Sesso senza veli, tre i film-scandalo
La pellicola italiana «Nessuna qualità agli eroi», la cinese «Lust Caution» e la francese «Histoire de Richard O». Scene d'amore come non si sono mai viste, Elio Germano e Brad Pitt nudi
ROMA. Lo scandalo quest'anno al Lido potrebbe arrivare proprio da un film italiano. Si tratta di «Nessuna qualità agli eroi» di Paolo Franchi. Ma a scatenare la pruderie dei censori ci saranno almeno altri due film: quello del cinese Ang Lee, «Lust Caution», e quello made in France dal titolo evocativo: «L'Histoire de Richard O» di Damien Odoul. Partiamo del film italiano. In quello che si annuncia come il plumbeo e serioso film di Paolo Franchi, regista introverso e colto, c'è una scena clou con protagonista l'attore del momento, Elio Germano, nei panni di Luca, figlio di uno strozzino.
Germano raggiungerebbe nudo, di profilo, e visibilmente eccitato, la sua fidanzata Mimosa Campironi. A parlare di questa scena (sembra girata molte volte), sono stati i pochi fortunati che hanno visto il film che correrà a Venezia'64 per il Leone d'Oro. Se la scena non sarà preventivamente tagliata dalla produzione, potrebbe rimontare al Lido quel tormentone già suscitato dal sesso di Stefano Accorsi in Ovunque sei di Michele Placido anche se allora, era il 2004, il sesso dell'attore era a riposo. Oltre Germano, un altro nudo maschile sicuramente atteso è quello di Brad Pitt di cui si sa per ora solo che fa il bagno nella tinozza nei panni del bandito Jessie James nel film in concorso The Assassination of Jessie James by The Coward Robert Ford di Andrew Dominik.
Con Lust Caution, film Usa firmato dal maestro taiwanese Ang Lee, già trionfatore a Venezia con Brokeback Mountain, lo scandalo è anche nella durata. Ambientato a Shanghai, nel periodo della seconda guerra mondiale, il film racconta di una giovane e bella agente (Tang Wei)) che lavora per il governo cinese. Sua mission quella di sedurre con tutti i mezzi un alto funzionario (Tony Leung) per poi accorgersi che il suo interesse per la sua vittima è diventato qualcosa di importante. Chi l'ha visto parla sì di un film bellissimo e esteticamente riuscito, ma anche di sesso esplicito in primo piano raccontato senza nessuna concessione al paludamento e soprattutto con scene di una durata vicino al reale. Nella sezione Orizzonti passerà, infine, L'Histoire de Richard O. di Damien Odoul (Le Souffle, Gran Premio della Giuria e Fipresci nel 2001 a Venezia). Delle scene nessuna notizia, ma la trama parla da sè. Tutto inizia con l'incontro in un bar notturno tra Richard O. (Mathieu Amalric) e una giovane donna la cui fantasia è quella di essere violentata. La donna gli chiede di esaudire il suo desiderio. In un primo tempo, Richard accetta. Poi rifiuta. Il racconto poi risale con alcuni flash-back a qualche settimana prima. Richard è in preda alla sua voglia di donne. Con il suo amico, il Grande (Stephane Terpereau), va ad esplorare i misteri dell'erotismo, soddisfacendo desideri e fantasie sue e degli abitanti estivi di Parigi che incrociano la sua strada. Prodotto da D.O. Films, la società del cineasta, L'Histoire de Richard O. è stato girato con una troupe ristretta e un piccolo budget. La musica è firmata dal rappresentante dell'hip-hop d'avanguardia Buck 65.
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