Rifiuti, il piano in commissione

Ne produciamo 1,2 chilogrammi al giorno: l’obiettivo è la differenziata spinta

VENEZIA. Meno produzione di immondizie, più raccolta differenziata, meno rifiuti in discarica. Questi gli obiettivi del nuovo piano rifiuti della Regione Veneto, presentato dall’assessore Maurizio Conte alla commissione Ambiente del Consiglio veneto presieduta da Nicola Finco. Il piano, pubblicato sul Bur regionale il 22 marzo scorso, per 60 giorni (sino al 21 maggio) resta in attesa di osservazioni e integrazioni da parte di tutti i soggetti interessati. Ritornerà poi in commissione, per iniziare il percorso di esame preliminare al voto finale d’aula. Il Piano, destinato a sostituire lo strumento vigente che risale al 2004, accomuna per la prima volta nella normativa regionale rifiuti urbani e rifiuti speciali, proponendo una strategia parallela e sinergica di raccolta, smaltimento e valorizzazione. Presupposto della convergenza dei due diversi cicli di raccolta e smaltimento è contenere le spese di smaltimento dei rifiuti tossico/speciali (oggi acquistati a caro prezzo da impianti esteri) valorizzando e adeguando gli impianti esistenti al trattamento anche di questo tipo di scarti pericolosi. Per i rifiuti urbani (in Veneto se ne produce in media 1,2 chilogrammi al giorno per abitante) il piano punta deciso sulla raccolta differenziata: entro il 2020 il 70 per cento dei rifiuti dovrà essere differenziato e avviato al riciclo o riuso. Un obiettivo ormai a portata di mano per la maggior parte dei comuni veneti, visto che il 68 per cento delle amministrazioni locali ha già raggiunto il 65 per cento di raccolta differenziata e la provincia di Treviso è ormai a quota 74 per cento.

Tra le strategie di contenimento e riutilizzo dei rifiuti il piano indica la promozione del compostaggio domestico, l’ecoscambio, le giornate del riuso, la vendita di detersivi e liquidi vari (acqua compresa) sfusi e alla spina, la promozione del vuoto a rendere, la distribuzione degli alimenti invenduti nelle mense sociali, la promozione degli spacci agricoli e delle ‘filiere corte’, dal produttore al consumatore, la promozione dei pannolini lavabili e progetti di educazione ambientali.

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