Riciclaggio, chieste le condanne di ex cognato e sorella di Maniero
venezia. Sei anni per Riccardo Di Cicco, l’ex cognato di Felice Maniero, e tre anni e quattro mesi per Noretta Maniero, sorella dell’ex boss della Mala del Brenta ed ex moglie di Di Cicco, entrambi per aver riciclato parte del tesoro di “Faccia d’Angelo”. In Appello il sostituto procuratore generale ha chiesto di stravolgere la sentenza di primo grado pronunciata un anno fa dal gup Massimo Vicinanza, reiterando in toto le richieste fatte in primo grado dalla pm della Dda Paola Tonini. Di Cicco, attualmente ai domiciliari, era stato condannato a 4 anni e 10 mesi (con assoluzione per parte delle accuse). Noretta Maniero, invece, era stata assolta e prescritta. Lo stesso sostituto procuratore generale ha chiesto la rinnovazione in appello delle prove dichiarative, in particolare in relazione alla posizione della sorella di Maniero. In altre parole, significa sentire nuovamente Felice Maniero, le cui dichiarazioni sono la base su cui si è poggiata l’inchiesta sul tesoro dell’ex boss. Richiesta, questa, su cui i giudici (presidente Antonio Liguori) si sono riservati la decisione.
Un’udienza fiume a porte chiuse quella di ieri in aula bunker a Mestre, iniziata alle 15 e finita dopo le 21. Giulio Venturi, difensore di Riccardo Di Cicco, si è battuto perché i giudici escludano l’aggravante dell’articolo 7 della legge 203 del 1991 sull’agevolazione mafiosa. «Di Cicco era per Maniero il porto sicuro dove depositare il denaro provento degli illeciti per ripulirlo», così agevolando «sia chi era al vertice dell’associazione, sia l’associazione stessa», aveva scritto il gup nelle motivazioni. Il difensore si è battuto per dimostrare che non ci sono state consegne, e quindi non c’è stato riciclaggio, di somme di denaro precedentemente al 1994, chiedendo anche la revoca delle confische.
A fianco dell’avvocato c’era Riccardo Di Cicco che ha seguito passo passo l’arringa. Ha puntato alla conferma della sentenza di primo grado l’avvocato Antonio D’Orzi per Noretta Maniero, non presente in aula. A presentare appello in quest’ultimo caso era stata la sola Procura, mentre per Di Cicco sia l’accusa che la difesa. Si torna in aula il 2 luglio.
e brotini resta in cella
Ieri al tribunale del Riesame di Venezia è stato discusso l’appello sulla misura cautelare per Michele Brotini, considerato il broker di Maniero e condannato a febbraio a 8 anni per riciclaggio. Dal giorno dell’arresto assieme a Di Cicco, a gennaio 2017, Brotini è ancora in carcere. I difensori Marco Rocchi e Giuseppe Carugno hanno chiesto la scarcerazione impugnando l’ordinanza del tribunale che sosteneva il pericolo di recidiva in assenza di confessione. I giudici del Riesame hanno rigettato l’appello. —
Rubina Bon
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