Si vive nell’auto in coda una settimana all’anno: sono 40 miliardi buttati

VENEZIA. Aggiornamento infrastrutturale dei nodi ferroviari di Venezia, potenziamento della linea ferroviaria Venezia-Triste, nuova Pedemontana, riqualificazione della Ss 309 Romea, terza corsia della A13 fra Monselice e Padova, collegamenti agli aeroporti veneti tramite metropolitana e treno, espansione della capacità dei terminal per gli hub intercontinentali. Queste solo alcune delle opere prioritarie da realizzare nel Nordest indicate nell’“Italia veloce”, il documento del ministero dei Trasporti che individua 130 opere strategiche sul territorio nazionale, per un piano di investimenti prioritari per la mobilità di 196,7 miliardi di euro, di cui 131,3 già disponibili.
«Secondo i dati diffusi dal ministero dei Trasporti» dichiara il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo «il deficit di competitività del nostro sistema logistico-infrastrutturale costa ai cittadini e alle imprese del nostro Paese 40 miliardi di euro l’anno. Anche per questa ragione è necessario che il Governo, a seguito della grave recessione economica in atto, avvii quanto prima il piano delle infrastrutture e dei trasporti che permetta di ammodernare il Paese, di renderlo più competitivo e, soprattutto, di imprimere una forte scossa positiva alla domanda interna».
Stando ai dati della Commissione europea, gli automobilisti italiani rimangono incolonnati nel traffico per quasi 38 ore all’anno, praticamente perdiamo una settimana di lavoro bloccati in coda. Peggio di noi solo Malta e Belgio. «A pagare un conto salatissimo» spiega sempre Cgia «sono sicuramente i pendolari, che utilizzano l’auto per spostarsi per lavoro, e coloro che per lavoro devono guidare per buona parte della giornata un mezzo di trasporto. Code che sono dovute principalmente a due fattori: l’insufficienza del numero di mezzi pubblici presenti nelle nostre aree urbane e il grave deficit infrastrutturale che caratterizza il nostro Paese. L’Italia si colloca sempre in fondo alla graduatoria per qualità ed efficienza del sistema logistico-infrastrutturale.
«Sebbene i risultati che emergono non siano soddisfacenti» aggiunge il segretario Renato Mason «anche l’Italia può comunque contare, nel campo logistico, su molte punte di eccellenza, soprattutto nel settore portuale e aeroportuale. Tuttavia, il risultato medio nazionale è insufficiente e continuiamo a essere un Paese che ha bisogno di realizzare sia le grandi opere sia quelle di dimensione inferiore. Se saremo in grado di iniziare queste opere in tempi ragionevolmente brevi, attiveremo una leva molto importante per aggredire la recessione economica e per creare nuovi posti di lavoro». —
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