Omicidio colposo, sette avvisi di garanziaper i due operai morti a Porto Marghera
Sette avvisi di garanzia per la morte di Paolo Ferrara, 53 anni, residente a Brugine, e Denis Zanon, 39 anni di Mestre, deceduti per asfissia a Porto Marghera mentre ultimavano le operazioni scarico della soia nella stiva della nave panamense "World Trader". Tra gli otto morti sul lavoro in Veneto dall'inizio dell'anno altri due padovani: Renzo Olivetto, imbianchino di San Martino di Lupari, e Francesco Pizzo, piccolo imprenditore di Bagnoli di Sopra schiacciato dal camion mentre scaricava ghiaia

Denis Zanon (a sinistra) e Paolo Ferrara
Gli avvisi di garanzia emessi dalla Procura di Venezia, che indaga per l'ipotesi di reato di omicidio colposo, riguardano il comandante della «World Trader», nave battente bandiera panamense, il romeno George Hritcu, e gli ufficiali in prima e in seconda, suoi connazionali, con responsabilità nelle operazioni di carico e scarico merci, e inoltre i vertici e personale del Centro intermodale adriatico, dove la nave era ancorata per lo scarico delle granaglie. Si tratta del presidente Ennio De Vecchi, dell'amministratore delegato Eugenio De Vecchi, del responsabile della sicurezza aziendale e del responsabile di banchina al momento dell'incidente mortale.
Restano esclusi, almeno per ora, provvedimenti della magistratura a carico di altri soggetti come l'Autorità portuale, la Capitaneria di porto, e le due ditte di cui Ferrara e Zanon erano dipendenti, rispettivamente la Icco Logistica e la Nuova compagnia lavoratori portuali. Sulla scorta degli avvisi di garanzia, i sette destinatari del provvedimento potranno seguire con i loro legali e periti le fasi dell'inchiesta, tra cui l'autopsia sui corpi delle vittime che verrà effettuata mercoledì da Bruno Murer, anatomopatologo dell'ospedale Umberto I di Mestre. Per l'analisi chimica dei campioni di soia della nave il sostituto procuratore Gianni Pipeschi conferirà l'incarico mercoledì alla biologa Ornella Pancino.
Nelle stesse ore in cui il Pm prendeva la sua decisione,il Consiglio comunale di Venezia approvava all'unanimità un ordine del giorno con cui condanna «le evidenti carenze nelle condizioni di sicurezza sul lavoro e per il mancato rispetto delle procedure operative, che dovrebbero invece essere puntualmente garantite all'interno del porto, principale settore economico-produttivo della città». Il Consiglio denuncia inoltre «la precarizzazione e la conseguente insicurezza dei rapporti di lavoro, cresciute negli ultimi anni nell'ambito di competenza dell'Autorità portuale» e auspica che «la magistratura individui al più presto le responsabilità dirette e indirette per guanto accaduto e per le condizioni che lo hanno determinato». Infine invita il sindaco «a farsi immediatamente parte attiva nei confronti degli organi di prevenzione e di controllo competenti sulla sicurezza delle condizioni di lavoro, affinché vengano rafforzate ed esercitate con il massimo rigore, nell'ambito del Porto di Venezia, così come in tutti i settori produttivi del territorio, tutte le necessarie attività di verifica e di sanzione».
Alla seduta del Consiglio comunale di Venezia ha partecipato anche una delegazione di Brugine, guidata dal sindaco Silvia Salvagnin. Con lei gli assessori Felice Favero e Romano Furiato e il capogruppo di maggioranza Galileo Barbieri
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