L’incredulità dei vicini di casa dopo l’omicidio: «Gheorghe e Valerica, mai una lite in 20 anni»
Gheorghe Zavate, 56 anni, accoltellato a morte in Romania. Arrestata la moglie Valerica, residente da 25 anni a San Giorgio in Bosco. I vicini di casa: «Inspiegabile, erano una coppia bellissima»

«Gheorghe e Valerica erano una coppia bellissima, abitiamo muro a muro da oltre vent’anni e non li ho mai sentiti litigare. Sono sconcertata, non riesco a farmene una ragione, non riesco a capire come sia potuto succedere che lei abbia ucciso lui». È una voce rotta dall’incredulità quella di una vicina del condominio Stella Blu di via Canova, poco distante dal centro di San Giorgio in Bosco.
Da oltre vent’anni divideva la parete dell’appartamento con i coniugi Zavate, e oggi fatica a credere che proprio da quella casa fosse partita la coppia protagonista della tragedia consumatasi in Romania. La palazzina è silenziosa, la cassetta delle lettere dei Zavate è piena di volantini pubblicitari e buste non raccolte. Nessuno varca la soglia da settimane: Gheorghe, 56 anni, e Valerica, di 53, erano partiti a inizio agosto, come ogni estate, per rientrare nel villaggio natale di lui, Fundeanu, nella contea di Galati. Dovevano restarci un paio di settimane.
Ma quella che doveva essere una consuetudine familiare si è trasformata in un dramma. Secondo la ricostruzione degli inquirenti romeni, la sera del 22 agosto la coppia ha litigato in cucina. Poco dopo le 23.30 Gheorghe, camionista da due decenni occupato in un’azienda di trasporti di San Giorgio in Bosco, è stato colpito più volte al torace con un coltello da cucina. È stata la sorella dell’uomo, che abita a poca distanza, a entrare in casa richiamata dalle urla: ha trovato il fratello riverso a terra in una pozza di sangue. L’allarme è partito immediatamente. I sanitari hanno tentato a lungo di rianimarlo e lo hanno trasferito in condizioni disperate all’ospedale di Târgu Bujor. Gheorghe è spirato poco dopo il ricovero.
A San Giorgio la notizia ha lasciato tutti senza parole. «Era un lavoratore modello», raccontano i titolari della ditta di trasporti, «puntuale, affidabile, si dedicava senza risparmio». Colleghi e superiori lo definiscono come uno stakanovista, un uomo serio, riservato, sempre concentrato sul proprio mestiere. Anche i residenti di via Canova non ricordano mai tensioni. «Mai sentiti litigare», ribadisce la vicina, «e io sono quella che ha tutta la parete con loro. Qualche volta avranno alzato la voce, ma come succede in tutte le famiglie, nulla di violento».
Nulla che potesse destare allarme, o suscitare dubbi e perplessità. Poi aggiunge: «Si sono sempre comportati bene, i rapporti di vicinato erano ottimi. Non ero nemmeno a casa quando ho saputo della tragedia, mi trovavo in vacanza. Me l’ha detto un altro inquilino. È stato uno shock».
Il legame con San Giorgio in Bosco era consolidato: la coppia abitava lì da circa 25 anni. La figlia, 27 anni, oggi infermiera all’ospedale di Camposampiero, non viveva con i genitori ma li raggiungeva spesso: la notizia della morte del padre e dell’arresto della madre è stata un colpo durissimo. C’erano rapporti di amicizia con i condomini? «No, perché Valerica lavorava. Ogni tanto ci trovavamo per due chiacchiere, ma aveva orari diversi dai miei. Comunque avevamo un buon rapporto», aggiunge la vicina. È sempre stata una signora tranquilla? «Per me sì». E lui? «Lo vedevo poco, usciva presto e tornava tardi. Ma sul pianerottolo ci si salutava sempre. Ripeto, un colpo per tutti, mai sentiti litigare». C’erano dissidi? Lui desiderava tornava in Romania, la moglie preferiva l’Italia? «Non saprei».
Intanto dall’altra parte del confine, a Fundeanu, restano le indagini per chiarire cosa sia accaduto quella sera. Gli investigatori della Procura della Corte d’Appello di Galati stanno raccogliendo testimonianze e dettagli sul contesto del litigio, mentre Valerica si trova in custodia cautelare. A San Giorgio in Bosco – paese piccolo, fatto spesso di voci che si rincorrono, di mormorii e silenzi – si è allibiti. «Erano una coppia normale, gente per bene», insistono i residenti, in un’urgenza di rassicurante normalità. Le scale del condominio Stella blu restituiscono silenzio, e forse anche voglia di archiviare, di chiudere un capitolo, di dimenticare. E sulla porta di marito e moglie si accumulano pubblicità e lettere. —
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