Lega, veto di Salvini sul nuovo commissario: esclusi i consiglieri di Zaia

VENEZIA. Marzo 2018: le liste della Lega per Camera e Senato escludono le personalità più vicine a Luca Zaia; un indizio è un indizio. Aprile 2019: nel Veneto, a differenza di Piemonte e Lombardia, ai consiglieri regionali è vietata la corsa in Europa; due indizi sono una coincidenza. Venerdì 14 giugno, in vista della stagione congressuale “tricolore”, Matteo Salvini, stabilisce che il nuovo commissario del partito non potrà candidarsi alla Regione nel 2020, piazzando così un macigno sulle chance di Nicola Finco, il capogruppo a Palazzo Ferro-Fini indicato da più parti come favorito all’incarico; tre indizi sono una prova.
Scomodiamo il teorema di Agatha Christie perché ieri il consiglio federale di via Bellerio ha sancito con tutta evidenza la volontà del Capitano, deciso più che mai ad impedire l’aggregazione di un “potere concorrente” capeggiato dal governatore, al quale è riconosciuto il primato sul versante amministrativo ma è osteggiata l’influenza in ambito politico. volti scuri e no comment La riprova arriva dalla stessa biografia di Finco, amico di lungo corso del ministro Lorenzo Fontana e dello stesso Salvini, artefice con loro (correva il 2013) del “patto di Monfalcone” che avrebbe catapultato il Matteo in felpa al vertice della Lega, sloggiando il titubante Bobo Maroni e segnando l’inizio di una rincorsa culminata negli attuali, scoppiettanti, successi.
Tutto è il giovanotto di Bassano tranne che una figura personalmente sgradita al vicepremier, lesto però a sacrificarlo per sbarrare la strada - ecco il vero bersaglio - all’ineffabile Zaia, prudentemente assente dalla riunione milanese. Alla quale hanno preso parte i veterani lighisti - Fontana, Gianantonio Da Re (autore della relazione sul voto nostrano), Mara Bizzotto, Massimo Bitonci, Roberto Marcato, Erik Pretto - muti come pesci e di umore contrastante dopo le due ore e mezza di discussione conclusa da un accenno alla «probabile» convocazione entro il mese di luglio del congresso federale. Tempi brevi che potrebbero spingere ad affidare al sindaco di Treviso Mario Conte (ancorché recalcitrante all’idea) il fatidico ruolo di commissario-traghettatore. anche il vice È lumbard L’impressione è che l’influenza esercitata dalla delegazione veneta al vertice del Carroccio sia inversamente proporzionale alla sua capacità di calamitare il consenso; a dispetto del trionfale 50% centrato il 26 maggio, anche la tornata di nomine decretate ieri - promozione a vicesegretario del lumbard Andrea Crippa, scelta dei componenti della cruciale commissione Statuto - li ha visti, una volta ancora, ai margini. Una debolezza acuita dall’assenza di dialogo tra gruppo consiliare e parlamentari, mai così lontani e reciprocamente insofferenti. l’assalto alle tessere C’è altro? In verità sì. Nel lanciare la nuova campagna di proselitismo - «Abbiamo mandato in stampa le prime 100 mila tessere» - Salvini ha ordinato gazebo in tutti i campanili nel week end; ai militanti la card verdolina arriverà gratuitamente a domicilio mentre ai soci sostenitori di ogni parte d’Italia sarà consentita l’iscrizione senza pre-requisiti. Il timore di un assalto famelico al carro del vincitore (per tacere d’altro) sembra tutt’altro che peregrino. —
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