Le mie pennellate un ponte di pace tra l'Islam e il Cristianesimo

L'artista Shamira Miozzi, nata a Pordenone ma da sempre residente a Portogruaro, è cittadina del mondo. Passa la maggior parte del tempo all'estero, dove la porta la sua arte ispirata alla calligrafia islamica. Le sue opere sono presenti nella moschea di Venezia e in quella di Catania. Ha realizzato il calendario cristiano islamico 2015/1436-37
L'artista esperta di calligrafia islamica Shamira Miozzi con la tavolozza di colori
L'artista esperta di calligrafia islamica Shamira Miozzi con la tavolozza di colori

«La mia matita e il mio pennello a servizio della pace». Anna Shamira Minozzi è nata a Pordenone, da sempre abita a Portogruaro ma passa la maggior parte del tempo all'estero, dove la porta la sua arte, alla corte di sultani, emiri e califfi. Shamira Minozzi, infatti, è l'unica donna italiana, cristiana, che entra con le sue opere nelle più grosse moschee arabe, dove è apprezzata e stimata, tanto che il calendario cristiano islamico 2015/ 1436-1437 realizzato con la collaborazione dell'ambasciata Saudita, è appena stato richiesto dall'ambasciata di Giordania per la regina Rania Al Abdullah. La sua arte si ispira alla calligrafia islamica, che compone in modo innovativo, i suoi quadri sono una fine sintesi teologica. Nel 2014 ha inaugurato ad Abu Dhabi la mostra di calligrafia islamica "Holy words for peace", per celebrare il semestre di presidenza italiana al Consiglio dell'Unione Europea. Annovera il plauso dell'Ircica di Istanbul, l'assise più importante al mondo per la calligrafia araba.

Quando ha deciso di realizzare questo calendario?

«È stato concepito per stimolare attraverso il potere comunicativo dell'espressione artistica il dialogo tra culture differenti, suggerendo una fusione tra elementi che le caratterizzano e inducendo a una comprensione reciproca. Il calendario mette in evidenza come sia possibile una convivenza tra aspetti diversi di diverse culture: numeri e lettere occidentali insieme a caratteri arabi, successioni di eventi ricordati nelle due diverse tradizioni, richiami artistici e culturali convivono in armonia senza confondersi. È stimolo alla curiosità di conoscere l'altro. La parte artistica e grafica è stata curata da me, i testi relativi ai contenuti religiosi sono stati curati per la parte islamica dall'ambasciata del regno dell'Arabia Saudita, mentre per la parte cristiana sono riportati testi del teologo Kung, frasi di Papa Francesco e del Santo Papa Giovanni Paolo II».

L'esperimento è riuscito?

«Sì. Il calendario mostra come possono convivere serenamente i numeri arabi e quelli italiani, ogni giorno una persona ha la percezione di non essere sola, che la sua non è l'unica cultura: non mettere barriere a priori ci può solo far bene, abbattendo i pregiudizi la convivenza migliora».

Islamismo e cristianesimo a braccetto nell'arte?

«In lingua araba Allah significa Dio, sono la stessa cosa, in arabo Dio si scrive Allah, basta prendere la Bibbia o il Vangelo in arabo per accorgersene».

Poca conoscenza?

«L'ignoranza c'è da entrambe le parti, serve uno sforzo reciproco per conoscerci meglio. Non dobbiamo giudicare, insultare ciò che è estraneo a noi, ma prima capire e rispettare».

A lei è successo?

«Quando studiavo egittologia e andai la prima volta in Egitto, entrai in una moschea e rimasi folgorata della calligrafia, dalla forza di questa scrittura, tanto che tornai in Italia e inizia ad approfondirla sempre più e più studiavo più comprendevo il messaggio di pace che portava l'Islam. Così ho dato vita ad una nuova forma d'arte e iniziando a vedere risultati mi sono detta, perché non mettere la mia arte a favore del dialogo religioso così come diceva anche Giovanni Paolo II?»

L'ha fatto?

«Uso l'arte come un ponte tra l'Islam e il Cristianesimo. Il primo calendario l'ho realizzato assieme al cantante Franco Battiato per il maestro sufi Gabriele Mandel Khan, turco afghano naturalizzato in Italia, studioso che ha sempre messo la sua conoscenza a favore della pace, perché aveva papà musulmano e mamma ebrea. In quel calendario non c'erano testi. Questa volta ho voluto pensare non solo all'arabo, ma anche alla traduzione italiana, per spiegare cos'è il Corano e cos'è l'Islam. Il mese di gennaio, è un cavallo stilizzato, laddove gli animali sono raffigurati con le lettere che compongono la frase della Bismillah "Nel nome di Dio il Clemente, il Misericordioso". Un occidentale vede un cavallo, ma è spinto a domandarsicom'è composto e scopre che si tratta di passi del Corano».

Un messaggio di pace?

«Posso assicurare che l'Islam ha in sè un messaggio di pace davvero pazzesco».

Le i è Charlie?

«No. Io ho il rispetto più assoluto verso qualsiasi religione, che è una cosa intima. L'ironia va fatta sulla politica, su argomenti leggeri, ma mai su temi così personali. Io dipingo e i miei pennelli e le mie matite li ho messi a disposizione del dialogo. Se vuoi essere ironico fai ridere, non offendere».

Che esperienza ha della cultura islamica?

«L'Islam per me è pace, anche se purtroppo le persone recepiscono il messaggio in modo diverso per loro formazione culturale e personale. Ho scelto nei miei quadri e nel calendario passi del Corano. C'è un versetto in cui si dice "Ad ognuno di voi abbiamo assegnato una via e un percorso. Se Dio avesse voluto, certo avrebbe fatto di voi una sola comunità. Gareggiate dunque in opere buone. Tutti ritornerete a Dio, che allora vi informerà su ciò su cui divergete". Significa che ebrei, cristiani e i musulmani hanno un proprio percorso da compiere perché Dio ha voluto così e ci esorta a desiderare il bene del prossimo, evitando l'inutile propensione a voler rimarcare i confini generati dalle "apparenti" differenze. Mi dispiace che i più non conoscano i detti del Profeta che regolano la vita dei musulmani, sono uno più bello dell'altro».

Come si rapporta con il mondo arabo per cui lavora?

«Rispetto le loro usanze. Quello che faccio per loro è così bello che mi ringraziano, la cosa straordinaria è che sanno che sono italiana, occidentale, cristiana e dipingo nelle loro moschee».

Di cosa va più fiera in Italia?

«Ho realizzato un'opera nella moschea di Catania, ricevendo i complimenti del presidente della Sicilia. A fine gennaio verrà consegnata una mia opera al re dell'Arabia Saudita. Per il calendario ho ricevuto i complimenti di Napolitano e del cardinale Scola e di recente la benedizione apostolica di Papa Francesco per il mio impegno interreligioso».

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