Stefanel va verso la cessione Il piano presentato al Mise

la trattativa
Il 16 gennaio il commissario straordinario di Stefanel, l’avvocato Raffaele Cappiello, ha presentato al ministero per lo Sviluppo economico il programma di rilancio dell’azienda di Ponte di Piave, in tempo utile rispetto ai limiti stabiliti per legge.
«Quello che sappiamo è che metterà in atto un tentativo di vendita dell’azienda» afferma Tiziana Basso, Filt Cgil Veneto. Stefanel è in regime di amministrazione straordinaria e la maggioranza appartiene ai fondi Oxy e Attestor. In attesa che all’orizzonte si palesino potenziali investitori, a Ponte di Piave si continua a lavorare e a preparare le future collezioni: gli esuberi programmati (su base volontaria) sono slittati da febbraio al 31 luglio. Si entra quindi in una fase cruciale per quanto riguarda il futuro dello storico marchio tessile. Il ministero dovrà approvare il piano entro trenta giorni o chiedere un’integrazione.
il progetto
«Ovviamente non ci sono ancora riscontri ufficiali, ma da ciò che si dice ci sarebbe più di un soggetto interessato» continua Tiziana Basso, e non è una sorpresa se si considera che Stefanel è un marchio ancora con un forte appeal, che “tiene” dal punto di vista delle vendite e che negli ultimi tempi ha sofferto una crisi soprattutto finanziaria. I margini per una ripresa ci sono, ma passeranno necessariamente dalla vendita della società: «La tentata vendita, inoltre, dovrà avere valenza pubblica» aggiunge Basso. Prima ancora dell’arrivo del commissario, Stefanel aveva tentato la cessione della licenza per il mercato asiatico. Nel piano presentato dal commissario sono incluse valutazioni relative alla liquidazione dei beni non funzionali all’esercizio dell’impresa. Sul tavolo c’è la vendita dello stabilimento di Ponte di Piave, sovradimensionato per le esigenze dell’impresa, per il quale però non si sono ancora trovati acquirenti né una sede alternativa. Rimangono bloccate, come anticipato a lavoratori e forze sociali, le uscite inizialmente previste per febbraio. «La data di cessazione è stata posticipata al 31 luglio e rimane su base volontaria» chiarisce Cgil, che entro fine mese organizzerà un’assemblea con i lavoratori. Sono 24 gli esuberi in programma su una forza lavoro di 54 persone a Ponte di Piave.
il ministero
È stata prorogata fino alla data di uscita la cassa integrazione, chiesta per tutti i dipendenti ma utilizzata a rotazione. Il piano doveva essere presentato entro lo scorso 15 novembre, il commissario aveva chiesto e ottenuto una proroga di sessanta giorni e ha rispettato la nuova scadenza. Ora la palla passa al ministero dello Sviluppo economico. L’esecuzione del programma, infatti, è autorizzata con decreto, sentito il comitato di sorveglianza, entro trenta giorni dalla sua presentazione.
Nella maggior parte dei casi il ministero chiede chiarimenti, modifiche o integrazioni prima che il commissario possa mettere in atto il piano industriale, che contiene anche le previsioni economiche e finanziare connesse al proseguimento dell’attività. —
Andrea De Polo
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