L'ESTATE DEI DELITTISpinea, insegnante massacra la excon coltellate all'addome e alla gola

L'aggressione dopo l'ennesima lite. Andrea Donaglio, 47 anni, insegnante di chimica, ha accoltellato alla gola la sua ex, Roberta Vanin, 44 anni, ex indossatrice, titolare dell'erboristeria "Bio Vita", dove è avvenuta la tragedia. Lui poi ha tentato il suicidio ed è grave: arrestato
Roberta Vanin
Roberta Vanin
SPINEA.
Il colpo mortale alla gola e poi la lama ha infierito sul corpo della donna. Quindi l'uomo, l'assassino, si è colpito diverse volte all'addome. Ma Andrea Donaglio, 47 anni, se la caverà mentre la ex compagna Roberta Vanin, 44 anni, è morta dissanguata. Il delitto ieri all'ora di pranzo nel negozio di lei in via Roma 154 a Spinea. Un delitto passionale, il quinto in meno di una settimana.


Lui è un insegnante di chimica dell'Istituto tecnico professionale «Ponti Lorenz» di Mirano, da qualche tempo viveva in via Rossignago a Spinea. Lei è titolare di «Bio Vita», un negozio di prodotti naturali e biologici parecchio conosciuto nel Miranese. Negozio creato assieme all'uomo con il quale per alcuni anni percorre un tratto di sulla vita. Poi la storia sentimentale s'incrina. Due anni fa le prime crepe che però non impediscono ai due di continuare a lavorare insieme. Ma i contrasti verbali si accentuano col passare del tempo e soprattutto col fallimento dei vari tentativi che l'uomo fa per riprendere la relazione. Ma per Roberta quella storia è chiusa. Tanto che alcuni mesi fa inizia a dividere la sua vita con un altro uomo e va a vivere a Crea.


Ma Andrea non si dà pace e continua a pressarla e i litigi sono continui. Alla fine l'epilogo drammatico di una storia dove l'uomo non ha saputo perdere. Non ha sopportato la sconfitta. Otto giorni fa l'aveva già minacciata con un coltello. Ma lei non aveva voluto denunciarlo, nonostante famigliari, amiche e l'attuale fidanzato l'avessero conigliata a farlo. Non è ancora chiaro con precisione cosa sia veramente successo ieri all'ora di pranzo nel negozio di via Roma. Perchè nessuno ha assistito all'omicidio e al tentativo di suicidio.


Quindi bisogna andare alle 13.45 quando il padre di Andrea inizia a cercarlo considerato che non è andato a pranzo e non risponde al cellulare. Lo cerca in diversi luoghi, poi si reca nel negozio. Qui il figlio ci va quando non insegna. Entra nel negozio utilizzando delle chiavi di riserva. Si trova davanti ad una scena da mattatoio. Il figlio e Roberta sono a terra in un lago di sangue. Andrea si lamenta, rantola e ha un coltello in mano. Poco lontano un altro coltello con la lama spezzata. Mentre la donna non dà segni di vita.


L'uomo corre fuori chiede aiuto e grida: «Ha ammazzato Roberta, ha ammazzato Roberta». Il primo ad accorrere è il titolare del «Gatto Color Bellearti», il negozio di colori che si trova a quattro passi dal «Bio Vita». La prima chiamata è al 118 e poi ai carabinieri. Il medico intevenuto non ha potuto fare nulla per la donna mentre l'assassino intubato è stato portato all'ospadale di Mirano dove l'hanno sottoposto ad un delicato intervento per bloccare l'emorragia causate dalle coltellate che si era inferto all'addome. Se la caverà.



Ora ai carabinieri del capitano Salvino Macli il compito di ricostruire il delitto e gli ultimi attimi di vita di Roberta. Da una prima ipotesi il delitto è arrivato al termine di una lite. I colpi inferti dall'uomo alla ex compagna sono tipici del delitto d'impeto. Con un coltello che veniva usato nel negozio colpisce almeno una ventina di volte il corpo della donna, dopo che a un primo coltello si era rotta la lama. Le coltellate devastano il bel corpo di Roberta. Uno dei colpi le recide la giugolare. Forse la coltellata mortale.


Ma per avere la certezza che sia quello il colpo che ucciso la donna bisogna attendere l'esito dell'autopsia che il pm di turno Michele Michelozzi, intervenuto sul posto, ha disposto e che verrà svolta oggi dal dottor Zancaner all'ospedale dell'Angelo a Mestre. Dopo aver massacrato la ex con lo stesso coltello che ha una lama di circa 15 centimetri, Andrea ha fatto harakiri. Quattro coltellate profonde all'addome. Ma pur lesionando organi vitali, l'uomo non muore. E alla fine viene arrestato per omicidio volontario e piantonato all'ospedale di Mirano in attesa di essere interrogato dagli inquirenti.

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova