Lo scrittore Scurati indagato per aver diffamato Mussolini

Padova
Mussolini non mette pace. Neanche a 76 anni dalla morte. Neanche dopo valanghe di ricerche storiche, saggi, articoli e testimonianze di chi il fascismo (e le sue aberrazioni) le ha vissute sulla propria pelle. Insomma anche oggi un romanzo con il duce protagonista – “M. Il figlio del secolo” edito da Bompiani, vincitore del premio Strega nel 2017 e stampato dalle Grafiche Venete di Trebaseleghe – al di là delle immancabili polemiche, continua a dividere. Tanto da finire al centro di un’inchiesta. E poco importa che sia un romanzo storico, frutto della fantasia dell’autore.
Quel libro è andato di traverso a una pronipote del duce, Orsola Mussolini, fiera rappresentante di quel cognome e figlia di Guido Mussolini (il padre di quest’ultimo era il nonno Vittorio, primo figlio maschio di Benito). Pronipote pronta a denunciare lo scrittore napoletano Antonio Scurati per difendere quell’ingombrante avo. Così, atto dovuto, il pm padovano Giorgio Falcone ha aperto un’inchiesta e lo scrittore è stato iscritto nel registro degli indagati per diffamazione aggravata.
Sotto accusa quel voluminoso lavoro che narra – secondo l’estro narrativo di Scurati – l’ascesa al potere di Mussolini fra i 1919 e il 1925. Le colpe dell’autore? Aver tracciato una rappresentazione “deteriore” del duce “aduso a immotivate defezioni”; averlo qualificato come un picchiatore temibile con un’errata traduzione dell’espressione “meneur temibile” usata in alcuni atti ufficiali. Ancora, averlo additato come responsabile dell’aborto di Bianca Ceccato, dattilografa del “Popolo d’Italia”, una delle sue tante avventure, oltreché dell’internamento in manicomio l’ex amante Ida Dalser facendosi forza del suo ruolo di presidente del consiglio.
Scurati è stato interrogato e ha contestato punto su punto la denuncia, avviata verso la strada dell’archiviazione. In tal senso la richiesta al gip del pm Falcone che ha osservato come le «curvature interpretative» del testo, pur agganciato a supporti storici, rientrano nel libero esercizio dell’attività letteraria e del diritto di critica.
E ci mancherebbe: oggi il fascismo è solo storia, per fortuna. —
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