Marco Drago incanta Bagnoli «Spero di poter tornare in Italia»

BAGNOLI. La simpatia di Marco Drago fa il tutto esaurito al teatro Goldoni. Il giovane ricercatore di Bagnoli, primo ad aver intercettato le ormai celebri onde gravitazionali, ha parlato di fisica, buchi neri e teoria della relatività davanti ad oltre quattrocento tra compaesani ed amici.
Da vero divulgatore è riuscito a trasmettere alla sua gente, dai compagni di scuola ai vicini di casa, dagli amici del patronato a chi era abituato ad incrociarlo per strada, la portata della storica scoperta che ha coinvolto studiosi di tutto il mondo e ha visto, ancora una volta, protagonisti i “cervelli” italiani all’estero.
Ha raccontato, passo passo, l’avventura che ha vissuto in prima persona in questi mesi di lavoro ad Hannover, ha ricordato l’impegno di tanti scienziati e studiosi che da decenni inseguivano questo obiettivo. Tra qualche giorno tornerà in Germania ma potrebbero essere gli ultimi mesi perché il suo contratto scadrà a settembre. «Non so ancora se me lo rinnoveranno, forse dovrò trovarmi un lavoro ma spero anche di poter tornare in Italia» spiega Marco.
Da buon comunicatore è partito dalla fine, dall’apice della notizia, dall’annuncio del secolo dato da David Reitze, il capo esecutivo di tutta la collaborazione, alla conferenza di Washington: «E’ entrato» ha raccontato Marco «e ha detto due frasi semplicissime: «Abbiamo derivato le onde gravitazionali, ce l’abbiamo fatta». Vi assicuro che eravamo preparati ma è stato un momento veramente emozionante per tutti noi».
Da questa immagine ormai consegnata alla storia l’attenzione si sposta poi a un secolo fa, alle teorie di Einstein che hanno rivoluzionato la fisica. Il pubblico ha seguito in silenzio e con attenzione il racconto del ricercatore, ex studente del Mattei di Conselve, laureato in fisica all’Università di Padova.
«Questa scoperta non è un punto di arrivo», ha concluso, «ma è un inizio che ci permette di guardare all’universo con occhi e orecchie nuove». Ha rivolto un pensiero di solidarietà ai profughi, ricordando che sono stati costretti a lasciare il proprio Paese.
Tante le domande dalla platea, tanti i sorrisi e gli applausi. «E’ un esempio per i nostri giovani» osserva il sindaco Roberto Milan «e un invito ad impegnarsi nello studio».
Nicola Stievano
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