LA TRAGEDIA A BRUGINE"Filippo, non ti dimenticheremo""Quel piccoletto ci faceva ridere"
C'è tristezza nella scuola media Regina Margherita di via Castello. I compagni di classe di Filippo Mengardo, morto a 13 anni nell'incidente di sabato pomeriggio, hanno spostato i banchi per sedersi a terra, uno accanto all’altro, a ricordare il loro amico. E alle 10 tutti gli alunni dell'istituto si sono raccolti in un minuto di silenzio

Filippo Mengardo
PIOVE DI SACCO.
C’era un clima teso e cupo ieri mattina alla scuola media «Regina Margherita» di via Castello: è la scuola che frequentava Filippo Mengardo, strappato alla vita a soli tredici anni nel tragico incidente avvenuto sabato pomeriggio lungo via San Rocco. Filippo frequentava la terza F e ieri mattina i suoi compagni sono entrati in classe con gli occhi pieni di lacrime.
Lo sguardo puntato sul banco del loro amico che non tornerà più. La professoressa di Italiano, Michela Rechichi, li ha accolti senza riuscire, nemmeno lei, a trattenere la commozione. Hanno spostato tutti i banchi per sedersi a terra, uno accanto all’altro, a ricordare Filippo. E alle dieci, su disposizione del preside Giuliano Sarto, al suono della campanella, tutti gli alunni dei quattro plessi che fanno capo alla media Davila si sono raccolti in un minuto di silenzio.
«Ho invitato i ragazzi - conferma il preside - a dire una preghiera per il loro amico. In tutti noi c’è la triste consapevolezza di un evento così tragico da non lasciare spazio ad altro. Filippo era caro a me, agli insegnanti e ai compagni perché era spiritoso e bravo. E’ stato un piccolo gesto anche per manifestare la nostra solidarietà e partecipazione al dolore della sua famiglia».
«Il mese scorso tutte le terze erano state in gita a Roma - ricorda la professoressa Rechichi - ed era stata un’occasione per stringere legami forti fra ragazzi. Non è stato facile affrontare con loro lo smarrimento che la morte di Filippo ha provocato in tutti noi». Uno a uno i compagni di classe del tredicenne hanno voluto esprimere un pensiero per ricordarlo. Ragazzini con gli occhi rossi e lucidi, piccole mani che si cercano e si stringono, abbracci pieni di affetto e parole rotte dal pianto.
«Era uno spirito libero, sempre col sorriso sulle labbra. Filippo era il piccolino della classe, gli volevamo tutti bene» ricorda un’amica. «Lui non prendeva mai niente sul serio, sapeva scherzare su tutto - aggiunge un’altra - ma allo stesso tempo aveva grande responsabilità. Era sempre il primo ad offrirsi per aiutare il nostro compagno disabile».
«Era piccolo di statura - aggiunge un compagno - ma il suo animo era grande. Quando rideva lui, si rideva tutti. E’ così che vogliamo ricordarlo». Filippo aveva scelto di iscriversi al liceo scientifico il prossimo anno. Aveva buoni risultati a scuola, in tutte le materie. «Era sveglio e capace - confermano le insegnanti - Amava molto anche la musica: gli piaceva tantissimo la canzone “Ebany and ivory” che avevamo imparato a suonare in classe». I compagni vogliono preparare delle magliette con stampata una foto di Filippo: la indosseranno al funerale, per portarlo con loro nel momento dell’ultimo saluto.
«Questo tragico episodio - ha esortato la professoressa Fiorella Fornasiero rivolgendosi agli studenti - ci invita a meditare su quanto sia preziosa la vita, che può spezzarsi in un soffio». Ieri pomeriggio preside e insegnanti sono stati a trovare la famiglia di Filippo che vive in via Ospitale a Brugine. Sono stati accolti dalla mamma Francesca, dal papà Ivano e dalla sorella maggiore Valentina, portando il loro affetto e la loro vicinanza.
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