QUELLE RAGAZZE IN VENDITA L’OFFERTA IN TEMPO DI CRISI
Son qui che lavoro al computer, tengo il cellulare acceso sul tavolo, ed ecco che fa un trillo, dunque è arrivato un messaggio.
Lo apro e mi appare il volto sorridente di una ragazza sui 25-30 anni con una scritta che dice: “Sei solo? Anch’io. Perché non ci mettiamo insieme?”. La guardo. È molto carina ma un po’, come dire, lustrata, come se si fosse passata la cera sulla faccia. Beh, si sarà preparata per un dossier di foto. La scritta prosegue: “Le mie foto resteranno visibili per venti minuti”. Fra venti minuti si autocancelleranno. Come, non lo so. Sono foto inviate per invogliare a un appuntamento. L’appuntamento lo pagherai, e con ciò pagherai le foto. Sono ragazze in vendita, con la crisi le vendite calano e le ragazze si fan vedere “a tempo”.
Vorrei essere più furbo di loro: usando il menù “Inoltra” giro la foto dal cellulare al computer fisso, dove potrò conservarla. La foto parte e va al computer. Ma quando clicco sul computer appare una copertina vuota, con la scritta: “Per vedere la foto torna sull’originale”. Sono più furbe di me.
Passa un’oretta e mi arriva un’email firmata Lidia: “Non hai ancora visto le foto che ho aperto solo per te?”. No, Lidia, io purtroppo devo lavorare.
Ogni giorno arriva la copertina di un sito che dice: “Migliaia di single come te vogliono conoscerti”. Seguono 6 foto, di tre donne e tre uomini. Questi siti sparano nel mucchio. Come fanno a pensare che io sia single? E poi, non sapendo se io sia omo o etero, mi mandano foto di donne e di uomini, perché io scelga. Se scegliessi Monica? Si apre una pagina: “Iscriviti ora e accedi”. Se m’iscrivo poi mi hanno in pugno. Non m’iscrivo.
L’offerta però è sofisticata: “Cliccando su una foto, vedi l’immagine, leggi le parole e senti la voce”. Non credo che esistano agenzie matrimoniali così attrezzate, questi ti mostrano la foto, ti fan vedere come la tizia scrive (nel caso che tu non voglia una analfabeta), e ti fan sentire come se la cava con la sintassi. Sono raffinatezze. Se hai Facetime, puoi parlarle vedendola. Nell’Albero degli zoccoli il ragazzo dice alla ragazza: “Me piasarìa poderve ‘compagnar”. La ragazza risponde. “Sono cose che ci vuole il suo tempo”. Ora non più: chiedi e ti vien dato. C’è stato un nigeriano però, qualche settimana fa, che ha scelto e ha chiesto, poi è andato, pagando, e ha sfasciato tutto: perché la ragazza che gli è apparsa davanti non era quella dell’annuncio. Nell’annuncio era bellissima, nella realtà così così.
La crisi morde anche il business della prostituzione. Mi viene in mente un viaggio a Torino, esco dalla stazione e vado all’albergo, lì vicino, sento una vocetta alle spalle: “Mi vuoi?”, mi volto e vedo una bambina sui 15 anni. Pioviggina, è tutta bagnata. “Torna a casa” le dico, e la piccola fa dietrofront. Ricordo quella scena con vergogna. Perché non le ho chiesto quanti soldi voleva?
Glieli avrei dati, e sarebbe tornata a casa contenta. Così invece, senza un soldo, l’avranno rimproverata, e forse picchiata. Sono uno stupido, mi vergogno di me. —
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