Malato psichico fa a pezzi una vicina con la sega elettrica

il delitto in via Ca' Venier: Riccardo Torta classe 1948 ha fatto a pezzi la donna, vicina di casa e poi è tornato nella sua abitazione e si è asseragliato. Staccato il gas in tutto il condominio. Dopo una lunga trattiva si è arreso
L'assassino in ambulanza
L'assassino in ambulanza

MESTRE. MESTRE. Uccide l’anziana zia, Nelly Pagnussat, 78 anni, vicina di casa, nell’appartamento al piano inferiore rispetto a quello dell’omicida, e la taglia a pezzi con una sega elettrica. È successo intorno alle 20 in via Ca’ Vernier 22, laterale di via Ca’ Savorgnan.

L’uomo, catturato dalla polizia dopo che agenti e medici lo hanno convinto ad aprire la porta dell’appartamento dove si era asserragliato. La polizia comunque era pronta ad intervenire con un blitz del reparto speciale Uop: è un malato psichiatrico che nel 1973 aveva partecipato all’omicidio di un finanziere, ucciso con una lastra di travertino lanciata dal ponte dell’Accademia. Si tratta di Riccardo Torta, 68 anni.

Sono da poco passate le 20 quando al centralino della Questura arrivano alcune telefonate di inquilini del palazzo al civico 33 di via Ca’ Venier. Le telefonate sono allarmanti, infatti chi chiama segnala di aver visto un loro vicino uscire da un appartamento con una sega elettrica in mano. La sega ha la lama insanguinata, temono il peggio. Infatti si tratta di una persona malata psichiatrica che già in passato aveva creato problemi. Ma sosprattutto in molti sanno del suo passato, quando era stato arrestato per aver ucciso un finanziere in centro storico.

Squartata con la sega elettrica, i testimoni: "Sembrava un trapano"
agenzia candussi omicidio via Ca Vegner Mestre

La centrale invia sul posto due volanti. L’operatore del 113 percepisce la gravità della situazione. I poliziotti salgono al piano indicato da chi ha telefonato. Sul pianerottolo evidenti tracce di sangue. Gli agenti entrano nell’abitazione da dove l’uomo con la sega elettrica era uscito. Lo spettacolo è raccappricciante. C’è sangue ovunque. Trovano anche il cadavere della donna che vi abita. Altra scena agghiacciante: il corpo è tagliato a pezzi e in parte messo in sacchetti di nylon. Dentro non c’è chi ha trasformato quell’appartamento in un mattatoio. I vicini che hanno chiamato la polizia indicano dove abita il sospettato del massacro. La scia di sangue conferma che l’uomo è entrato nel suo appartamento. I poliziotti suonano, armi in pugno e cercano di farsi aprire. Nessuna risposta dall’interno. Nulla viene escluso, nemmeno che mentre stava arrivando la polizia sul posto lui sia uscito e si sia nascosto in qualche angolo del palazzo.

In via Ca’ Venier arrivano altri agenti delle volanti, i colleghi della scientifica. La polizia fa sgomberare la palazzina, c’è il rischio che l’uomo si renda protagonista di altra violenza. Si cerca di instaurare un dialogo con l’assassino, ma sono tentativi infruttuosi, si decide di far intervenire il reparto speciale della Questura. Si tratta di uomini addestrati per compiere blitz. Viene sospesa l’erogazione del gas e una trentina di famiglie restano al freddo. Mentre si sta preparando la prova di forza, dall’altra medici e poliziotti cercano un dialogo con Riccardo Torta, invece della forza insomma l’estrema ratio del dialogo.

Alla fine, poco dopo le 22.20 l’uomo apre la porta in segno di resa: evidentemente aveva capito che non poteva fare altro. Entrano i medici e i poliziotti. Lo psichiatra chiamato sul posto inizia a trattarlo nell’abitazione mentre i poliziotti cominciano a perquisire l’appartamento ritrovano la sega elettrica usata per uccidere la zia. Quindi è stato trasportato nel reparto di psichiatria dell’ospedale dell’Angelo.

 

 

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