Strage sull’A4, otto sotto inchiestaNel mirino anche la Bfc di Tombolo
Otto indagati per la strage sull’autostrada A4 dell’8 agosto, fra cui l’amministratore delegato di Autovie Venete Pietro Del Fabbro, il direttore generale Enrico Razzini e l’assessore regionale friulano Riccardo Riccardi. L’accusa di omicidio colposo è scattata anche per cinque componenti della famiglia Bizzotto titolari della Bfc Autotrasporti di Tombolo, per la quale lavorava il camionista polacco che ha provocato l’incidente

TREVISO -
Otto indagati per la strage in A/4, tra cui l’amministratore delegato di Autovie, Pietro Del Fabbro e l’ex direttore, e attuale assessore regionale del Friuli, Riccardo Riccardi. Indagati anche l’attuale direttore generale Enrico Razzini e i titolari della Bfc Autotrasporti.
Gli indagati.
Otto persone, tre referenti di Autovie Venete e cinque della Autotrasporti spa di Tombolo, sono state iscritte nel registro degli indagati per il reato di omicidio colposo dal sostituto procuratore Claudio Pinto, titolare delle indagini sull’incidente in A/4 dello scorso 8 agosto, costato la vita a 7 persone. Per la società autostradale sono finiti sotto inchiesta l’ex direttore generale (in carica fino allo scorso 29 aprile), Riccardo Riccardi, attuale assessore regionale alla Mobilità e alle Infrastrutture del Friuli; l’attuale direttore Enrico Razzini e l’amministratore delegato Pietro Del Fabbro. Indagati anche i responsabili della BFC Autotrasporti spa, l’azienda per la quale lavorava il camionista polacco Roman Baran che ha provocato lo schianto: cinque persone in tutto, appartenenti alla famiglia Bizzotto. L’iscrizione di dirigenti e quadri di Autovie, difesi dall’avvocato Fabio Crea, sarebbe collegata principalmente al guardrail sequestrato dagli inquirenti: una struttura che, stando ai primissimi accertamenti dei consulenti nominati dalla Procura, gli ingegneri milanesi Massimo Bardazza e Riccardo Bonaventura, era del tutto inadeguata a reggere l’urto del camion guidato dal polacco. I responsabili della società di Tombolo, difesi dall’avvvocato Luigi Dalla Rosa, sono stati invece indagati in relazione a possibili guasti del camion; gli investigatori hanno rilevato fin da subito la rottura della ralla (il pezzo di collegamento tra motrice e semirimorchio) e si tratta ora di capire se tale problema è stato causa oppure conseguenza della brusca sterzata a sinistra e del devastante incidente. Le iscrizioni sono scattate come forma di garanzia dopo la decisione della Procura di procedere con l’accertamento tecnico irripetibile: tutte le parti interessate dall’inchiesta possono ora prendere parte all’attività di esame dei mezzi con propri consulenti.
Accertamento tecnico irripetibile.
Venerdì mattina alle 10 in Procura, il sostituto Pinto, conferirà l’incarico per l’accertamento tecnico irripetibile ai suoi due consulenti, Bardazza e Bonavenutra, più quelli eventualmente scelti dalle parti. Gli inquirenti hanno deciso di procedere a tale esame su suggerimento degli stessi che temono un deterioramento dei mezzi sotto sequestro (il guardrail, il camion del polacco e gli altri tre veicoli) per effetto della corrosione causata dall’incendio. Per evitare modifiche tali da impedire un’adeguata attività di indagine, gli investigatori hanno pertanto scelto di adottare la formula dell’accertamento tecnico irripetibile. All’esame potranno partecipare, con propri consulenti, anche i familiari delle vittime: Roman Baran, il camionista marocchino Ait Fatel Younes, Paolo e Lorenzo Calista, Maria Luisa Pombeni, Mirco Carta e Michele Carini.
La consulenza medica.
Bisognerà attendere due mesi, invece, per avere gli esiti della consulenza medica affidata al professor Alberto Furlanetto. L’autopsia, infatti, non ha consentito di stabilire le cause della morte del camionista polacco, visto che la salma era completamente carbonizzata. L’anatomopatologo ha pertanto prelevato campioni di tessuto al fine di procedere all’esame microscopico degli stessi. Il professor Furlanetto riprenderà i lavori al rientro dalle ferie: verrà con ogni probabilità sentito anche il medico che visitò il camionista il giorno prima della sua partenza per il viaggio in Russia: l’uomo aveva dolori a una gamba e, per questo problema, avrebbe ritardato anche la partenza.
Un'altra strage sull'A4 Venezia-Trieste, l'autostrada del mare per la maggior parte dei padovani. Secondo voi cosa si dovrebbe fare per renderla più sicura? Basta la terza corsia da tempo annunciata e non ancora realizzata? E il traffico di Tir?
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