Revamping, l'Ente Parco Colli boccia il progetto Italcementi

Parere negativo all'unanimità della commissione tecnica sul progetto di ristrutturazione dell'Italcementi. La posizione del Parco peserà in sede di Valutazione di impatto ambientale anche se non sarà vincolante. La presidente Chiara Matteazzi apre uno spiraglio. Ventilata la strada della "convenzione"
La torre nel progetto
La torre nel progetto
ESTE. "Incompatibile". Sta tutta in questa parola, e in un parere lapidario, di quattro righe, la svolta nella posizione dell’Ente Parco dei Colli Euganei sul revamping dello stabilimento Italcementi. La Commissione tecnica del Parco, riunitasi lunedì pomeriggio, ha espresso all’unanimità parere negativo sul progetto di ristrutturazione del cementificio. Un parere destinato a pesare in sede di Valutazione di impatto ambientale del colossale progetto.


Il parere.
L’organo tecnico del Parco, chiamato a pronunciarsi sull’intervento di 'Adeguamento tecnologico alle migliori tecniche disponibili', presentato da Italcementi, si è espresso senza messe misure. "Ai sensi di quanto previsto dall’articolo 19, comma 1, lettera c, delle Norme di attuazione del Piano ambientale l’intervento risulta incompatibile" recita il parere della Commissione tecnica. L’articolo 19 ormai lo conoscono tutti: è quello che stabilisce che le cementerie non possono esistere nel parco. La Commissione tecnica, presenti la presidente del Parco Chiara Matteazzi e i membri Francesco Pio Dotti, Paolo Drago, Massimo Valandro e Beppino Zerbetto, ne ha tratto le conseguenze del caso. Senza giri di parole e all’unanimità. La posizione messa nero su bianco dall’organo tecnico chiarisce anche un ulteriore aspetto: "Non si ritiene la proposta rientrante tra gli interventi disciplinati dal successivo punto 3 del medesimo articolo (la manutenzione, l’adeguamento degli impianti e delle strutture e le ristrutturazioni interne)". Cosa significa? In base alla lettura data dalla Commissione, si direbbe che non c’è scampo per il revamping: nemmeno con la stipula di una eventuale convenzione con l’Ente Parco.


La presidente.
Chiara Matteazzi ha preso atto del parere dell’organo tecnico. E lo ha allegato alla comunicazione, partita sempre lunedì, diretta alla Commissione Via, Provincia di Padova, settore Ambiente Ecologia. Il parere del Parco, pur non essendo di per sé determinante, è destinato a pesare parecchio. La comunicazione inviata dalla presidente prende le mosse proprio dall’incompatibilità, sancita dall’articolo 19 del Piano ambientale, tra cementerie e Parco Colli. In un dettaglio si discosta però dal parere che ha reso la Commissione tecnica. Secondo quanto scrive la presidente, dall’analisi del progetto "risulta le opere proposte ricadono tra 'gli interventi eccedenti la manutenzione e l’adeguamento degli impianti e delle strutture e le ristrutturazioni interne'". Di conseguenza, come prevede la norma, devono essere subordinati alla stipula di apposite convenzioni. Per stabilire che cosa? Le modalità e i tempi per la prosecuzione dell’attività, per le eventuali dismissioni, e infine i programmi di investimento, di riassorbimento occupazionale e di eventuale rilocalizzazione in aree esterne.


Le conseguenze.
Provando a semplificare, la Commissione tecnica del Parco dice che il revamping "non s’ha da fare". La presidente ne prende atto ma scrive che, a suo avviso, il revamping si potrebbe fare previa stipula di una convenzione. Sembra comunque una bocciatura della procedura così come l’ha impostata finora Italcementi. Il revamping non è solo una manutenzione, e deve passare (almeno) attraverso una convenzione. Un parere che sembra così spingere nella direzione di una sospensione della procedura di Via, e del revamping stesso.
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