Il Piave è il fiume più pulito del Veneto: pochi batteri e zero Pfas secondo Legambiente
Il Piave si conferma tra i corsi d’acqua più sani del Veneto: valori di escherichia coli ben sotto la soglia di rischio e assenza di Pfas nei rilevamenti. È quanto emerge dall’ultima tappa dell’Operazione Fiumi 2025 di Legambiente Veneto

Il Piave è in salute. Fra i principali corsi d'acqua veneti, è quello che ha i valori più bassi di escherichia coli (ampiamente sotto i 500 batteri, il limite per la balneabilità in mare) e, soprattutto, nelle analisi dello scorso anno non aveva evidenziato la presenza di Pfas.
Un quantitativo di batteri fecali che risulta pure in riduzione rispetto all'indagine 2024. Un andamento positivo comunicato nell'ultima tappa di Operazione fiumi 2025, la campagna itinerante di Legambiente Veneto (con supporto tecnico di Arpav) che annualmente si pone l'obiettivo di monitorare le condizioni di salute dei fiumi della nostra regione. Rimane la spia accesa sul glifosate, anche se l'anno scorso i livelli risultavano entro i limiti: attesi per settembre i riscontri sugli ultimi campionamenti.
«Ci preoccupano la colata di vigneti sulle sponde del Piave e l'utilizzo di pesticidi in agricoltura. Un doppio timore legato al rischio idrogeologico e alla tutela della biodiversità», sottolinea Fausto Pozzobon, presidente Legambiente Piavenire, nel corso dell'incontro organizzato a Breda, a pochi passi dal Musestre. I prelievi di Legambiente, effettuati in maggio, hanno riguardato sette punti del fiume sacro alla patria: tre in provincia di Treviso (Susegana, Maserada e Salgareda), due nel Bellunese (capoluogo e Borgo Valbelluna), altrettanti nel Veneziano (San Donà e Jesolo).
Nel complesso, Operazione fiumi ha interessato tredici corsi d'acqua della nostra regione: dal Po al Brenta, dal Bacchiglione all'Adige, dal Sile al Livenza. «Il Piave è un fiume in salute dal punto di vista della depurazione. Benché non sia balneabile, come del resto tutti i fiumi, utilizziamo come limite quello della balneabilità in mare: il fiume è risultato abbondantemente sotto quota 500 nei sette punti di rilevamento», sottolinea Giulia Bacchiega, portavoce Operazione fiumi, vicepresidente Legambiente Veneto.
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