Marchi scende in Save e liquida il socio De Vido

PADOVA. Alla fine il braccio di ferro tra Andrea de Vido e Enrico Marchi è finito. Il presidente di Save e socio storico in Finint di de Vido ha ceduto alle richieste del suo ex compagno di impresa. I due si sono incontrati nel week end raggiungendo un’intesa sul numero da scrivere per divorziare dopo 37 anni di sodalizio. La cifra alla quale verrà liquidato de Vido, che gli servirà per chiudere la questione con Veneto Banca dove ha un’esposizione superiore ai 100 milioni, dovrebbe essere tra 100-120 milioni di euro.
La valorizzazione esatta di Finint non è stata dichiarata e sulla dimensione di questa liquidazione le bocche a Conegliano sono cucite. Ma Marchi ha dichiarato in diverse occasioni di essere disponibile a cedere circa il 10% del concessionario degli scali Marco Polo di Venezia e del Canova di Treviso per chiudere la partita.
Save vale in Borsa circa 1,05 miliardi di euro, quindi immaginare una tale cifra appare verosimile. Secondo la ricostruzione il punto di massima tensione tra i due è stato raggiunto la settimana scorsa. Marchi, venerdì, era pronto a far saltare il negoziato. Con i suoi fedelissimi aveva detto che nessun tavolo di conciliazione era aperto, pronto a far guerra a suon di carte bollate. La situazione era stata stressata fino alla richiesta del sequestro preventivo del 50% di Finint relativo a de Vido al tribunale. Richiesta che è stata respinta e rimandata ad una udienza fissata il 15 marzo.
Marchi avrebbe poi chiesto all’amico Giovanni Perissinotto di rassegnare le dimissioni per far decadere il consiglio di amministrazione della holding che sta in cima alla catena di controllo della finanziaria di Conegliano. L’intenzione era di costringere de Vido ad un accordo. Alla fine Marchi, comprendendo che andare allo scontro avrebbe rischiato di compromettere la partecipazione in Save ha deciso di dare al socio il premio di maggioranza che chiedeva. Il quid come detto resta top secret, nei prossimi giorni verranno definiti i dettagli dell’affare che vedrà Marchi liquidare il socio e prendersi l’intero capitale della società. Poi, come anticipato dal nostro giornale, con buone probabilità Finint verrà spezzata in due.
L’anima finanziaria da un lato, con le operazioni di cartolarizzazioni, la banca, l’attività di emissione di minibond e la sgr. Dall’altro lato la partecipazione in Save, che oggi è controllata da Agorà, scatola che ha sotto Marco Polo holding che tiene la maggioranza assoluta del concessionario. Per entrambi questi rami Marchi cerca dei partner.
Su Save c’è la fila fuori dalla porta. L’aeroporto di Venezia è gestito bene, ha tassi di crescita doppi alla media italiana e produce utili. Finint è una finanziaria che oggi occupa circa 700 persone, esprime leadership nazionali in diversi ambiti tra cui le securitization, è dunque un oggetto che potrebbe essere interessante per diversi partner finanziari.
Tornando alla cronaca, oggi era convocata l’assemblea per la nomina del nuovo cda dopo che il consiglio precedente era decaduto per il passo indietro di Perissinotto a inizio febbraio. L’assise è stata aggiornata per consentire il riassetto tra i due soci. Che se tutto andrà come deve chiuderanno un litigio che dura da circa 2 anni. Cioè da quando de Vido ha iniziato, a causa delle operazioni disgraziate su PopEtruria, ad avere il fiato sul collo di Veneto Banca che chiedeva il rientro delle linee concesse al finanziere.
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