Ecco il discorso integrale del Presidente Mattarella alla festa per i 75 anni del Cuamm

Nel suo intervento, il Capo dello Stato ha riconosciuto al Cuamm un ruolo pionieristico nella cooperazione sanitaria: «Un modello di solidarietà contro guerre, egoismi e disuguaglianze»

Presidente Mattarella alla festa per i 75 anni del Cuamm
Presidente Mattarella alla festa per i 75 anni del Cuamm

Alla festa per celebrare i 75 anni di Medici con l’Africa Cuamm, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha pronunciato un intervento denso di riconoscenza e significato, ripercorrendo la storia e il valore del Cuamm, nato a Padova nel 1950 come Collegio Universitario Aspiranti e Medici Missionari.

Il discorso

«Settantacinque anni è ricorrenza felice non soltanto per quanti animano questa impresa straordinaria. Lo è per Padova. Lo è per tutti coloro – bambini, giovani, adulti, anziani – che hanno ricevuto le vostre cure, che sono stati formati nelle vostre scuole, che hanno partecipato ai vostri programmi. Programmi rivolti alla crescita delle comunità in territori svantaggiati d’Africa. Lo è – felice questa ricorrenza – per l’intera Italia, anche perché ne siete stati magnifici ambasciatori praticando solidarietà, centrale tra i suoi valori costitutivi. La vostra opera – svolta dove il bisogno è più acuto e dove la povertà costituisce una pesante limitazione nella vita e della vita stessa – si arricchisce di un significato ulteriore – un grande significato, oggi – per la visione che esprime, che reca e che esprime, in contrasto con le guerre, con le volontà di potenza nazionali, con gli egoismi alimentati da paure e da nuove chiusure. Ha lanciato la vostra opera – e lancia – un messaggio di esortazione, quasi di una preziosa provocazione: tutti sono chiamati a costruire pace, amicizia, collaborazione. Il Cuamm – Eccellenza, Don Dante – non si è dato il facile alibi di essere troppo piccolo per cambiare il mondo. Al contrario ha cominciato a camminare, guardando lontano, proprio dove il percorso non era neppure tracciato». 

La grande festa del Cuamm per i 75 anni, Mattarella: «Tutti sono chiamati a costruire la pace»
Il Capo dello Stato all'assemblea del Cuamm

«Il Cuamm è stato capace di tenere insieme testimonianze forti e organizzazione efficiente, imprimendo un segno nel procedere della storia di tante comunità. In Africa. E anche in Italia. Settantacinque anni or sono. Tutto è cominciato – come abbiamo poc’anzi ricordato –, grazie all’iniziativa del Professor Francesco Canova e del Vescovo Girolamo Bortignon. I Paesi dell’Africa sub-sahariana erano ancora, allora, sotto dominio coloniale. In Italia non esisteva un quadro normativo per gli enti civili di cooperazione internazionale. Il Cuamm si è fatto pioniere. Nel 1954, come abbiamo ascoltato poc’anzi, sono partiti i primi medici. La sfida era alta, il progetto ambizioso e difficile. L’energia, la tenacia, l’intelligenza di una figura eccezionale, come quella di Don Luigi Mazzucato, ha reso possibile – e sviluppato sempre più – il sogno dei promotori. E a 10 anni dalla morte, lo ricordiamo con affetto crescente. Don Mazzucato soleva dire che era l’amicizia, insieme al senso di comunità, a tenere acceso il motore del Cuamm. Questo motore ha consentito di superare ostacoli e difficoltà, attraversando generazioni, attraversando decenni di cambiamenti globali. I Paesi dell’Africa hanno conquistato la decolonizzazione, raggiunto l’indipendenza, conseguito protagonismo su tanti fronti. Si sono moltiplicate le condizioni e gli strumenti di reciproca conoscenza, di comunicazione, di incontro, di percorsi comuni. Ogni passo in avanti è stato in qualche modo intravisto, anticipato dalla generosità dei medici del Cuamm, degli operatori, dei loro sostenitori. Un ponte di enorme valore. L’investimento in Africa, per il suo sviluppo, è di primario rilievo per la nostra Europa: il futuro dei due Continenti e dei loro popoli è necessariamente e sempre di più fortemente connesso. Il Piano Mattei è un avanzamento nel percorso, un foro operativo di coinvolgimento e di collaborazione. È importante, in questi giorni, l’autorevole presenza italiana al G20 di Johannesburg e alla conferenza in Angola tra l’Unione europea e l’Unione africana. Il Cuamm è stato apripista. La solidarietà genera fiducia. È un antidoto alla rassegnazione, all’indifferenza. Fu Aldo Moro a signare il decreto con il quale il Cuamm venne riconosciuto come la prima Ong italiana in campo sanitario. Da giovane aveva scritto che il destino dell’uomo è di avere perpetuamente fame e sete di giustizia. Questo insegnano le donne e gli uomini del Cuamm. L’augurio è di proseguire. Di far crescere la consapevolezza, la comune convinzione della dignità inviolabile e del rispetto della persona, di ogni persona. Per questo la Repubblica vi è grata»

 

 

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