seguito: 34 erano le domande pervenute, 2 sono state dichiarate inammissibili, l'esame dei requisiti effettuato in base ad un mitragliamento di leggi induce a suggerire al Consiglio il nome del candidato Luca Nussio. Ma da quando il «leghismo a tutto tondo» sarebbe diventato un titolo di merito per accedere ad una nomina istituzionale? I commissari non potevano non fare un salto sulla sedia: è una prima storica, nel suo piccolo una notizia mostruosa. Il vecchio Nereo Laroni che ne ha viste tante non ha esitato a parlare di reato. Proprio voi della prima repubblica, gli è saltato su Federico Caner, leghista più longilineo che tondo, difensore d'ufficio di una causa persa. Peggio che nei regimi, andava dicendo Laura Puppato. Ma no, suggeriva Pietrangelo Pettenò, votiamolo: è meno ipocrita di tanti, almeno lui lo dice. Dev'essere stato qui che Caner ha mangiato la foglia: arrivare in aula con un curriculum da far impallidire quello del tenente Corrado Callegari, sarebbe stato un suicidio per la Lega. Morale: si riesamina la pratica.
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