Saviano intervista Felice Maniero «I servizi segreti e i tesori d’arte»

PADOVA
Felice Maniero torna a parlare con la stampa e racconta i suoi legami con i servizi segreti, le trattative con gli 007 per ottenere la libertà, il traffico di droga e i delitti. Tutte storie già raccontate nelle due lunghissime interviste concesse alla nostra giornalista Sabrina Tomè nel marzo di quest'anno. Maniero è intervistato in studio da Roberto Saviano nell'ambito del programma di Nove "Kings of Crime", andato in onda ieri serasu Nove. Maniero ha raccontato che nel 1980 decise l’assalto al Casinò di Venezia e si fece versare dai cambisti una “rendita” di 60 milioni al mese per 15 anni. Fatti i conti siamo a oltre 10 miliardi di lire, soldi investiti in opere d’arte: Renoir, De Chirico e altre tele di valore messe al sicuro all’estero e mai restituite. Nel suo “pentimento” con lo Stato, dopo l’arresto del 1995, ha salvato i tesori d’arte.
Saviano ha presentato Maniero: «Un uomo che ha compiuto rapine, trafficato droga e terrorizzato per vent’anni una regione. Un uomo che è stato il capo indiscusso della prima mafia originaria del Nord Italia, la Mala del Brenta». Maniero ha raccontato la sua escalation criminale. Dalle rapine fino ai delitti. «Tutti volevano fare i colpi con noi, ma io non ho mai permesso che la mafia partecipasse alle nostre rapine. Temevo un’invasione». La gestione del gioco d’azzardo e le trattative alla pari con i boss mafiosi. «È vero ho trattato con Gaetano Fidanzati, ma non solo con lui». E il traffico di droga. «Siamo stati costretti, negli anni ’80 sono arrivati siciliani, camorristi e ’ndranghetisti. Non era possibile non farlo noi, altrimenti avrebbero preso il mercato, li avremmo avuti in casa. E con il traffico di droga si guadagnava molto». —
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