Roncato: milioni alla mala del Brenta perché non toccasse i miei figli

Il patron della valigeria spiega così alla Finanza i soldi portati all'estero: aveva paura dei rapimenti della banda Maniero

VENEZIA. «Preciso che io avevo iniziato a tenere soldi all’estero parecchi anni fa a seguito di gravi minacce rivoltemi da un’organizzazione malavitosa che immaginavo essere la Mala del Brenta».

La rivelazione, per sua stessa ammissione mai denunciata prima d’ora, arriva mentre i finanzieri lo stanno sentendo a sommarie informazioni nell’ambito della maxi inchiesta sul “nero” portato all’estero.

Giovanni Roncato, patron dell’azienda di valigerie di Campodarsego, ha svelato così un retroscena choc. «Non ho mai denunziato in quanto ero stato minacciato e temevo per la morte dei miei figli allora piccoli». Sono passati tanti anni da quell’epoca che sembra distante anni luce da ora: «Direi circa 35 in quanto, appunto, i miei figli erano allora in tenera età».

Una testimonianza, quella di Giovanni Roncato, finita agli atti dell’inchiesta, che rivela un pezzo di storia inedita. «Si trattava di minacce di morte per i miei figli fatte nel periodo in cui la banda di Felice Maniero operava molti sequestri di persona. Queste minacce mi indussero a consegnare all’epoca cospicue somme di denaro ai malavitosi ignoti non riconosciuti in due occasioni», ha dichiarato il numero uno dell’azienda padovana. «Si trattava di circa 200 milioni di lire all’incirca per ogni occasione, con consegne avvenute in contanti al casello di Padova Ovest».

Secondo le indagini della Finanza di Venezia, anche Giovanni Roncato avrebbe portato capitali all’estero: oltre 13 milioni di euro attraverso la società panamense Alba Assets Incorporation. Soldi, questi, scudati nel 2009 «e la cui documentazione è stata acquisita dalla Finanza di Padova nell’ambito della verifica fiscale che ho ricevuto 5 o 6 anni fa nei confronti della Roncato Holding».

Anche il nome di Giovanni Roncato figura nella “lista De Boccard”, una sorta di “lista Pessina” in piccolo trovata in Svizzera, nello studio di Friburgo dell’intermediario finanziario Bruno De Boccard. L’imprenditore, respingendo di aver partecipato ad un investimento in una fazenda in Nicaragua con altri imprenditori, ha raccontato però ai finanzieri di conoscere l’altro intermediario che lavorava in Svizzera, Filippo Manfredi San Martino di San Germano D’Agliè che è un produttore di riso e pure il patron delle valigerie aveva deciso di diversificare gli investimenti, puntando anch’egli sul riso (in Romania).

«In questo contesto siamo diventati amici in quanto se ho qualche dubbio chiedo a lui che è da sempre del mestiere... Ricordo di averlo incontrato anche alcuni anni fa in quanto avevo dei capitali all’estero e avevo necessità di rimpatriarli tramite scudo fiscale... Lo conosco da una quindicina d’anni».

«Non conosciamo questi signori», aveva dichiarato giovedì Alessandra Roncato, figlia di Giovanni, «Conoscevamo l’ex presidente Giancarlo Galan, come del resto altri imprenditori veneti. Non siamo mai stati al centro delle indagini relative a Galan e all’inchiesta Mose. Certo quell’amicizia con l’ex governatore oggi posso dire che un po’ di guai li ha portati. Quei 13 milioni investiti? Non ho alcuna notizia, ne parlerò con i commercialisti ma escluderei qualsiasi nostro coinvolgimento».

***

La nota. La dirigenza di Ciak Roncato, per evitare fraintendimenti ha mandato una nota per spiegare che la loro azienda è altra cosa rispetta a quella di Giovanni Roncato imprenditore citato nell’inchiesta. «In merito ai fatti di cronaca che vedono protagonista nelle ultime ore Giovanni Roncato», è scritto «le nipoti Federica, Francesca e Fabiana Roncato alla guida del brand Ciak Roncato, si dichiarano totalmente estranee a quanto emerso e ribadiscono il loro assoluto distacco dalla azienda RV Roncato. Ciak Roncato, brand di valigeria, nasce negli anni ‘90 quale erede di Roncato, storica azienda di valige fondata nel 1956 da Antonio Roncato. A seguito di controversie famigliari i figli di Antonio, Giovanni e Carlo, hanno deciso di intraprendere strade diverse dando vita a due brand distinti. Dopo aver appreso, attraverso i mezzi di comunicazione, i dettagli finanziari della vicenda di mio zio vorrei evidenziare la nostra totale estraneità a tali fatti e chiarire la netta distinzione tra le due aziende della nostra famiglia», chiude Federica Roncato, marketing manager di Ciak Roncato.
 

BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova