Piva salvata un’altra volta dalla prescrizione

VENEZIA. Sei mesi fa era stata salvata dalla prescrizione nel processo Mose. I giudici avevano ritenuto infatti che Maria Giovanna Piva, ex presidente del Magistrato alle Acque di Venezia, fosse stata sì a libro paga di Mazzacurati fino al 2008, ma che appunto fosse trascorso troppo tempo per una condanna. Era stata assolta, invece, per il collaudo dell’ospedale di Mestre. Altro processo, altra prescrizione in soccorso di Piva: venerdì sera i giudici del tribunale collegiale di Venezia hanno disposto il non doversi procedere per intervenuta prescrizione nell’ambito del processo per l’affidamento al “Sistema Informativo” del Consorzio Venezia Nuova da parte della Regione del progetto di monitoraggio delle discariche abusive nel territorio regionale. Un’assegnazione che, secondo la Procura, sarebbe avvenuta in violazione della disciplina generale sugli appalti di pubblici servizi e in carenza di ogni norma speciale che legittimasse l’operazione. L’ex presidente del Mav era accusata di abuso d’ufficio. Il pm Giorgio Gava ne aveva chiesto la condanna a 1 anno e 6 mesi: la sottoscrizione dell’accordo di programma per l’affidamento al “Sistema Informativo” del Cvn è prescritto, ma il sostituto procuratore contestava a Piva anche il fatto che, in virtù di questo affidamento, il Cvn avesse avuto un profitto cospicuo ma ingiusto. A sua volta il Consorzio si sarebbe avvalso di varie società per le prestazioni (sondaggi, rilievi, analisi, elaborazione) senza gare o indagini di mercato. I giudici – presidente Savina Caruso, a latere Michela Rizzi e Andrea Battistuzzi – hanno evidentemente ritenuto che entrambe le contestazioni siano prescritte. Solo quando verranno depositate le motivazioni tra 90 giorni sarà possibile capire se il collegio entrerà nel merito delle contestazioni, evidenziando comunque una responsabilità o meno di Piva, o se si limiterà a ribadire che i fatti sono troppo vecchi.
Una mannaia, quella della prescrizione maturata nell’ultimo anno, che si è abbattuta pesantemente sul procedimento arrivato in aula dopo che il padovano Fabio Fior, un tempo al vertice della Tutela Ambiente della Regione, era stato condannato a 3 anni in abbreviato. Ed è così che si sono salvati l’ex Magistrato alle Acque Patrizio Cuccioletta e l’ex assessore regionale Giancarlo Conta (abuso d’ufficio); il segretario regionale all’Ambiente Roberto Casarin (falso ideologico); l’imprenditrice padovana Sonia Silvestri della ditta “Marte srl” (abuso d’ufficio); Rosselli e Stocker (abuso d’ufficio) limitatamente ai fatti successi prima del 22 ottobre 2010; Dall’Aglio (abuso d’ufficio) per quanto successo prima del 29 dicembre 2010; Giorgio Passionelli, ex sindaco di Torri del Benaco, comune veronese nel quale doveva essere attuato il progetto (abuso d’ufficio).
Quanto alle condanne, 1 anno e 6 mesi sono stati comminati a Roberto Rosselli, dirigente del Cvn, responsabile del progetto regionale di telerilevamento, ed a Johann Stocker, ex dirigente del Cvn. Entrambi dovevano rispondere di abuso d’ufficio in relazione ai contratti stipulati il 22 ottobre e il 29 dicembre 2010. Un anno la pena per il veronese Paolo Zecchinelli, ex segretario dell’assessorato all’Ambiente, a processo per falso ideologico. Dovrà risarcire la Regione del danno non patrimoniale che è stato quantificato in 6mila euro; 6 mesi per l’imprenditore Andrea Dall’Aglio, titolare della società “STC 2000” che era stata affidataria dell’attività di telerilevamento per il contratto del 29 dicembre 2010. Gli imputati, lette le motivazioni, potranno impugnare la sentenza in appello.
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