Marie, la suora padovana che riuscì a sopravvivere alla bomba di Hiroshima
La religiosa, al secolo Eleonora Saccardo Rasi, nell’agosto 1945 viveva in un convento a tre chilometri dal punto in cui venne sganciata una delle atomiche. Si salvò rifugiandosi in un edificio. Morirà cinquant’anni dopo

La bomba atomica venne sganciata a Hiroshima, a tre chilometri dal convento dove lei svolgeva la sua quotidiana opera di religiosa: era il 6 agosto 1945. Nel raggio di 2,5 chilometri la vita, in ogni sua forma, venne istantaneamente annientata. Poco oltre, per molti chilometri, uno scenario di disumana distruzione: ovunque feriti e moribondi in condizioni inimmaginabili.
Suor Marie Xavier, miracolosamente, si salvò. La religiosa, al secolo Eleonora Saccardo Rasi, nasce nel 1905 dalla padovana Giuseppina Saccardo (1870-1954), figlia di Pier Andrea Saccardo, prefetto dell'Orto Botanico che sorge all’ombra della Basilica del Santo, e dal padovano Pietro Rasi (1857-1919).

Ecco uno stralcio della lettera scritta nell’autunno 1945 da suor Marie Xavier all’allora Madre Superiora dell'Istituto Suore Ausiliatrici delle Anime del Purgatorio.
Il 6 agosto fu il giorno del grande sacrificio. Alle 8.05 il cielo è diventato verde, blu come quando si fanno le fotografie al magnesio e contemporaneamente tutti i tetti, le finestre e le porte sono volati via da tutte le parti; il cielo, che prima era di un azzurro magnifico senza una sola nuvola, è diventato nero... faceva così caldo che il piccolo stagno davanti alla statua della Beata Vergine si è seccato in un colpo solo... istintivamente e certamente per ispirazione del Buon Dio, siamo rientrate tutte in casa, che si stava sbriciolando da tutte le parti, umanamente parlando.
Era una follia perché le polveri ci cadevano in testa, ma questo ci ha salvato dalle orribili ustioni prodotte da quell’unica bomba, perché è stata una sola bomba a distruggere l’intera Hiroshima; dei 440.000 abitanti, il censimento di due mesi fa ne ha contati solo 130.000. Questo vi dice chiaramente di quale protezione siamo state oggetto. Alle 8.15 l’aereo ha sganciato la bomba che è rimasta in cielo sostenuta da 3 paracaduti; a una certa gradazione di calore, sotto l’influenza dei raggi, è esplosa e ha portato rovina e morte in un raggio di 35 km.
Eleonora visse ancora cinquant'anni durante i quali vedrà, a fianco degli esiti sanitari delle radiazioni, la ricostruzione morale e civile della città di Hiroshima. Continuerà a svolgere la sua opera con amore e altruismo, dopo aver vissuto quell’inferno piovuto sulla terra. La “monaca dalla voce gentile”, come definita dai contemporanei, morirà nel 1994 dando un volto alla pace che supera la tragedia della guerra.

In occasione degli ottanta anni dalla tragedia di Hiroshima, il Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 6 Euganea, in sinergia con il Comune di Padova, intende dare evidenza a questa figura e alla sua straordinaria testimonianza.
«Nell’ottantesimo anniversario del primo bombardamento atomico, avendo avuto notizia della presenza di una donna padovana, la suora missionaria suor Marie Xavier proprio ad Hiroshima, di come sia sopravvissuta e quanto si sia prodigata per dare aiuto ai feriti, abbiamo pensato di ricordarla e presentare la sua testimonianza di assistenza e cura in occasione della plenaria degli operatori del Dipartimento di Prevenzione che si terrà a dicembre, e in una specifica celebrazione civica in Comune a Padova che onora l’illustre concittadina», dichiara il dottor Luca Sbrogiò, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 6.
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