Pan (Lega): «La Donazzan rilegga Levi. Mio nonno costretto a bere l’olio di ricino»

L’assessore che ha cantato Faccetta nera alla radio invia una lettera ai consiglieri e invoca clemenza. Ma non ne trova 
L'assessore Elena Donazzan
L'assessore Elena Donazzan

VENEZIA. La lezione di storia a Elena Donazzan, che ha cantato “Faccetta nera” a Radio 24 e irriso Bella Ciao, arriva da Giuseppe Pan che ha ricordato l’olio di ricino che i fascisti facevano bere a suo nonno: «La Lega è contraria a ogni revisionismo storico, l’assessore farebbe bene a imparare la poesia di Primo Levi Meditate che questo è stato. “Voi che vivete sicuri/ nelle vostre tiepide case… Considerate se questo è un uomo/ che lavora nel fango/ che non conosce pace/che lotta per mezzo pane/che muore per un sì o per un no/ Considerate se questa è una donna/senza capelli e senza nome”....

Chissà se Pan regalerà alla Donazzan il capolavoro di Levi, sopravvissuto alla Shoah, ma il messaggio è chiaro: la Lega non perdona lo “show canoro” dell’assessore all’Istruzione e martedì si appresta a votare il documento di censura messo ai voti su richiesta del centrosinistra e di Valdegamberi.

Si procederà per chiamata nominale e quindi gli ordini di scuderia contano assai poco: il centrodestra controlla 41 seggi su 51, ma la Donazzan ha inviato una lettera a tutti i consiglieri in cui fa appello alla solidarietà. Nel testo spiega che la storia è «scritta dai vincitori e spesso non trova le ragioni dei vinti».

Lei lancia un «appello alla fratellanza, a una vera Pacificazione». Poi rivendica «di non aver mai alimentato l’odio, ma di averlo subito. Sono stati giorni terribili di offese, insulti e minacce».

Finisse qui la lettera, potrebbe essere una ragionevole retromarcia, fine del caso. Invece cita l’articolo 21 della Costituzione sul diritto di espressione e se la prende con il pensiero dominante. Ce l’ha con Facebook che l’ha censurata con la chiusura dell’account. E per evitare la mozione di censura propone al consiglio regionale di «approvare una legge che regolamenti e tuteli la libertà di espressione anche sui social».

Difficile stabilire cosa accadrà martedì: giovedì il presidente Zaia ha cercato di ridimensionare il caso. Dopo aver ribadito la sua fedeltà ai valori della Resistenza e della Repubblica, ha spiegato che si rimetterà al parere dell’aula. Insomma, se la mozione di censura venisse approvata ne prenderà atto.

Certo, l’ipotesi di sollevare la Donazzan dall’incarico non viene contemplata, anche se i tre leghisti cacciati ad agosto invocano la stessa fermezza: Forcolin, Barbisan e Montagnoli hanno amici a palazzo Ferro Fini che non capiscono i motivi della loro esclusione dalle liste. Ciò che conta sul piano politico è la nota ufficiale di Giuseppe Pan, capogruppo della Lega.

«Continuare a parlare oggi di fascismo e comunismo, come entità contrapposte e totalizzanti, è anacronistico. Non possiamo però dimenticare ciò che è stato. Non è corretto nei confronti di tanti che hanno subìto sulla propria pelle gli orrori del fascismo. L’assessore Donazzan ha raccontato di aver sentito cantare in casa, fin da piccola Faccetta nera. Io, da parte mia, ho una storia personale diversa: fin da piccolo ascoltavo i racconti di mio nonno, oggetto invece di violenze da parte della Camicie nere. Lui, come troppi in quegli anni sciagurati, ha dovuto “accettare” l’olio di ricino... Non possiamo accettare che una rappresentante delle istituzioni ancora oggi affronti un tema del genere con questa “leggerezza”, da lei stessa ammessa pubblicamente e, in separata sede, con noi consiglieri. Rilegga la lezione di Primo Levi: Meditate che questo è stato!» conclude Pan. —
 

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