Zaia: «Il mio successore? Se me lo domandano, pronto a fare un nome»
Il presidente del Veneto intervistato dalla “belva” Francesca Fagnani: «Sindaco di Venezia? Non ci penso e sono concentrato sulla Regione, abbiamo ancora tre mesi»

«Chi voglio come successore? Se me lo chiedono, lo dico». Risposte in dribbling, aneddoti, battutine. Ha reagito così il presidente Luca Zaia, martedì 26 agosto sera all’Hybrid Tower di Mestre, al fuoco di fila di domande della belva – non troppo belva – Francesca Fagnani.
Ma bisogna imparare a leggere tra le righe, specie in questo periodo, tra i più caldi della stagione (politica, s’intende): era chiaro sul rooftop mestrino zeppo di sostenitori, Giustina Destro e l’editore Luca De Michelis (Marsilio) in prima fila.
L’autonomia, il libro “Autonomia. La rivoluzione necessaria” sono stati solo il pretesto. Ma a farla da padrona è stata la politica de noaltri.
Il Veneto resterà alla Lega? «Sarei prudente, aspettiamo di vedere come finisce» mette le mani avanti il governatore, spiegando che non fa parte del «tavolo di lavoro» che deve decidere, e che adesso «è in ferie».
Sul candidato nessuna novità, dice Zaia, «ma abbiamo un sacco di ragazzi in gamba». Tra questi non mancano il presidente della Camera Lorenzo Fontana e il segretario lighista Alberto Stefani. E poi la lista Zaia, protagonista del dibattito politico di quest’estate: «Porterebbe a votare cittadini che altrimenti non votano» nota il pres, aggiungendo: «L’affluenza alle urne non è irrilevante». La partita quindi non pare chiusa del tutto.
Tramontata l’ipotesi del terzo mandato, su cui «il centrodestra ha rimandato per troppo tempo i compiti per casa», si gioca a calcioscommesse sul futuro personale del governatore.
Sindaco di Venezia? «Sono concentrato sui prossimi tre mesi di amministrazione (quindi si vota il 23 novembre?, ndr), ci sono molte partite aperte» risponde Zaia, sottolineando a proposito della Serenissima che «la vera sfida è pretendere il riconoscimento di Città-Stato».
Tornando al futuro, la presidenza dell’Eni (un’altra delle ipotesi che girano)? «Se uno potesse fare il presidente Eni e il sindaco di Venezia contemporaneamente si chiuderebbe tutta la partita di Marghera» la butta sul ridere Zaia. In generale, evidenzia, «si dicono un sacco di cose, sono perennemente candidato per qualsiasi posizione» ma a questo giro «nessuno mi ha offerto nulla».
Cosa mancherà a Luca Zaia quando se ne andrà da Palazzo Balbi? «Sono ossessionato dai bollettini meteo» confida, scatenando le risate dei presenti. «Il rapporto con i veneti l’ho sempre avuto e lo manterrò» assicura poi.
Secondo Zaia, Giorgia Meloni è «una persona intelligentissima» e con lei c’è un «ottimo rapporto». «Ci sentiamo quando serve» aggiunge il doge «ma l’amicizia è un’altra cosa».
La discussione con l’applauditissima conduttrice di Belve si è poi allargata ad altri temi. Immancabile l’Autonomia: «Qualcuno dice che se la facciamo, spacchiamo in due il Paese ma non è così» ripete ancora una volta Zaia, aggiungendo che «quella parte d’Italia che produce per dare servizi a tutto il Paese ha bisogno di risposte urgenti». Quando vedrà la luce? «Prima della chiusura del mandato in Regione spero si arrivi a formulare la prima intesa sulle tre materie».
Sulla revoca del Nitag, il comitato consultivo del ministero della Salute sulle vaccinazioni, non ha dubbi: «Bisogna rispettare i professionisti come Francesca Russo, dirigente con la schiena dritta, che ha scelto in totale autonomia» di rinunciare all’incarico per la presenza di due medici considerati vicini al mondo no vax. Ma sui vaccini, Zaia aggiunge che «si può discutere, io in passato mi sono battuto contro l’obbligo vaccinale: in fasi di difficoltà è importante vaccinare ma senza obbligare».
Ancora: il tema del fine vita su cui «dobbiamo rispettare la libertà di tutti i cittadini» ricorda il presidente.
Applausi, autografi e selfie.
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