Rifiuti tossici, l’incubo di un’altra Miteni

Due cave sequestrate: in Valbrenta verifiche sulla falda che serve l’acquedotto di Asiago e di alcuni comuni bassanesi e padovani

VALBRENTA. È già finito sul tavolo della Commisione parlamentare Ecomafie, lo scandalo delle due cave di Col Campanaro e di Valle dei Merli trasformate in un deposito di rifiuti tossici, che si presume siano nascosti dentro a bidoni di ferro o plastica. Il blitz è scattato qualche giorno fa, dopo la confessione di un pentito-collaboratore di giustizia che ha consentito alla Guardia di finanza e ai carabinieri di mettere sotto sequestro l’immensa area.

L’inchiesta è coordinata dal procuratore della repubblica di Vicenza Antonino Cappelleri e vede già tre persone nel registro degli indagati: l’ipotesi è di inquinamento ambientale e gestione di rifiuti pericolosi non autorizzata. Nei guai per il momento sono finiti Mauro Alfio Pizzato, 57 anni, il fratello Carlo e sorella Sonia, 60 anni, residenti a Bassano, che hanno ereditato dal padre la gestione delle cave.

Siamo in Valsugana, sopra le grotte di Oliero, parco naturale carsico che si interseca al fiume Brenta, con le montagne trasformate in terrazzamenti per coltivare il tabacco. Acque e legname, pietre e tabacco hanno segnato la vita di questi paesi, fino al boom del dopoguerra, con il business del marmo: dalle cave di Col Campanaro e della Valle dei Merli si estrae il marmo rosso di Asiago. L’attività è finita e le immense gallerie lunghe chilometri e chilometri sono diventate discariche di rifiuti tossici, trasportati su camion intestati a una ditta trevigiana.

Si tratta di bidoni di plastica e metallo adagiati su dei bancali, le indicazioni del “pentito” stile Fanpage sono state molto precise ma i rifiuti sono nascosti così bene che non si vedono: la Procura di Vicenza ha chiesto aiuto al Genio civile per avviare lo scavo con le ruspe. Poi dovrà intervenire l’Arpav per capre il livello d’ inquinamento: in quell’area c’è la falda freatica che alimenta l’acquedotto di Asiago e anche dei paesi del Bassanese e Alta padovana riforniti dal consorzio Etra.

Un microcosmo unico, trasformato un parco didattico con gli studenti in visita per capire il miracolo carsico delle grotte di Oliero che ora rischia di diventare un incubo per l’ambiente come la Miteni. A segnalare lo scandalo delle due cave-discariche è stata Sonia Perenzoni, del M5S di Montecchio Maggiore.

«Ne ho parlato a Napoli con Alberto Zoletti e Fabrizio Trentacoste della commissione Ecomafie più che mai decisi ad aprire un dossier su Vicenza: dopo i Pfas e i rifiuti stoccati nei capannoni e le discariche seminate lungo la Pedemontana, ora c’è questa nuova bomba ecologica da disinnescare in fretta per tutelare la salute». —

Al.Sal.

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