Natura, sole, cultura e il feeling con i tedeschi

Carla Macola racconta i cinquant’anni del camping Union Lido al Cavallino La sfida lanciata da papà Angelo e Ignazio Vok, mister Nsu: il paese delle vacanze
Di Adina Agugiaro

Un’azienda agricola a frutteto su terra di bonifica. Questi erano più di 50 anni fa i 60 ettari sul mare e i 30 aldilà della via Fausta in quel di Cavallino, tra la barene della laguna con sullo sfondo Venezia, città amata dal mondo intero, méta di milioni di turisti che vagano tra le calli, i musei e gli splendidi musei. Unire la cultura e i capolavori dell’arte con la natura incontaminata: questa era la mission quando mezzo secolo fa quei sessanta ettari di spiaggia del Cavallino furono acquistati dal fondatore Angelo Macola e dal suo socio Ignazio Volk, trasformati oggi nell’oasi naturalistica e di vacanze Union Lido Park & Resort.

Una sfida vinta con genialità: qui è sorto un complesso turistico con un albergo, appartamenti, otto ristoranti con tipologìe diverse,bar, bungalows, maxi caravan,tende attrezzate per un insieme di 276 unità abitative, (ciascuna con veranda, cucina attrezzata, 2 camere da letto, servizi, riscaldamento, aria condizionata); 16 aree sanitarie con servizi per disabili, bambini e nursery; piazzole per le roulottes dei turisti, decine di negozi, supermercati, parchi di divertimento, piscine di sabbia, semi- olimpioniche, scivoli, grotte musicali, cascate, laghetti con le tartarughe, solarium, gommoni lanciati nella corrente, zone beauty, un parco di 4 ettari, sale giochi, gonfiabili e baby disco per bambini, sala cinema 5 D, servizi di culto, eliporto per soccorsi d’urgenza e quanto mai si riesca ad immaginare, che non ha confronti in Europa.

Un «paese» interamente cintato, verdissimo, ricolmo di fiori, attraversato da piccoli viali pensati per difendere al massimo la privacy, silenzioso e tranquillo rispetto ai ritmi frenetici della poco distante Jesolo city beach, seppur con un’ affluenza nei periodi di massima punta di quasi 12.000 ospiti, accuditi da 500 collaboratori fissi o con contratti stagionali. Un luogo pieno di vita da aprile a settembre, ma che non riposa neppure nei mesi fuori stagione, quando fervono i lavori di manutenzione.

Sullo sfondo un mare calmo e pulito, insignito dal 2006 di bandiera blu, le cui onde lambiscono un chilometro di spiaggia privata profonda, ricoperta da sabbia finissima, sorvegliata, attrezzata e bordata verso l’interno da dune incoronate dalle tamerici. Gli ospiti iniziano ad arrivare fin da Pentecoste, il primo dei turni di ferie dei lavoratori dei land tedeschi. A sovrintendere l’intera organizzazione è la padovanissima Carla Macola: bionda e sottile Cavaliere del Lavoro dallo sguardo azzurro e dalla tempra d’acciaio.

Com’è nata l’idea di questo paese di vacanze?

«Era il 1955 e a mio padre Angelo venne prospettata dalla NSU, fabbrica di automobili tedesca di cui era allora rappresentante per l’Italia insieme al socio Ignazio Vok, l’esigenza d’ un luogo di vacanza a prezzo contenuto per i dipendenti. Fu così che assieme individuarono questo luogo solitario e suggestivo, dalla parte del mare destinato a tutto quanto fa vacanza, dall’altro lato della via Fausta ad un centro sportivo con 3 buche da golf, campi da calcio e da tennis, un maneggio, tiro con l’arco e molto altro, aperto ai residenti ed a tutti gli ospiti del litorale del Cavallino. Penso con fierezza che è stato mio padre ad inventare il turismo all’aria aperta sulla costa dell’Alto Adriatico. Considero lui e mio marito Mario (Bonsembiante, indimenticato rettore dell’Università di Padova e fondatore del campus Agripolis di Legnaro, n.d.r ) le figure più importanti della mia vita e il rapporto con loro un’immensa fortuna».

La maggioranza dei turisti sono ancora tedeschi?

«Nel ’55, quando il resort venne aperto, rappresentavano il 98% degli ospiti, ora sono il 50%, seguiti dai danesi, dagli italiani, da svizzeri, austriaci, olandesi. Ieri come oggi comunque, il nostro target prevalente è la famiglia con bambini».

Da quando se ne occupa di persona?

«Vi sono entrata nei primi anni ’70 e da allora vi ho ricoperto un po’ tutti i ruoli compreso quello attuale di consigliere delegato. All’ Unionlido destino la maggior parte del mio tempo di lavoro, ma mi sono impegnata sempre anche in altri ambiti: in agricoltura, in aziende commerciali, nel Cda di Save ed oggi in quello della Banca Popolare di Vicenza guidata da Zonin».

Una sua opinione sulla crisi che attanaglia il Paese?

«Da troppi anni non facciamo riforme radicali, il nostro è diventato un sistema dove prevalgono le corporazioni ed il carattere individualista dell’italiano, incapace di viversi come nazione. Forse è un bene che tanti problemi siano emersi in superficie, potrebbero finalmente innescare un cambiamento. Nell’economìa, comunque, il punto fondamentale è la fiducia: in ciò che fai, nel paese, nelle istituzioni, nel futuro».

La definiscono una manager col polso di ferro..

«In un’attività di servizio che gravita nell’ambito del turismo, le cose funzionano se c’è un’organizzazione che sovraintende e se le procedure e le regole vengono rispettate sino in fondo. Qui non c’è una catena di montaggio dove tutto va avanti allo stesso modo, qui il prodotto che vendi deve funzionare sino all’ultimo anello del sistema, sino al saluto al turista in partenza. Per questo investiamo tempo ed attenzione nel formare il personale che deve parlare correntemente le lingue dei nostri ospiti».

Anche su di voi pende la minaccia della direttiva europea Bolkestein, secondo cui tutte le concessioni sulle nostre coste debbono essere ritirate e messe in gara d’appalto europea?

«Ritengo la Bolkestein una legge quantomeno penalizzante per un paese fatto di coste come l’Italia. Per quanto ci riguarda, il terreno di Unionlido è di nostra proprietà e il problema riguarda la sola concessione della spiaggia. Siamo accusati di molte cose, tra cui di pagare poco, ma penso che se in Italia gli organismi preposti al controllo delle concessioni vigilassero in modo attento, mappandole ad una ad una sull’intero territorio nazionale, tutti pagherebbero una cifra equa e lo Stato ne trarrebbe un giusto introito. Di più: lo Stato, tramite i concessionari, vigila e tiene puliti gli arenili:lei ha mai notato la situazione di degrado in cui versano le spiagge libere? Oggi l’ambiente è così antropizzato che o lo gestisci e lo salvi o lo lasci a se stesso e lo perdi. Inoltre la Bolkestein stravolgerebbe tutta l’economia di zona che ha un suo senso così com’è organizzata. Quando siamo arrivati qui c’erano solo poche baracche fatiscenti della Grande Guerra: abbiamo cercato di ridare un’identità al luogo, di ricostruire un ecosistema scandito da un forte legame con le tipicità della laguna, delle barene, con la flora e fauna locali. Siamo stati noi a ricercare il verde più adatto al terreno, dove ora predominano aceri, tigli, pini marittimi che ornano l’intero resort e i 6 ettari di parco naturale con flora e fauna protetta, nelle cui zone limitrofe i ragazzi fanno birdwatching, raccolgono legna, coltivano l’orto. Negli oltre 40 esercizi commerciali al nostro interno vengono vendute le produzioni ortofrutticole e le eccellenze locali. Siamo infine orgogliosi d’aver assecondato uno sviluppo lungimirante, che ha permesso di preservare il territorio da un dissennato scempio edilizio. Tutto ciò ha un costo elevato in termini di manutenzione, ma lavoriamo con passione e ne vediamo i risultati, anche se spesso ci pare d’essere soffocati dagli impegni burocratici e dalle tasse».

A quale criterio vi ispirate nella continua espansione di Unionlido?

«A quello di personalizzare sempre più una vacanza, che il turista deve ricordare come un’esperienza di vita e non solo come un periodo di riposo. Lo immaginiamo in ogni istante della giornata immerso in un ambiente ed in un’ atmosfera emozionali. Siamo poi abituati ad anticipare le aspettative dei nostri ospiti e, se possibile, a superarle: rinnovando ogni anno il prodotto/servizio ed individuando le nuove tendenze nel fare vacanza. Così Unionlido resterà per loro un ricordo felice, cui la nostalgia regalerà il desiderio del ritorno».

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