L'assessore Donazzan blocca il ladro: "Magrebino di m..."

VENEZIA. Caccia al ladro a Sanremo, protagonisti Elena Donazzan, l’assessore-camerata all’istruzione del Veneto, e il fidanzato Vittorio. In vacanza, all’uscita dal ristorante non trovano più le amate mountain bike, invano lucchettate ad una rastrelliera: «Dopo qualche attimo di sconforto ci monta la rabbia ma non ci arrendiamo, proviamo a ragionare. Ci viene in mente di chiedere a quelli che affittano le bici sulla più bella ciclabile d'Italia». Comincia il giro dei noleggiatori e la coppia si sgola a spiegare il rapporto d’affezione con le biciclette rubate: «La mia è un vecchio modello Gabrielli, fabbricata a Bassano, un regalo di mio padre. Vittorio chiama “Luisa” la sua, al punto da farmi ingelosire. Insomma, le rivogliamo indietro». Sanremo, a due passi dalla Francia, è un crocevia di migranti e il suggerimento dei commercianti - «Provate dai tunisini» - alludendo al fiorente commercio delle due ruote ricettate nella città dei fiori. Un ago nel pagliaio.
Ad un tratto, però, Donazzan alza gli occhi sull’affollata ciclabile e riconosce la sua bici: «Sopra c’è un magrebino di m... », riferisce su Facebook «lo blocco, questo scappa e io come una pazza urlo che il bastardo l'avevo individuato. A quel punto è guerra. Il patriota Vittorio inforca la mia bici e garzie alle segnalazioni di una ragazza di Perugia che si ferma con la sua auto - certamente una Patriota in questa guerra tra stranieri ladri, malviventi e noi italiani - si mette a caccia della sua Specialized e dell'altro bastardo.In mezzo al buio, in una zona distante dal centro becca tre magrebini, si fa giustizia da solo e riporta a casa la bici tra lo stupore dei noleggiatori autoctoni. Risultato: Magreb 0 Italia 2 (le nostre mountaini tornate a casa). Diciamo che i magrebini non avranno più tanta voglia di derubarci se avranno il dubbio che vi sia un Patriota Camerata pronto a farsi giustizia»: conclusione: «Viva l'Italia e gli italiani che non piegano la testa».
Che dire? La cronaca in stile mussoliniano dell’evento scatena la curiosità del web: oltre 80 mila visualizzazioni in poche ore e un migliaio di “mi piace”. Ma non mancano le critiche e c’è chi polemizza aspramente per i toni adottati dall’esponente di Forza Italia, i cui trascorsi risalgono a Msi e An: «Parole disgustose, vergognati, dimettiti», il ritornello.
Lei, donna Elena, tira diritto come il Duce buonanima: «Alle anime belle che si scandalizzano per mio linguaggio, rispondo che non è piacevole ritrovarsi di sera tardi in mezzo a gente dal coltello facile dedita a spaccio e furti». Però quell’insulto al magrebino suona epiteto razzista... «No, non è una questione di colore della pelle. Se il ladro fosse stato un sanremese o un esquimese, l’avrei definito allo stesso modo. C’è un crescente problema di sicurezza nelle nostre città, l’ho detto anche al sindaco di Sanremo. E a giudicare dalla valanga di messaggi di sostegno che mi arrivano, credo di non aver esagerato». Un dubbio: da piccola giocava spesso a guardie e ladri? «Certo e stavo sempre dalla parte delle guardie».
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